GRAN SASSO: ITALIA NOSTRA, ”SECONDO MINISTERO CON RIPERIMETRAZIONE VINCOLI RISCHIO INFRAZIONE UE”

23 Ottobre 2018 09:49

Regione - Cronaca

L'AQUILA – Il Ministero dell'Ambiente ha risposto alla segnalazione di Italia Nostra dell'Aquila, riguardante la delibera con il Comune ha chiesto alla Regione Abruzzo di riperimetrare le aree Sic (Sito d'interesse comunitario) e Zps (Zona di protezione speciale) del Gran Sasso, alla luce delle mutate caratteristiche ambientali ed antropiche dei luoghi.

“La nota del Ministero del 12 ottobre scorso ricorda che l’Italia ha sottoscritto accordi e normative, e che queste devono semplicemente essere applicate”, dice in una nota Paolo Muzi, presidente di Italia Nostra L'Aquila.

“In particolare fa riferimento dall’Art. 6 comma 2, della Direttiva 92/43/CEE, che impone agli Stati membri di adottare 'le opportune misure per evitare nelle zone speciali di conservazione il degrado degli habitat naturali e degli habitat di specie nonché la perturbazione delle specie per cui le zone sono state designate, nella misura in cui tale perturbazione potrebbe avere conseguenze significative per quanto riguarda gli obiettivi della presente direttiva' e che tale attività è stata delegata ai sensi del Dpr 357/97 alle Amministrazione regionali”.





“La medesima nota”, spiega Muzi, “obbliga la Regione, pena un’altra possibile procedura di infrazione, a mettere in essere tutte quelle opere per ripristinare uno stato di conservazione soddisfacente e migliorare gli habitat”.

“Avverte il Comune che qualsiasi iniziativa in violazione degli articoli della Direttiva 92/43/CEE avvierebbe un contenzioso a livello comunitario. Insomma un vicolo cieco. Completamente sbagliato l’approccio del Comune, evidentemente mal consigliato”, fa osservare Muzi.

“Il Comune avrebbe dovuto semmai dimostrare che quei siti non hanno, e al tempo non avevano, le qualità per essere ricompresi entro le aree Natura 2000. Per fare questo però occorrerebbe portare corposi studi scientifici. Sembra che sia stata tentata anche questa strada, in modo alquanto 'carbonaro' e in accordo con alcune Amministrazioni separate degli Usi civici, ma probabilmente nessuno studioso se l’è sentita di sottoscrivere richieste anacronistiche”.

“Completamente inadempiente è poi la Regione Abruzzo riguardo le aree Natura 2000. Tanto che l’Europa ha aperto una procedura d’infrazione proprio per la mancata regolamentazione dei SIC. Solo l’anno passato, nel 2017, dopo diciannove anni dall’emanazione della direttiva CEE, ha emanato le Linee guida sui Piani di Gestione delle aree Sic e Zps ed è ancora lontana dall'approvazione di quest’ultimi e dalla completa definizione delle misure di conservazione (i piani redatti per i Sic del Parco Gran Sasso-Laga, finanziati dalla stessa Regione, giacciono ben nascosti in qualche cassetto di chi sa quale funzionario regionale)”.





“Si deve aggiungere a questo quadro deprimente l’ulteriore inadempienza regionale nella definizione delle aree Zsc (Zone speciali di conservazione). Tale stato di fatto, oltre a creare tensione sui territori, va a danno di chi vive e lavora in montagna perché comporta mancati finanziamenti agli agricoltori e agli allevatori che operano all’interno delle aree Natura 2000”, continua Muzi nella nota.

“Finanziamenti cospicui se pensiamo che le Regioni Lombardia e Sicilia hanno previsto somme di circa 20 milioni di euro per il Psr 2014/2020 e la Regione Marche 5 milioni di euro sulla Misura 12 dedicata ai Siti Natura 2000. Sul Piano di sviluppo rurale della Regione Abruzzo non si trova traccia nemmeno della Misura 12 e i soldi riprendono la via dell’Unione europea”.

“Il danno netto stimabile è in 20 milioni di euro che negli ultimi anni non sono andati a sostegno delle popolazioni locali.Nemmeno l’Ente Parco del Gran Sasso e Monti della Laga fa una bella figura. Delegato dal Ministero dell’Ambiente alla definizione delle Zsc per quanto di competenza, vista la negligenza della Regione, tergiversa e perde tempo, come perde tempo nel controllo della popolazione dei cinghiali aumentando confusione e tensioni tra le popolazioni residenti e tutto ciò anche perché nella governance dell’Ente le poltrone che dovrebbero essere affidate ai 'conoscitori' della materia sono andate appannaggio di uomini delegati dalla peggiore politica”.

“Insomma”, conclude Muzi, “un quadro drammatico che testimonia come una classe politica inadeguata, e una classe dirigente impreparata non abbiano a cuore le sorti delle aree interne ma, ai fini della propaganda, sono più interessati a mantenere livelli di tensione sociale alta”.

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