INCENDIO GRAN SASSO: INSORGE DMC, ”INGIUSTIFICABILE GESTIONE PARCO”

7 Agosto 2017 13:15

L'Aquila - Cronaca

L'AQUILA – “Gli ultimi accadimenti che hanno riguardato Campo Imperatore non ci consentono più di rimanere inerti. La nostra montagna giorno dopo giorno sta accusando colpi sempre più pesanti, non è più tollerabile che in un luogo così pregiato, in cui bisogna coniugare conservazione e sviluppo, si svolgano attività che nulla hanno a che vedere con il modello turistico di grande qualità e sostenibilità che cerchiamo di affermare”.

Così Alfonso D'Alfonso, imprenditore agrituristico e presidente della Dmc Gran Sasso, L'Aquila e Terre Vestine, dopo l'incendio divampato sabato a Fonte Vetica e che, spinto dal vento, ha raggiunto il versante pescarese della catena montuosa, che lancia anche accuse al Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga: “Non è più giustificabile avere risposte tipo quelle date dal Parco che si limita ad emanare divieti ed  affiggere cartelli”.





“Ormai è passato il periodo entusiasmante dei grandi pionieri tipo Giuseppe Rossi e Dario Febo. L'attuale governance del Parco è distante dai problemi del territorio ed insensibile alle tante difficoltà degli operatori locali che pagano un prezzo non più sostenibile alla conservazione della biodiversità. Mentre si prescrive la rimozione delle zolle d'erba manualmente per la realizzazione della nuova funivia (sic!), ci si dimentica di eventi come il motoraduno del 15 luglio rimasto sconosciuto all'ente nonostante le ripetute edizioni”.

“Fermo restando che la Rassegna degli Ovini, ormai patrimonio della nostra cultura territoriale, dovrebbe avere un restyling e diventare anche occasione di sviluppo turistico – aggiunge – vanno comunque ed in ogni caso vietate tutte quelle attività che poco o nulla hanno a che vedere con il nostro territorio, richiamando masse informi e irrispettose che deturpano sistematicamente ed inesorabilmente un ambiente che andrebbe fruito nel massimo rispetto della sacralità dovuta ai nostri monti”.

“Non possiamo più permetterci un utilizzo irresponsabile. Ognuno deve fare il suo dovere e i divieti non possono valere solo per coloro che svolgono la loro attività nella correttezza degli iter autorizzativi  mentre per chi ha fatto e fa dell'abusivismo la propria ragione imprenditoriale tutto è consentito. Tutto questo perché chi dovrebbe controllare e vigilare o non lo fa o, come nel caso dell'ex Corpo Forestale dello Stato, è stato messo in condizione di non farlo più”.





Né tantomeno – continua D'Alfonso – possiamo tacere di fronte alle incursioni nella Valle del Tirino da parte di pseudo operatori estranei al territorio e che, alla ricerca di facili guadagni, propongono attività non autorizzate mettendo a repentaglio sia l'incolumità dei fruitori sia  il delicato equilibrio faticosamente raggiunto tra sviluppo economico locale e  tutela del pregiato ecosistema del Tirino. Non vorrei che dietro a tutto questo si celino interessi di una malsana politica”.

“Come presidente di Dmc non possono continuare a tollerare tali accadimenti”, aggiunge D'Alfonso, che precisa che “per il momento è una posizione personale che mi propongo di riportare sia al mio Consiglio di amministrazione che all'interno del Consiglio direttivo del Distretto turistico del Gran Sasso, dove sono rappresentati Enti locali e operatori privati, oltre a Parco e Regione. In quel luogo occorrerà fare sintesi ed assumersi le responsabilità delle proprie posizioni. Se le mie tesi saranno non condivise e d'intralcio per come vengono intese le politiche di sviluppo del territorio, sono pronto a fare un passo indietro per dedicare più tempo alla nostra attività. Quello che faccio lo faccio gratuitamente e con grande passione, ma senza condivisione è inutile”, conclude. (m.sig.)

 

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