CRISI NERA AL COMUNE DELL'AQUILA, RIMANDATO CONSIGLIO DI LUNEDI'; BORDATE DAL CENTROSINISTRA, ''UNA SCUSA FONDI SISMA, SARANNO STANZIATI'', ALBANO ''MAGGIORANZA DI POLTRONISTI, E LUI VOLEVA CANDIDARSI ALLA REGIONE...''

IL CENTRODESTRA ISOLA BIONDI, ”DIMISSIONI ATTO INCONSULTO, CONVOCHI MAGGIORANZA!”

di Marco Signori e Filippo Tronca

15 Marzo 2019 12:59

L'Aquila - Politica

L'AQUILA – Una prova di forza che per ora non sembra sortire gli effetti sperati nei partiti della coalizione di centrodestra, quella delle dimissioni del sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi, che ieri pomeriggio ha dismesso la fascia tricolore per la mancanza di risposte da parte del governo sui fondi che ogni anno ripianano il mega buco nel bilancio comunale da circa 12 milioni di euro, dovuto alle mancate entrate e alle maggiori spese causate dal terremoto, ma soprattutto per le tensioni interne alla maggioranza che lo ha accerchiato chiedendogli subito la ricomposizione dell'esecutivo, che da dicembre ad oggi ha perso cinque dei nove assessori.

Il primo cittadino, che ha lasciato le redini del Comune nelle mani di Raffaele Daniele, il giorno prima nominato vice sindaco in fretta e furia e senza condivisione coi partiti, con questa mossa si aspettava di ricompattare una coalizione in brandelli nonostante la recentissima vittoria alle regionali, tanto che non sono apparsi secondari, durante la conferenza stampa di ieri pomeriggio a Palazzo Fibbioni, passaggi come “sono disponibile a proseguire il rapporto”, e appelli al senso di responsabilità delle forze in Consiglio comunale, suonati come un messaggio forte e chiaro ai gruppi politici.

Intanto, a confermare il marasma in cui la maggioranza del comune capoluogo d'Abruzzo è avvolto, arriva la notizia che sarà rimandato il Consiglio comunale convocato per lunedi prossimo, “a data di nuova fissazione”, come precisa il presidente Roberto Tinari.

Bordate arrivano, ora dopo ora, dal centrosinistra, a comiciare dal Partito democratico.  Va giù duro il consigliere comunale del Partito democratico Stefano Albano, che questa mattina ha tenuto una conferenza stampa assieme ad altri esponenti di centrosinistra e afferma che “Biondi ci ha dato ragione: avevamo sempre detto che la sua era una classe dirigente di 'poltronisti', ma il primo ad aver dato il cattivo esempio è stato lui, che ha provato a fare carte false per candidarsi alla Regione, e ora non è più in grado di gestire i ricatti incrociati dei suoi consiglieri, che ambiscono ad un posto in giunta”. 

Nessuno o quasi, del resto, nel centrodestra, nelle prime ventiquattr'ore ha proferito verbo, tranne Michele Malafoglia, coordinatore locale di Fratelli d'Italia, che tuttavia appare solo una delle tante anime di cui si compone il partito della Meloni, che è lo stesso del sindaco e del capogruppo Giorgio De Matteis, che invece è uno dei maggiori “picconatori” dell'amministrazione. Un partito, insomma, che nonostante le basse percentuali ha una frammentazione da partito del 30 per cento.





C'è poi il consigliere comunale di Benvenuto presente, lista civica del sindaco, Daniele D'Angelo che definisce le dimissioni una “prova del suo grande amore verso la città e di un altissimo senso civico”.

Quello che emerge, è che le dimissioni sono apparse del tutto inaspettate. Bocche cucite in casa Lega, che con il deputato Luigi D'Eramo solo il giorno prima aveva chiesto a gran voce la convocazione del tavolo di coalizione per definire la ricomposizione della giunta, rimasta orfana degli assessori defenestrati dal sindaco, Sabrina Di Cosimo e Anna Lisa Di Stefano, di quelli che si sono dimessi perché eletti in Regione, Guido Liris ed Emanuele Imprudente, e dello stesso D'Eramo che ha lasciato dopo un anno di doppio incarico Camera-Comune.

Dagli ambienti del Carroccio, però, da dove non si esita a giudicare “inconsulta” la scelta delle dimissioni, si apprende che la posizione resta immutata: “Le dimissioni non cambiano la nostra posizione, abbiamo chiesto più volte che si riunisse il centrodestra, per noi non è mai stato un problema di posti ma di capire qual è la geografia del Consiglio e gli obiettivi da raggiungere”, dicono rappresentanti istituzionali che, però, non sono autorizzati a parlare con la stampa perché, affermano, “è D'Eramo che sta gestendo la cosa ed è l'unico che può rilasciare dichiarazioni”.

Ma il telefono del parlamentare squilla a vuoto da quarantott'ore.

Chi invece parla, ed è quasi un fiume in piena, è il capogruppo di Insieme per L'Aquila Roberto Junior Silveri, costituito da tutti ex azzurri che a dicembre hanno abbandonato Forza Italia: uno dei motivi per i quali gli assetti in Consiglio comunale sono mutati e per i quali la Lega chiede chiarimenti.

“Non ci permettiamo di giudicare la scelta del sindaco – afferma ad AbruzzoWeb – un po' perché siamo cristiani e un po' perché se ha ritenuto di fare questo atto forte, sopratutto in questo momento storico, avrà avuto sicuramente le sue ragioni”.





Anche Junior Silveri, tuttavia, non sembra correre in ginocchio da Biondi per supplicarlo a restare: “È lui che deve sentire il bisogno di convocare la maggioranza, noi possiamo anche autoconvocarci ma non servirebbe”, dice.

“Usiamo tutti questo tempo per analizzare il dettaglio di una situazione politica e amministrativa dell'intera maggioranza – fa osservare – aspettiamo un confronto, a seguito di queste ore di riflessione, con il sindaco, da parte nostra rimane sempre il massimo spirito di responsabilità, noi lo abbiamo sempre dimostrato e oggi è importante che lo dimostrino anche gli altri”.

Per il capogruppo di Insieme per L'Aquila, è poi da escludere che l'appello di Biondi al senso di responsabiltià dei partiti di maggioranza sia rivolto anche al suo gruppo: “Non è diretto a noi ma a tutti gli altri – dice – . Gli abbiamo lasciato quasi campo libero, a mio avviso il problema è strutturato e non è riducibile alle richieste dei partiti e alla ricomposizione della giunta”.

E fa mea culpa: “Abbiamo avuto un cortocircuito da mesi tra Consiglio e assessori, Consiglio e sindaco, sindaco e assessori – dice Junior Silveri – è stato questo il nostro problema, amplificato da una campagna elettorale che, com'è fisiologico che sia, ha serrato i ranghi lì dove serviva maggiore distensione”.

Appare infine sempre meno consistente l'argomentazione dei fondi del terremoto, indicata da Biondi tra i motivi delle dimissioni: se ieri sera stessa, infatti, lo stesso sottosegretario alla Ricostruzione Vito Crimi, ha detto che il decreto è pronto e sarà varato la prossima settimana, stamattina la deputata del Partito democratico Stefania Pezzopane ha confermato questa versione.

 

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