LABORATORI GRAN SASSO: 424 MILA EURO DI CONSULENZE SU SICUREZZA E PREVENZIONE

di Filippo Tronca

22 Febbraio 2019 06:00

L'Aquila - Economia

L'AQUILA – L'Istituto nazionale di Fisica nucleare (Infn), che gestisce i laboratori del Gran Sasso, investe ingenti risorse in sicurezza ambientale, gestione di scenari di rischio, prevenzione  incendi e tutela legale. Lo fa con  ben quattro consulenze dal valore complessivo di 424 mila euro circa, una delle quali ancora da assegnare attraverso bando. 

Una pioggia di affidamenti motivati dall'assenza negli organici dell'Infn e dei Laboratori, di personale in possesso delle professionalità richieste, e che confermano come sia oramai una priorità l'obiettivo di  azzerare il rischio di sversamenti di sostanze pericolose dai Laboratori alle adiacenti falde acquifere, che danno da bere a 700 mila abruzzesi.

Aspetto al centro anche di inchieste giudiziarie, dopo che nell'estate del 2016, si è verificata nei laboratori la dispersione di diclorometano, un solvente utilizzato nell'ambito dell’esperimento Cupid sul comportamento dei neutrini: la Procura di Teramo a settembre scorso, dopo un anno di indagini, ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati di 10 persone tra cui Fernando Ferroni, presidente dell'Infn, Stefano Ragazzi, direttore dei Laboratori, Raffaele Adinolfi Falcone, responsabile del servizio ambiente dei Laboratori, Dino Franciotti, responsabile della divisione tecnica dei Laboratori. 

Abruzzoweb, a proposito di affidamenti esterni, aveva già riferito del contratto co.co.co., della durata di 36 mesi,  e dal valore di 377 mila euro, a favore di Roberto Saban, già alto dirigente al Cern di Ginevra, e commendatore Ordine al merito della Repubblica Italiana nel 2017. 

Proprio per “studiare nuovi interventi specifici, per la sicurezza, l'impiantistica e le infrastrutture”. Ma come ha inteso chiarire  Antonio Zoccoli, membro della Giunta esecutiva dell'Infn, quella di Saban, “non è un consulenza focalizzata sui soli laboratori del Gran Sasso, ma su tutti e quattro i laboratori e il centri di calcolo italiani dell'Infn”. “Consulenza pagata il giusto prezzo”, e che non si occupa di sicurezza relativamente alla falda acquifera adiacente ai Laboratori. Fermo restando,  aveva aggiunto Zoccoli, che “facendo tesoro delle perizie della Procura, è nel nostro interesse e ferma volontà garantire livelli di sicurezza, che vanno anche oltre a quelle già adottate e previste dalla legge”. 

A tal proposito va ricordato che la Giunta regionale ha approvato, il 25 gennaio 2019, una delibera in cui sono stati messi finalmente nero su bianco gli interventi che sia l'Infn che la società Strada dei Parchi (anche il tratto autostradale A24 del tunnel del Gran Sasso da lei gestito, rappresenta un potenziale pericolo), si sono impegnati a realizzare con un protocollo d'intesa,  per mettere finalmente in sicurezza le falde acquifere, con interventi quantificati in 160 milioni di euro.





La raffica di consulenze si inquadra proprio in questo scenario dove è diventata prioritaria la minimizzazione del rischio, in attesa della realizzazione delle opere infrastrutturali, ed anche in vista della loro progettazione e funzionalità.

E così con una delibera del 25 gennaio scorso, il consiglio direttivo dell'Infn  ha affidato una prima consulenza, della durata di 24 mesi, all'ingegnere di Domodossola Domenico Barone, “sulla prevenzione degli incendi rilevanti e alla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro”,  nei laboratori nazionali del Gran Sasso,  per un costo complessivo di 155.912 euro più spese di vitto, alloggio e viaggio.

Nella stessa delibera si affida una seconda consulenza, questa volta a beneficio dei Laboratori nazionali del sud, con sede a Catania,  uno dei quattro dell'Infn in Italia, all'ingegnere Giuseppe Carmelo Cannizzaro, per l'attività di “system manager per la realizzazione di nodi sottomarini”, della durata di 18 mesi, al costo di 135 mila euro più spese. I Laboratori del sud, giova ricordare, effettuano anche l'acquisizione dei dati provenienti dai rivelatori sottomarini, collegati a terra tramite un cavo elettro-ottico, per studiare il comportamento dei neutrini.

