LAVORI PUBBLICI: CORTE DEI CONTI AMMONISCE AMMINISTRATORI, NO A SCORCIATOIE NEGLI ITER

di Marco Signori e Filippo Tronca

17 Febbraio 2017 11:40

Regione - Cronaca

L'AQUILA – Fare presto non deve essere a tutti i costi un imperativo nella realizzazione di opere pubbliche: è il monito agli amministratori locali del procuratore regionale dell'Abruzzo della Corte dei Conti, Maurizio Stanco, che nella sua relazione inaugurale dell'anno giudiziario, ha puntato l'indice contro i numerosi contenziosi frutto di procedure che spesso per scongiurare il rischio di perdere i finanziamenti, finiscono per essere illecite.

In molti casi si arriva all'aggiudicazione dei lavori “in assenza delle preventive necessarie autorizzazioni – ha fatto osservare il procuratore – e ciò nell'intento di rispettare i termini previsti dal programma del finanziamento che avevano conseguito” gli enti locali.

Stanco ha ammonito gli amministratori che utilizzano “un espediente elusivo dei termini previsti dalla disciplina del finanziamento con una mera apparenza di adempimento del programma di realizzazione dell'investimento”, ricordando che “l'interesse perseguito della salvaguardia del finanziamento ottenuto, non può ricevere alcun giudizio di meritevolezza, e non può minimamente legittimare la violazione di elementari principi che presiedono all'attività negoziale”.

Tra le citazioni in giudizio considerate di maggior rilievo da Stanco, nel 2016 ci sono la vicenda dell'affitto dell'ex Optimes da parte dell'Università dell'Aquila per ricollocare la facoltà di Ingegneria all'indomani del terremoto del 2009, per la quale è stato contestato un danno di 538mila euro a rettore e direttore generale dell'epoca, quella dell'acquisto di autoricambi a prezzi maggiorati per i mezzi della società regionale di trasporti Tua, per il quale sono stati citati in giudizio 21 dipendenti, e la vicenda del direttore dell'Agenzia delle entrate di Pescara, al quale è stato chiesto un risarcimento di quasi un milione di euro per aver annullato atti impositivi nei confronti di una ditta.





“Dall'esame delle deliberazioni di riconoscimento debito fuori bilancio che le amministrazioni locali sono tenute a trasmettere” alla magistratura contabile, ha poi evidenziato il procuratore, “sono emerse molteplici situazioni nelle quali si è pervenuti al pagamento di risarcimenti, interessi e spese legali causati da soccombenza in sede giudiziale cagionati da comportamenti antidoverosi”.

Stanco ha poi ricordato le “numerose iniziative risarcitorie interessanti fattispecie d'illegittima percezione di contributi e incentivi pubblici”, tra cui assumono particolare rilievo quelle che hanno riguardato l'area del cratere del terremoto del 2009.

Sono 1.191 le vertenze aperte nel corso del 2016, con un incremento rispetto all'anno precedente, 77 quelle definite con atti giudiziari e 2.767 in tutto quelle pendenti al 31 dicembre 2016: le maggior parte delle denunce ha origine dalle stesse amministrazioni pubbliche, statali, regionali e locali, buona parte da privati e anche dagli stessi organi di stampa.

Un appello alla classe politica, volto a chiedere più risorse e personale, ad oggi di oltre il 30 per cento inferiore al necessario, al fine di rendere ancora più efficiente un organismo a presidio del buon uso dei soldi dei cittadini e baluardo contro la corruzione, è invece arrivato dal presidente della sezione Giurisdizionale Tommaso Miele.





Anche perché, come si può evincere dalla relazione, molto critico resta il fronte del danno erariale causato dalla cattiva e spesso fraudolenta amministrazione della cosa pubblica, da parte di amministratori di vertice ma anche dipendenti pubblici, infedeli o semplicemente incapaci e non all'altezza.

Danni causati ad esempio dalla piaga dell'assenteismo, o dall'indebita concessione di finanziamenti pubblici, compresi anche quelli per ricostruzione post-sisma.

Nel corso del 2016 la sezione abruzzese ha emesso 46 sentenze, di cui 24 di condanna.

La Corte dei Conti è poi oggi chiamata a controllare anche l'operato della Regione Abruzzo, a presidio degli equilibri di bilancio. E nella sua relazione il presidente Miele ha ricordato in particolare l'esito non certo positivo delle verifiche sulle coperture finanziarie delle leggi regionali approvate fino a maggio 2016. Esame che ha evidenziato forti anomalie nel 70 per cento dei casi: ovvero per i due terzi delle leggi è stata trascurata la copertura o è stata ottenuta con aumenti apodittici e non dimostrati delle entrate.

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