HONEYWELL DI ATESSA: OPERAI APPESI AD UN FILO, PER SUPERARE CRISI SI SPERA NEL MOTORE ELETTRICO

di Azzurra Caldi

18 Aprile 2018 06:45

Chieti -

ATESSA – Tempo di attese e di speranze per i dipendenti della Honeywell di Atessa (Chieti): l'azienda di turbocompressori, dopo aver comunicato la chiusura dello stabilimento in Val di Sangro per trasferirsi in Slovacchia, continua a lasciare sospesi a un filo gli operai rimasti senza lavoro.

La cassa integrazione per i 420 operai è scattata il primo aprile e avrà la durata di 10 mesi. Alla base di questa decisione, come riferito dall'azienda, ci sono “problemi di sovraccapacità a causa del declino dei motori diesel”.





Una vicenda che ha inevitabilmente coinvolto il ministero dello Sviluppo economico nel tavolo delle trattative, allertando l'opinione pubblica e invadendo le pagine nazionali per intere settimane.

Una perdita per l'intero indotto delle piccole e medie imprese del settore. E dopo mesi di discussioni, scioperi e proteste si affaccia qualche timido segnale di fiducia.





“Attualmente sono stati depositati in Regione 3 o 4 progetti di riconversione dello stabilimento – spiega Davide Labbrozzi, della Fiom-Cgil -. Quello più accreditato, almeno al momento, sembra essere il progetto, che punta al motore elettrico, dell'imprenditore Giuseppe Ranalli , della Tecnomatic group di Corropoli, in società con il cavalier Pasquale Forte, della Eldor corporation di Como”.

“Attendiamo tutte le valutazioni del caso e qualcosa, verosimilmente, dovrebbe già trapelare entro fine maggio, termine ultimo per la presentazione dei progetti. Sono molti i punti da tenere in considerazione in questa delicata fase di scelta – prosegue Labbrozzi -. Uno, tra tutti, il numero dei lavoratori che verranno coinvolti nel progetto. Circa la validità di quanto depositato fino ad oggi siamo certi e, per questo, restiamo fiduciosi. Sicuramente entro questi 10 mesi – conclude Labbrozzi – avremo chiaro il disegno di riconversione della Honeywell”.

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