INCIDENTE SU STATALE 17: APERTA INCHIESTA, SI IPOTIZZA OMICIDIO STRADALE

11 Marzo 2019 12:28

L'Aquila - Cronaca

L'AQUILA – I carabinieri della Compagnia di Sulmona (L'Aquila) hanno aperto un'inchiesta, ipotizzando il reato di omicidio stradale, sull'incidente che sabato mattina ha provocato la morte della 52enne aquilana Loredana Carissimi. 

Un “atto dovuto” per i militari dell'Arma, ma il principale obiettivo, come riporta Il Centro, è di verificare se il conducente dell'auto al momento dell'incidente abbia avuto effettivamente un malore che gli ha fatto perdere per un attimo il controllo della vettura causando l'impatto mortale, sulla statale 17 tra Roccacasale e Corfinio (L'Aquila). 

La donna era a bordo di una Ford Fiesta condotta da Antonio Di Censo, 50 anni, risultato negativo agli esami tossicologici, che hanno dunque escluso l'assunzione di alcol e di sostanze stupefacenti.





Lunedì sera, Di Censo avrebbe raggiunto l'ospedale di Sulmona per scompensi cardiaci che negli ultimi tempi si erano fatti più frequenti e che gli procuravano improvvisi malori, ma dopo essere stato tenuto sotto controllo l'uomo è stato dimesso dai medici con la prescrizione di doversi sottoporre nel giro di pochi giorni a un piccolo intervento chirurgico per l'installazione di un regolatore del battito cardiaco.

Secondo i suoi familiari il 50enne non doveva essere dimesso.

Intanto il magistrato di turno ha deciso di non far svolgere l'autopsia della 52enne aquilana, ritenendo che sia sufficiente solo una ricognizione medica sulla salma che dovrà essere riconsegnata ai familiari per la celebrazione dei funerali.





Lo stesso 50enne ha avuto un incidente analogo un paio di mesi fa, perdendo il controllo dell'auto all'altezza della rotonda della clinica San Raffaele, anche in quel caso per un improvviso malore. 

Con lui, come riporta il quotidiano abruzzese, c'era sempre Loredana Carissimi e i due uscirono illesi per puro caso.

La donna, separata con tre figli, faceva la badante e dopo il terremoto del 2009, per sei anni, ha vissuto in un alloggio del Progetto C.a.s.e. di Bazzano prima di trasferirsi ad Arischia. 

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