GRANDE PESCARA, MONTESILVANO DICE NO; MARAGNO, ”NON E’ VOTO CONTRO IL POPOLO”

24 Gennaio 2018 15:56

Pescara - Politica

MONTESILVANO – Contrario.

È questo il parere espresso dal Consiglio comunale di Montesilvano (Pescara), in merito alla proposta di legge regionale n. 206 del 2016, recante le disposizioni per l'istituzione del Comune di Nuova Pescara, attraverso l'unione dei Comuni di Spoltore, Pescara e appunto Montesilvano.

Hanno espresso voto favore alla delibera presentata in Consiglio, pertanto bocciando la proposta regionale 14 consiglieri; 3 i contrari e uno astenuto. 

I consiglieri del Movimento a 5 Stelle hanno abbandonato l'aula.





Dato per certo anche il parere contrario  del comune di  Spoltore che voterà domani in conslgio regionale.

“Il voto di oggi – spiega il sindaco Francesco Maragno – non è un voto contro la volontà popolare, che come sappiamo, si è espressa favorevolmente sul progetto di fusione,  bensì è un voto contrario alla proposta di legge così come ci è stata presentata dal governo regionale. La fusione dei Comuni di Montesilvano, Spoltore e Pescara rappresenta un unicum non solo a livello regionale, ma anche a livello nazionale. I fenomeni di accorpamento che si sono già conclusi sul territorio nazionale hanno riguardato Comuni di classe demografica decisamente più ridotta”. 

Nella delibera licenziata oggi viene sottolineata la tempistica dettata dal governo regionale. 

“Va bene la Grande Pescara, ma con calma e a condizioni tutte da stabilire, non certo entro il temine del 1° gennaio 2019”, avevano parlato chiaramente nelle scorse settimane, in Prima commissione Bilancio della Regione Abruzzo i sindaci di Montesilvano, Maragno e di Spoltore, Luciano Di Lorito, auditi assieme all'altro primo cittadino interessato alla storica fusione, quello di Pescara Marco Alessandrini, che invece ha assunto una posizione divergente rispetto a quella dei suoi colleghi, auspicando una contingentazione dei tempi. 

Il progetto di legge, depositato il 5 febbraio 2016, è stato di fatto trasmesso ai tre Comuni, nel novembre 2017, ossia quasi due anni dopo. 





“L'esecuzione così repentina della fusione  – si legge nella delibera – correrebbe il rischio di compromettere il conseguimento dei vantaggi attesi, procurando potenziali danni, in mancanza di un'accurata analisi e pianificazione preliminare condivisa”. 

“In qualità di amministratori – specifica il primo cittadino – abbiamo il dovere di garantire servizi efficienti ai cittadini. La tempistica così ristretta, invece, produrrebbe esattamente l'effetto contrario, inficiando efficienza ed efficacia dell'azione amministrativa. A ciò aggiungiamo che la fusione dei tre comuni, darà vita ad una realtà comunale di circa 190 mila abitanti, un numero ben inferiore al tetto dei 250 mila abitanti necessario per ottenere le agevolazioni finanziarie previste dalla legge. Il termine fissato entro il 1° gennaio 2019 dalla proposta 206 del 2016 –  dice ancora il sindaco –  darebbe vita anche a situazioni paradossali. Penso, infatti, alla rappresentanza dei tre territori in seno agli organi della Provincia di Pescara”.

“Ai sensi della legge 56 del 2014 – dice ancora Maragno – la cessazione dalla carica di consigliere comunale comporta la decadenza da consigliere provinciale e, inoltre, impedisce la candidatura alle elezioni provinciali previste per il mese di Gennaio 2019. Per tutte queste ragioni, riteniamo opportuno definire un progetto di fusione che preveda un percorso graduale di aggregazione. Ecco perché abbiamo voluto esprimere parere contrario al progetto di legge n.206 del 2016, alla redazione di una nuova proposta di legge regionale, con modalità e termini che rispettino una gradualità del processo di fusione. Non vogliamo subire questo processo”.

“Siamo una comunità che intende essere sentita e che vuole svolgere un ruolo da  protagonista nel percorso decisionale virtuoso che porterà alla fusione”, conclude. 

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