HOTEL RIGOPIANO: ”SOCCORSI IN RITARDO, NON HANNO CREDUTO A MIO ALLARME”

19 Gennaio 2017 14:48

Pescara - Cronaca

FARINDOLA – Lo spazzaneve che avrebbe dovuto portare via gli ospiti dell'Hotel Rigopiano a Farindola (Pescara) – riporta l'Huffington Post – sarebbe dovuto arrivare alle 15, ma poi il suo arrivo è stato posticipato alle 19. Un ritardo che si è rivelato fatale, perché nel frattempo la furia della valanga si è abbattuta sulla struttura, trasformandola in una trappola di morte per non si sa ancora quante persone.

Da quanto riportato sempre dal quotidiano Huffington Post, erano tutti nella hall, pronti a lasciare l'hotel. Stavano aspettando lo spazzaneve che sarebbe dovuto arrivare alle 15, prima della maledetta valanga che ha travolto la struttura. 

La testimonianza è di Quintino Marcella, ristoratore di Silvi (Teramo) e datore di lavoro di Giampiero Parete, superstite della valanga sull'Hotel Rigopiano, la stessa persona che ha chiamato il centro di coordinamento della prefettura chiedendo aiuto, ma che non è stata ascoltata.

Parete è l'uomo che uscendo per andare alla macchina si è salvato lasciando nell'hotel moglie e figli, ed ora è disperato in attesa di notizie.





“Giampiero e tutti gli altri ospiti dell'albergo avevano pagato e avevano raggiunto la hall, pronti per ripartire non appena sarebbe arrivato lo spazzaneve. Gli avevano detto che sarebbe arrivato alle 15, ma l'arrivo è stato posticipato alle 19. Avevano preparato già le valigie, tutti i clienti volevano andare via”, le parole del ristoratore.

La dinamica – racconta l'Huffington Post – viene raccontata dallo stesso Quintino Marcella, che alle 17.30 riceve una chiamata tramite Whatsapp: “Ho ricevuto una telefonata dal mio cuoco tramite Whatsapp che era lì in vacanza con la moglie e i bambini di 6 e 8 anni. Mi ha detto: è venuta una valanga l'albergo non c'è più, sparito, sepolto. Noi siamo in due, qua fuori, chiama i soccorsi, chiama tutti. Io tramite la polizia riesco a mettermi in contatto con il centro di coordinamento della prefettura. La signora mi risponde in maniera “particolare”: “Guardi ho chiamato due ore fa l'albergo ed era tutto a posto”.

A quel punto Quintino spiega di aver detto che il suo cuoco non scherzava, che era serio, ma “lei non ha voluto prendere sul serio la mia versione”.

Disperato, il ristoratore chiama “118, 112, 115… ho impazzito il mondo” dice esprimendosi in maniera concitata. Solo alle 20 gli credono e scatta la macchina dei soccorsi. “Dopo mi hanno creduto. Mi hanno fatto le domande. Io sentivo il mio amico via messaggi…continuava a dire aiuto e che “gli altri sono tutti morti”, ma io non so se è vero”. Mi ha detto “ho perso tutto. Mi auguro che Gesù sia grande e li ritrovino vivi”. 

E infine dice: “Purtroppo la macchina dei soccorsi è partita con due ore di ritardo”.





“Mia moglie aveva mal di testa e aveva bisogno di una medicina che era in macchina. Allora sono uscito dall'albergo e sono andato in auto. Mentre tornavo verso l'hotel ho sentito rumori e scricchiolii e ho visto la montagna cadere addosso all'edificio. Ha travolto anche me, ma parzialmente. Ho visto gran parte dell'albergo ricoperto dalla neve”, la testimonianza, raccolta dall'Ansa, di Parete, affidata a Quintino Marcella, il primo a ricevere la richiesta di aiuto.

“Ho provato a entrare dentro – dice ancora Parete – ma ho rischiato di rimanere intrappolato; allora mi sono aggrappato ad un ramo e sono riuscito a tornare verso la macchina. Poi ho incontrato il manutentore dell'albergo e insieme abbiamo lanciato l'allarme. Dall'interno dell'hotel non ho sentito alcun rumore o movimento”.

“Lui sta bene – ha aggiunto il ristoratore all'esterno del reparto di Rianimazione, dove Parete è ricoverato – ma la sua preoccupazione sono i due figli di 6 e 8 anni e la moglie Adriana. È una bellissima famiglia, sono delle persone fantastiche. Sono 30 anni che lavora con me”.

 

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