IL COMMERCIO UCCISO DAI SOTTOSERVIZI, ”FARE CENTRO? PRONTI A RINUNCIARE”

di Marco Signori

19 Febbraio 2018 06:30

L'Aquila -

L'AQUILA – C'è persino chi si dice pronto a rinunciare al finanziamento ottenuto con il bando Fare Centro, tra i commercianti ormai allo stremo del centro storico dell'Aquila.

La chiusura di via Sant'Amico, via della Genca, via Paganica e piazza Chiarino, e la gincana cui sono costretti i pedoni tra corso Vittorio Emanuele, piazza Regina Margherita e via Garibaldi, rende praticamente impossibile raggiungere negozi e locali, a cui si può arrivare solo attraverso piccoli labirinti tra i cantieri, senza mai avere la certezza che conducano ad un'uscita.

Niente passaggi pedonali, cantiere dei sottoservizi fermo ormai da settimane, nessuna comunicazione: in questo modo, denunciano gli esercenti, la vita dei pochi coraggiosi negozi che hanno riaperto rischia di finire nel giro di pochi mesi.





Alcuni di loro, beneficiari dei contributi del bando Fare Centro, per il quale tuttavia a ormai due mesi dalla pubblicazione della graduatoria la Regione ancora non eroga le somme riconosciute, paventano addirittura l'ipotesi di lasciare il centro storico, a costo naturalmente di perdere i contributi.

Secondo informazioni trapelate dagli stessi commercianti, i rallentamenti dei lavori dei sottoservizi sarebbero dovuti anche a dispetti reciproci all'interno della Gran Sasso Acqua spa per via della nuova govenance, e tra la stazione appaltante e l'impresa che sta realizzando la mega opera pubblica da quasi 80 milioni di euro.

E se lungo via Garibaldi, chiusa dall'8 gennaio, i lavori di realizzazione delle nuove reti idriche e fognarie si sono fermati quasi subito per il ritrovamento di alcuni reperti archeologici, non va meglio all'inizio di corso Vittorio Emanuele, dove la presenza di elementi architettonici sotto il manto stradale era nota almeno da un anno, visto che la Soprintendenza aveva bloccato i lavori una prima volta già all'inizio del 2017.





All'inizio del 2018, quando si è tornati a scavare, il copione si è ripetuto senza però avere una soluzione in tasca. E il risultato è che il cantiere è fermo e i negozi arrancano.

Infruttuoso anche l'incontro che gli esercenti hanno avuto giovedì scorso con l'assessore comunale al Commercio Alessandro Piccinini.

“La situazione non permette più di stare aperti”, dicono senza mezzi termini molti commercianti e gestori di locali notturni in quello che era diventato il cuore della movida post-terremoto, e dove “il lavoro è sceso del 50 per cento”.

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