L’AQUILA: RICOSTRUZIONE EDIFICIO FERMA DA 2 MESI, CONDOMINO, ”VIA SERTECH, VOGLIAMO ALTRA DITTA”

di Marianna Galeota

8 Febbraio 2016 10:39

L'Aquila - Cronaca

L'AQUILA – Sono due i mesi di stop ai lavori di ricostruzione del condominio Fiordigigli in via Beato Cesidio all’Aquila, il cui cantiere è in capo alla Sertech, l’impresa veneta in crisi di liquidità che ha bloccato i lavori in 12 dei trenta cantieri aperti nel capoluogo.

A denunciare la fase di stallo è il proprietario di uno degli appartamenti del palazzo Paolo Fiordigigli che annuncia battaglia in vista della prossima riunione di condominio nella quale ha intenzione insieme ad altri condomini “di richiedere la sostituzione della ditta per accelerare sui lavori”.

“L’amministratore di condominio e l’ingegnere, appoggiati da alcuni condomini tuttavia non vogliano farlo, continuando a mantenere una ditta che di fatto ha fermato il cantiere – aggiunge – I proprietari sono divisi da mesi tra chi vuole sostituire la ditta e chi invece non ne ha alcuna intenzione, situazione questa che di fatto paralizza la ricostruzione dell'edificio”.

Il palazzo ha avuto il contributo di 3.5 milioni per l’abbattimento e ricostruzione a maggio dello scorso anno e i lavori sono partiti contestualmente all'erogazione dei fondi.





I lavori di demolizione sono stati eseguiti e terminati in subappalto dalla ditta Cicolani a dicembre, quando sarebbe dovuta subentrare Sertech per ricostruire l’edificio.

“Dopo lo stop di due mesi, inoltre, un ordine di servizio del 18 gennaio del direttore dei lavori ha fissato la ripresa del cantiere per il 2 di febbraio, “ma per il momento il cantiere è ancora deserto e la ditta non ha fatto sapere nulla – aggiunge Fiordigigli – Inoltre la ditta Cicolani risulta ancora non pagata per la demolizione”.

Non ha ancora avuto seguito tuttavia l’annuncio messo nero su bianco dalla Sertech di riaprire i cantieri fermi  entro il 1 febbraio negli aggregati aquilani dove vivono centinaia di persone che vedono oramai la ricostruzione di casa loro come una chimera.

Sertech era finita nell’occhio del ciclone per aver ereditato, prima che subentrasse il divieto di cessione di appalti della ricostruzione e di rami di azienda, alcuni cantieri dalla Palomar altra ditta veneta in crisi già impegnata nel Mose.

A sua volta la Palomar era subentrata alla Consta spa di Padova, che aveva a sua volta rilevato gli appalti da Consta consorzio stabile.





“Come noto la Sertech sta rescindendo diversi contratti di appalto relativi ad altri stabili condominiali, dopo essere subentrata alle altrettanto note imprese Costa S.p.a. e Palomar S.p.a. tutte facenti parte del gruppo Mantovani – specifica – Dalle informazioni fornite per le vie brevi dal nostro amministratore, intenderebbe portare a termine i lavori impegnandosi per iscritto nei confronti del condominio al rispetto dei tempi di esecuzione”.

“Nell’ultima assemblea condominiale tenutasi lo scorso 21 dicembre, abbiamo richiamato l’attenzione del nostro direttore dei lavori affinché intimasse all’impresa l’avvio dei lavori entro il perentorio termine di 15 giorni come da contratto, pena l’automatica risoluzione del contratto –  sottolinea Fiordigigli – Tuttavia sembra che l’ordine di servizio recapitato in data 18 gennaio 2016 non abbia sortito alcun esito”.

“Dalle informazioni fornite per le vie brevi dal nostro amministratore la società Sertech intenderebbe portare a termine i lavori impegnandosi per iscritto nei confronti del condominio rispetto dei tempi di esecuzione”, prosegue.

Una nuova assemblea di condominio è stata convocata per domani 9 febbraio proprio per ratificare il nuovo accordo raggiunto con l’impresa appaltatrice.

“Mi batterò affinché  ciò non avvenga, sono infatti convinto che rinnovare la fiducia alla Sertech già inadempiente all’ordine di servizio dello scorso 18 gennaio, costituisca un grave imprudenza – conclude  – Non voglio subire danni dovuti al ritardo con cui rientrerò in casa né sostenere spese per l’eventuale riduzione del contributo pubblico per l’ultimazione dei lavori oltre i termini di legge. Rammento pubblicamente al mio amministratore ed al mio direttore dei lavori che è loro precipuo dovere  tutelare i legittimi interessi dei condomini, mi auguro che lo tengano bene a mente”.

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