Nella delibera si specifica, in entrambi i casi, che questi compiti non possono essere affidati al personale dipendente dei Laboratori del Gran Sasso, né a quello dei Laboratori nazionali del Sud.

Ancor prima, con la determinazione numero 219 del 30 novembre scorso, a firma del direttore generale Infn Bruno Quarta, è stata affidata con “urgenza” alla società Ramboll Italy, al costo di 48.190 euro lordi,  una consulenza “tecnica e ambientale riferita alla situazione dei laboratori del Gran Sasso”.

La Ramboll Italy è un'articolazione di una multinazionale leader a livello mondiale nel settore dell'ingegneria ambientale, in particolare nella progettazione di impianti di depurazione, potabilizzazione, sistemi di controllo e qualità delle acque.

Ancora,  il 14 dicembre scorso è stata avviata un'indagine di mercato per “l'affidamento di servizio di supporto alla gestione delle crisi tecniche e mediatiche”,  al costo di 122 mila euro lordi per sei mesi. Il bando pubblicato per 13 giorni,  e chiuso a fine dicembre è stato assegnato il 21 gennaio di quest'anno con un ribasso d'asta a 91 mila euro, alla Deloitte Risk Advisory, società della multinazionale Deloitte, che opera nel settore dei servizi in materia di corporate governance, sistemi di controllo interno, gestione dei rischi aziendali, regulatory compliance, e privacy.





Al committente si richiede decennale esperienza “nell'analisi di contesto di crisi”, nei laboratori del Gran Sasso, con “l'individuazione delle principali azioni da intraprendere e strumenti da adottare per il positivo superamento della crisi in atto”, grazie anche a competenze specifiche “in materia legale, ingegneristica, ambientale e di comunicazione in situazione di crisi”. Infine si richiede “la somministrazione di corsi di formazione atti a migliorare le competenze” del gruppo di lavoro costituto dal personale dipendente ed associato all'Infn.  

Infine è in via di aggiudicazione, l'affidamento biennale, dal valore di 128.880 euro lordi, di un servizio “di studio, consulenza e assistenza legale in materia di governo del territorio, di urbanistica, di vincoli edilizi, paesaggistici ed ambientali, con riferimento all'ambito, civilistico, penalistico ed amministrativo e con espressa esclusione dei procedimenti giudiziali” nell'interesse dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso.

Le buste dell'offerta tecnica sono state aperte il 4 febbraio scorso, le buste con l'offerta economica l'11 febbraio. In gara sono gli studi legali Piselli&partners, Gandino Paire, Alessandro Dal Molin e Piccozzi Morigi.

Al di là delle consulenze e bandi fin qui elencati, la vera svolta, per la sicurezza dei Laboratori, sarà la realizzazione delle misure e delle opere previste negli allegati della delibera di giunta di gennaio scorso.

Li ricordiamo: i laboratori dovranno dotarsi di spettrometri di massa che dialogano tra loro e con quelli delle Asl e della Arta, dovranno impermeabilizzare tutta la pavimentazione, inoltre ci sarà lo smontaggio controllato dei due esperimenti in corso, che non sono in linea con la direttiva Seveso, perché realizzati troppo vicini alla falda acquifera e con materiali potenzialmente pericolosi.

Ogni nuovo esperimento dovrà essere sottoposto a Valutazione di incidenza ambientale, la Vinca,  e si pongono limiti stringenti allo stoccaggio di materiali potenzialmente pericolosi dentro i laboratori.

Per quanto riguarda invece l'autostrada, dovrà essere impermeabilizzato l'intero sedime stradale, andranno sostituiti i dreni in pvc, che dovranno essere realizzati in acciaio inox. Andrà sostituito anche il grande tubo di raccolta delle acque, ora di cemento, e dovrà essere in ghisa sferoidale. Alle due estremità della galleria andranno realizzati due potabilizzatori, che serviranno quando ci saranno i lavori e l'acqua inevitabilmente si intorbidirà. Due depuratori dovranno ripulire l'acqua di scarico, che va a finire nei fiumi Raiale e Mavone.

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