LE CARTE DELL'INCHIESTA ''MASTER LIST'': LA SPARTIZIONE DEI LAVORI IN MARSICA

IL DEPURATORE DI CAPISTRELLO E LE ALTRE OPERE APPALTATE DAL CAM ALLE DITTE AMICHE

di Marco Signori

5 Ottobre 2017 07:00

L'Aquila - Cronaca

AVEZZANO – Metti una sera a cena, attorno allo stesso tavolo siedono il faccendiere, l'imprenditore e l'amministratore pubblico, che pianificano una serie di lavori pubblici da affidare a ditte amiche.

Gli interventi sono quelli programmati dal Consorzio acquedottistico marsicano (Cam), per i quali avrebbe commesso degli illeciti l'amministratore oggi dimissionario, Giuseppe Venturini, che, con i suoi comportamenti “denota un completo asservimento delle pubbliche funzioni alle aspettative illecite” della coppia Antonio Ruggeri e Sergio Giancaterino, personaggi chiave della nuova inchiesta “master list” su appalti pubblici pilotati della procura della Repubblica di Avezzano (L'Aquila).

Tutti e tre, nei giorni scorsi, sono finiti agli arresti domiciliari, insieme alll'ex vice sindaco con delega ai Lavori pubblici di Canistro (L'Aquila), oggi consigliere di maggioranza, Paolo Di Pietro, al sindaco di Casacanditella (Chieti), Giuseppe D’Angelo, all’imprenditore di Montorio al Vomano (Teramo), Emiliano Pompa, e al responsabile unico del procedimento al Comune di Campotosto (L'Aquila), Antonio Ranieri dell’Aquila.

Secondo la procura marsicana si tratta di un sistema per manovrare appalti pubblici con circa 15 aziende che venivano fatte partecipare a gare già compromesse grazie ad accordi corruttivi con amministratori locali e pubblici funzionari e che, con offerte al ribasso, indirizzavano la gara verso l’impresa prescelta per l’occasione, determinando un cartello in grado di deciderne l’esito.





Sotto la lente d'ingrandimento degli investigatori sono finite, tra le altre, le gare d'appalto per i lavori di sistemazione del depuratore di Camporotondo, località sciistica del comuine di Cappadocia (L'Aquila), e di quello del comune di Capistrello (L'Aquila).

“Si è appurato”, si legge nell'ordinanza del giudice per le indagini preliminari, Francesca Proietti, “che Ruggeri manteneva stretti contatti con Venturini da lungo tempo in ragione del ruolo primario da tempo rivestito all'interno del Cam”.

Gli investigatori hanno “monitorato un incontro avvenuto in Avezzano e Luco dei Marsi quando, durante una cena, i tre ebbero a pianificare future attività illceite volte a favorire il Giancaterino”.

Proprio con l'amministratore del Cam, scrive sempre il gip, “Ruggerì individuò una pluralità di opere pubbliche che il Cam doveva commissionare”.

Con le stesse modalità illecite il “duo di potere”, com'è stato definito dai magistrati, prova a mettere le mani sull'appalto per il depuratore di Camporotonndo, ma l'operazione va a monte: “Sono subentrati imprevisti che impedirono agli stessi di portare a compimento i programmi illeciti concordati con il pubblico ufficiale”, scrive il gip.





“La pubblicazione del bando sul sito Internet del Cam e le modalità di gara, online con procedura aperta per via telematica, scelta attribuibile all'amministratore delegato dell'epoca, Leo Corsini“, si legge sempre nelle carte dell'inchiesta, “impedirono a Venturini di dare seguito alle promesse effettuate precedentemente, non potendo ricorrere ai previsti sistemi di alterazione di gara”.

Non sarà così per l'appalto di Capistrello, dove “Ruggeri e Giancaterino, durante una conversazione intercettata all'interno dell'autovettura di questi, individuano le ditte che il Venturini avrebbe dovuto invitare per poter condizionare la gara”.

“Dalle conversazioni intercettate – continua il gip – si intuisce che Venturini ha invitato effettivamente le ditte indicategli da Giancaterino” e che “fra tali ditte tanto la Giancaterino Costruzioni Sas quanto la Srl General Constructions di Vasto risulterebbero prive del certificato OS22 richiesto per quella categoria di lavori” e, infine, che “Giancaterino si preoccupa che la Generale Constructions possa comunicare l'assenza dell'abilitazione costringendo il Venturini a invitare altra ditta in sostituzione della stessa”.

La ditta vastese, tuttavia, secondo quanto scrive il gip nell'ordinanza, non sarebbe a conoscenza della richiesta di partecipazione alla gara, visto che “i contatti intrattenuti da Giancaterino non sono stati con il titolare della stessa, bensì con una dipendente infedele, la quale avrebbe ricevuto mandato di distruggere la mail con l'invito inviato in posta elettronica, così impedendo la risposta”.

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