IL DIPENDENTE DEL CENTRO DI RICERCA, ''DUE ANNI SENZA STIPENDIO, E LA REGIONE DECIDE DI NON DECIDERE. SUBITO NUOVA LEGGE SU CENTRO UNICO''

LA RABBIA DEI LAVORATORI COTIR, OCCUPATA LA REGIONE, ”VOGLIAMO RISPOSTE”

di Filippo Tronca

14 Marzo 2017 14:05

Regione - Cronaca

L’AQUILA – Hanno occupato per oltre un ora l’aula delle commissioni consiliari e promettono di restare a dormire dentro il palazzo dell’Emiciclo a L’aquila,  sede del consiglio regionale. Finché la classe politica definita senza mezzi termini “delinquenziale” non darà loro risposte concrete al loro dramma umano e lavorativo.

Sono i dipendenti del Cotir, il Consorzio per la divulgazione e al sperimentazione delle tecniche irrigue, centro di ricerca regionale in liquidazione, i cui 24 dipendenti non ricevono stipendi da due anni, pur continuando a lavorare con inenarrabili sacrifici, in attesa che arrivi la svolta più volte annunciata, ovvero il pagamento delle loro spettanze e l'istituzione di un centro unico regionale della Ricerca, che inglobi anche gli altri due centri di ricerca regionale, il Crab e il Crivea, anch’essi in liquidazione e con i dipendenti non pagati.

La clamorosa protesta, di cui si sono resi protagonisti una quindicina di dipendenti, è scattata questa mattina intorno alle 11, quando erano appena iniziate, con il consueto ritardo, le commissioni prima terza e quinta in seduta congiunta. Ed è terminata, per il momento, alle 12.30, non appena è stata fissato un incontro, per domani, nell’ora da definire, con l’assessore regionale all’Agricoltura Dino Pepe.
In commissione i dipendenti hanno esibito cartelli con su scritto un laconico, ma eloquente, “Centri di ricerca, che si fa?”





“Siamo oramai esasperati, non abbiamo più nulla da perdere, l’ultimo stipendio lo abbiamo ricevuto a marzo 2015” si sfoga Elvio Di Paolo, ricercatore del Cotir, a margine della protesta. E conferma: “questa volta vogliamo risposte concrete, a costo di occupare ad oltranza la Regione, molti di noi tanto per cominciare dormiranno qui questa notte, poi valuteremo il da farsi in base a cosa ci dirà l’assessore Pepe”.

Quello che con forza chiedono i dipendenti Cotir,è  innanzitutto è una variazione di bilancio che consenta di coprire almeno in parte gli stipendi arretrati, tenuto conto che sono stati stanziati un anno fa, ma non ancora liquidati, un milione di euro. E poi che venga finalmente discussa in prima commissione Bilancio e in terza commissione Agricoltura, e poi approvata in Consiglio, il progetto di legge bipartisan che prevede la nascita  del Centro di ricerca regionale unico. I dipendenti non lesinano critiche alla diversità di trattamento riservata dalla Regione ad altre società, come Abruzzo Engineering, salvate tramite trasformazione in società in house, a differenza dei “negletti” centri di ricerca

“Con questo progetto di legge – spiega Di Paolo – che prevede una copertura finanziaria di 1,5 milioni di euro l’anno, si potrà ridare un futuro lavorativo ai dipendenti non solo del Cotir, ma anche ai 21 del Crab e ai due, attualmente part time del Crivea, con un ambizioso progetto di sviluppo. In questo modo potremo finalmente tornare a partecipare a bandi europei, e nazionali, cosa che adesso ci è preclusa per questo assurdo e infinito limbo rappresentato dallo stato di liquidazione”.

Il Cotir, ad esempio, aveva vinto bandi per la ricerca del vecchio Piano di sviluppo rurale (Psr), ma proprio perché in stato di liquidazione, e senza un euro in cassa,  non ha potuto garantire la quota di compartecipazione del 50 per cento, non ricevendo di conseguenza la metà dei fondi europei stanziati.





“La regione, dopo che ci ha tagliato tutti i fondi, sono due anni che decide non decidere, e questo è un atteggiamento delinquenziale! – si accalora il portavoce dei lavoratori Cotir – noi continuano senza ricevere un euro, a portare avanti gli ultimi progetti in corso, come le prove sperimentali sui  fertilizzanti, e sui mutamenti genetici di cereali, anche per conto di aziende private.  Ma tanto quel poco che si incassa, viene subito pignorato dai creditori”.

Infine la frecciata al curaro sui “figli e figliocci” della Regione Abruzzo.

“Il Cotir è stato istituito con legge regionale nel lontano 1982 , tutti noi  siamo stati assunti dopo un concorso per titoli ed esami, davanti ad una commissione indipendente fatta da docenti universitari. Nonostante questo la Regione ha deciso di salvare dal fallimento Abruzzo Engineering.  Evidentemente noi, non essendo stati scelti dalla politica, ma assunti solo per la nostra competenza professionale, non abbiamo mai avuto bisogno di  'padrini e madrine', ed è forze questa la nostra vera debolezza”, conclude Di Paolo.

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