LA CORSA DEGLI ZINGARI DI PACENTRO EMOZIONA ANCORA, SIMONE A PIEDI SCALZI CORONA UN SOGNO LUNGO 16 ANNI

di Eleonora Marchini

5 Settembre 2016 17:31

L'Aquila - Cultura

PACENTRO – Per chi vive a Pacentro (L’Aquila) non passa giorno senza che lo sguardo si vada a posare sul grande spuntone di roccia dipinto col tricolore che fronteggia il paese, dall’alto del colle Ardinghi.

È il punto da cui i concorrenti si lanciano scalzi, in occasione della corsa degli zingari la prima domenica di settembre e Simone Di Loreto, sedici anni appena, vincitore domenica scorsa dell’edizione 566, quello spuntone di roccia l’ha sognato fin da piccolo.

È cresciuto con il sogno di stare lassù, un giorno, e mettersi alla prova nella discesa più adrenalinica, il sogno di sperimentare quegli istanti di silenzio teso con il cuore a mille, mentre si aspetta, debole, da lontano, il suono della campanella per il via.

Simone Di Loreto ha vinto, restando sempre in testa, con il tempo di 4 minuti e 26 secondi totali, tenendo dietro l’amico rivale Alessio Marcaurelio, protagonista indiscusso delle precedenti cinque edizioni, e il ‘forestiero’ Stefano Lotito, di Sulmona, uno dei pochi partecipanti a non essere originario di Pacentro.

In 4 minuti Simone è corso giù dal fianco del colle, frenando la discesa con i talloni nudi tra sassi e sterpaglia.





Ha superato il guado del torrente Vella e ha affrontato la risalita del colle San Marco su cui poggia Pacentro, con il fazzoletto rosso della divisa stretto tra i denti per resistere al dolore dei talloni maciullati.

Poi l'arrivo in chiesa, gettarsi ai piedi dell’altare e poter dare sfogo a quel misto di sensazioni tra adrenalina, stanchezza, dolore e incoscienza. 

“Sono partito con gli allenamenti appena finita la scuola, a giugno – racconta Simone ad Abruzzoweb – due, a volte quattro allenamenti a settimana, non tanto nelle discese, quanto nel risalire il fianco del paese. Bisogna farsi il fiato”.

“Una grande soddisfazione per me, perché dopo un terzo posto, a 14 anni, e un secondo posto lo scorso anno, stavolta volevo proprio agguantare la vittoria. Sono riuscito a partire primo e a restare in testa fino alla fine. L’impegno che ho messo nella preparazione mi ha ripagato, anche del dolore ai piedi” racconta.

Sono sensazioni che solo chi corre può in qualche modo descrivere, dalla partenza all’arrivo. La partecipazione stessa è fatta di “Adrenalina pura. Che non ti fa sentire nulla, nemmeno la pelle che si stacca. Te ne accorgi solo quando vedi la chiesetta che si avvicina, cominci a sentire il dolore ma è quello il momento di tenere duro e non fermarsi. Anche se sai che, dopo poco, le medicazioni degli infermieri forse faranno più male del correre scalzi” racconta ancora Simone Di Loreto.





Dopo la vittoria, il giro d’onore per le vie del paese, portato a spalla dai compagni.

A guardarlo e applaudirlo anche gli zingarelli, i bambini fino a 12 anni che corrono scalzi, prima dei grandi, ma per le vie del paese.

La gara dei piccoli ha scaldato gli animi nel pomeriggio presto e ha visto vincitore il dodicenne Daniele Zamputi davanti a Stefano De Chellis, di dieci anni.

La categoria fino a 8 anni ha visto trionfare Alessandro Ultimo seguito da Ivo Ultimo di appena 6 anni.

Il tradizionale appuntamento di settembre ha richiamato anche quest’anno migliaia di persone che hanno affollato le strade e cercato il punto migliore per godersi lo spettacolo.

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