TERAMO – “Sette fosse scavate nel terreno in un cimitero vicino Napoli. Solo la prima è occupata dal cadavere di un piccolo boss della camorra. Sulle altre aleggia una lapide con i nomi già scritti. Più che un avvertimento, una condanna. L’ultimo nome è quello di Michele Vigilante che dopo più di vent’anni di carcere ottiene la libertà anticipata e vuole chiudere definitivamente i ponti con la criminalità organizzata. Ma la caccia all’uomo è già iniziata”.
Sono queste le basi del romanzo La settima lapide di Igor De Amicis, teramano, in uscita oggi per De Agostini Planeta.
Una trama che sembra pescare a piene mani nel suo lavoro di commissario capo di polizia penitenziaria e vice comandante di un carcere di massima sicurezza.
Igor però non è una nuova leva del mondo editoriale: sono anni che scrive titoli per ragazzi assieme a sua moglie Paola Luciani.
Tutti editi da Einaudi, tra questi spiccano bestseller come Giù nella miniera, Malala, una voce contro L’ignoranza e il più recente Roberto Mancini e la terra dei fuochi che narra la storia del poliziotto che scoperchiò il caso all’opinione pubblica.
“È stata un’esperienza strana – ammette scherzosamente ad Abruzzoweb – è il mio primo thriller ma soprattutto il primo scritto senza mia moglie. Anche se devo ammettere che è sempre stata presente, dalla progettazione alla stesura. C’è molto di lei all’interno di questo romanzo”.
I diritti sono già stati acquistati per la traduzione in Spagna e in Germania.
E, come ha confessato il commissario-romanziere, è già al lavoro su un nuovo thriller che vedrà coinvolti alcuni personaggi della “settima lapide”.
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