LABORATORI GRAN SASSO: PER IL MINISTERO I PIANI DI EMERGENZA SONO ADEGUATI

21 Marzo 2019 06:15

Teramo - Cronaca

TERAMO – Il sistema di prevenzione degli incidenti nei laboratori del Gran Sasso è adeguato alla normativa e il piano d'emergenza è stato aggiornato. 

A metterlo nero su bianco è il ministero dell'Ambiente, rispondendo alle sollecitazioni dell'Osservatorio indipendente per l'acqua del Gran Sasso, che riunisce 11 associazioni e si batte da anni per la tutela dell'acquifero. L'Osservatorio, però, non è del tutto soddisfatto e sottolinea come del finanziamento dei lavori necessari per la messa in sicurezza non vi sia traccia. 

A interessare il ministero dell'Ambiente sul caso Gran Sasso facendo da tramite con gli ambientalisti, come ricorda Il Centro, è stato il deputato teramano del Movimento 5 Stelle Fabio Berardini che rende noto il testo della risposta del ministero. Il quale innanzitutto chiarisce come i gestori degli stabilimenti soggetti alla disciplina “Seveso” – e i laboratori del Gran Sasso sono tra questi – siano soggetti al controllo dei comitati tecnici regionali (Ctr), organi del ministero dell'Interno.





E poi entra nel merito, scrivendo: “Da quanto agli atti risulta che l'ultima ispezione effettuata dal Ctr Abruzzo nel 2017, il cui rapporto finale è stato esaminato dal Ctr medesimo il 16 gennaio 2018, ha evidenziato che il Sistema di gestione della sicurezza per la prevenzione degli incidenti rilevanti dei laboratori interessati risulta sostanzialmente adeguato alla normativa, salvo alcuni aspetti per i quali lo stesso Ctr ha formulato raccomandazioni al gestore”. 

L'Osservatorio per l'acqua aveva evidenziato criticità specifiche in merito all'espletamento, da parte dei laboratori, degli adempimenti prescritti dalla normativa “Seveso”: il rapporto di sicurezza (Rds) e il Pee (piano di emergenza esterno).

Il ministero risponde: “Il Ctr Abruzzo, nelle sedute del 23 ottobre e 7 novembre 2018, ha esaminato la relazione conclusiva dell'istruttoria sul Rapporto di sicurezza presentata dal gestore nel 2016 ed espresso il parere di competenza sullo schema di Pee. In particolare: il Ctr ha concluso l'istruttoria con l'accettazione del Rds ed ha prescritto, per quanto attiene la valutazione della problematica delle interferenze con le acque di falda, le misure necessarie per il miglioramento del livello di sicurezza dei laboratori, da attuare da parte del gestore in tempi congrui e comunque entro termini ben definiti”. 





“Il Ctr ha esaminato i contenuti dello schema di Pee, approvandolo; il piano aggiorna il precedente Pee del 2008, tenendo conto delle interferenze tra laboratori Infn, gallerie autostradali e acquifero in coerenza con gli esiti dell'istruttoria del Rds 2016. In ogni caso – conclude la risposta, – il ministero dell'Ambiente, considerata la particolare delicatezza del tema, provvederà a vigilare costantemente sul rispetto degli adempimenti normativi previsti”.

“I laboratori stanno mettendo a posto quello che mancava per rispettare la normativa Seveso – è il commento di Massimo Fraticelli, uno dei portavoce dell'Osservatorio indipendente – e peraltro, se togliessero le sostanze pericolose stoccate al loro interno sarebbero fuori da quella direttiva. Ma resta aperto il problema della sicurezza dell'acquifero. A quattro mesi dal documento varato da tutti i soggetti interessati, che prevedeva una spesa di 172 milion per la messa in sicurezza, non è successo niente”.

“Noi abbiamo scritto alle commissioni ambiente di Camera e Senato e ai tre ministeri interessati per sollecitare il finanziamento di queste opere, visto che la Regione quei soldi non li ha. Nessuna risposta. Avevamo anche chiesto a sindaco di Teramo e presidente della Provincia di promuovere un incontro di tutti i sindaci interessati dal problema acqua per fare pressioni sul Governo, ma anche qui niente. Ora – conclude Fraticelli – abbiamo chiesto un incontro al nuovo governatore Marsilio e lo avremo in settimana”.

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