IL CENTRO REGIONALE TRAPIANTI SUPERA QUOTA 500, ”MA SERVONO PIU’ DONATORI”

1 Febbraio 2017 17:47

L'Aquila -

L'AQUILA – Storie di buona sanità abruzzese: nel 2016 il Centro regionale trapianti per Abruzzo e Molise dell’ospedale “San Salvatore” dell'Aquila ha superato la soglia dei 500 trapianti di rene a coronamento di 15 anni di attività. Ed è determinato a implementare, per il futuro, la sua attività, per dare risposte alle tante persone ancora in lista di attesa.

A fare un resoconto di questo importante e salvifico percorso sarà domani il professor Francesco Pisani, direttore del Centro, in un incontro con la stampa che si svolgerà alle 11.30 all’ospedale nella sala multimediale Dal Brollo.

Con lui l’équipe chirurgica composta da dottori Quirino Lai, Linda De Luca e Luigi Bonanni. Ci saranno anche l’assessore regionale alla Sanità Silvio Paolucci, il direttore generale della Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila Rinaldo Tordera, la rettrice dell’Università dell’Aquila, Paola Inverardi, il direttore del dipartimento di chirurgia Giovanni De Blasi.





“Abbiamo raggiunto un traguardo importante che ovviamente ci gratifica ma che, però, ancora non ci soddisfa, perché in lista di attesa per un intervento ci sono oltre 350 persone – spiega Pisani ad AbruzzoWeb – Il problema è che un rene non si compra in farmacia: occorre, dunque, aumentare il numero dei donatori”.

Ed è proprio questa la sfida da vincere: rendere ancora più efficace la campagna di sensibilizzazione per incrementare il numero delle donazioni.

“La nostra non è un attività circoscritta al solo il Centro trapianti – spiega a tal proposito il professor Pisani – ma tutta una catena ben distribuita sul territorio, e decisivo è dunque il ruolo dei coordinatori, che fanno un lavoro di sensibilizzazione a 360 gradi”.





Il prof fa notare che “in Abruzzo abbiamo una buona percentuale di opposizione alle donazioni, rispetto ad altre regioni. Occorre insistere su questo fronte, far capire il valore che risiede nel salvare un'altra vita umana – rimarca – Far capire che, per quanto riguarda il prelievo da donatore vivente, esistono tecniche non invasive, che si possono programmare anche senza dialisi, e che non comportano nessun rischio”.

A tal proposito, proprio oggi, il dottor Luigi Clemente, direttore dell’urologia, ha effettuato al “San Salvatore” un prelievo da donatore vivente con la nuova tecnica di chirurgia mini-invasiva, la laparoscopica, che consente un miglior risultato estetico, minore dolore, minori complicanze, una ridotta degenza ospedaliera e una più rapida ripresa delle attività quotidiane.

“Stiamo incrementando – conclude il professor Pisani – proprio le donazione da vivente utilizzando le tecniche più avanzate. La tecnologia del resto ha fatto passi importanti negli ultimi anni, anche per quanto riguarda il  controllo del rigetto nei pazienti sottoposti a trapianto”. Filippo Tronca

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