LANCIA FIGLIA E SI SUICIDA: COGNATO, ”PERCHE’ NON LO HANNO FERMATO? INCREDIBILE”

23 Maggio 2018 12:45

Pescara - Cronaca

CHIETI – “Mi viene difficile poter credere che sia sfuggito l'atteggiamento di questa persona, distaccata, in preda ad uno stato che non aveva un aspetto di normalità. Faccio fatica a credere che questo possa essere sfuggito ad una pattuglia di polizia”.

Lo dice all'Ansa Francesco Angrilli, fratello di Marina, in merito alla testimonianza secondo cui sul luogo dove è caduta la donna a Chieti fosse arrivata una volante quando sul posto era ancora presente il marito, Fausto Filippone, che l'avrebbe spinta di sotto.





“Sono sconvolto dalle notizie che ho letto”, ha aggiunto.

“Mi auguro che la dinamica non sia questa”, ha continuato Francesco Angrilli.

E ancora: “Vorrei sperare che non sia così. Spero che la pattuglia sia arrivata dopo che lui si è allontanato. A me riesce difficile credere che una pattuglia della polizia presente sul posto lasci andare via una persona in quelle condizioni, cioè come Filippone è stato descritto dall'uomo che ha soccorso mia sorella”.





Incredulità anche rispetto al comportamento che la polizia “ha avuto con me e con l'altra mia sorella. Ho notato sempre un'attenzione, una sensibilità… questo cozza con questo comportamento, per cui mi auguro che la dinamica dei tempi non sia proprio quella e provo ad immaginare che la pattuglia della polizia sia arrivata quando lui si era già allontanato”.

“È chiaro – ha concluso – che questo aggiungerebbe dolore al dolore: siccome il rapporto che ho avuto con le forze dell'ordine è encomiabile io immagino che loro siano arrivati dopo che mio cognato se n'era andato”.

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