PALLOTTA TORNA A SOLLECITARE MISURA DOPO ANNI DI ANNUNCI; AVVIATO ITER PDL CENTROSINISTRA, PRESIDENTE REGIONE IN CAMPAGNA ELETTORALE, ''L'APPROVEREMO ENTRO L'ANNO''

LEGGE EDITORIA: IN ABRUZZO ANCORA CHIMERA ODG, ”MARSILIO APPOGGI NORMA LEGNINI”

di Filippo Tronca

14 Ottobre 2019 07:45

Regione - Politica

L'AQUILA – Trenta domande arrivate, da imprese di informazione, con giornalisti assunti e regolarità previdenziale, ventuno quelle ammesse, dieci progetti subito finanziati, con a disposizione risorse per complessivi 1,4 milioni di euro. 

Ovviamente, non stiamo parlando dell'Abruzzo, ma della Toscana, dove una legge a sostegno dell' editoria esiste da anni, come del resto in quasi tutte le regioni italiane.

In Abruzzo si è invece da anni ancora alle pie intenzioni, tutt'al piu' ai progetti di legge di incerta e risicata copertura, che si impantanano nella commissione regionale, senza arrivare mai in aula. L'ultimo testo presentato, e di cui è stato incardinato l'iter a metà agosto, è stato confezionato dall'opposizione di centrosinistra in Regione, con primo firmatario Giovanni Legnini

Poi però non se ne è saputo più nulla. Il presidente dell'Ordine dei giornalisti, Sfefano Pallotta, contattato da Abruzzoweb, spiega a tal proposito, che “nessuno finora ci ha convocati, nessuno ci ha chiamati”. 

Brutto segno, visto che l'interlocuzione con l'ordine professionale dovrebbe essere uno dei primi ed ineludibile passaggi. Il pessimismo è pertanto compresibile: basta mettere mano alla cronistoria degli annunci rimasti tali, da parte della classe politica abruzzese. Limitandosi  al solenne impegno del 2015 da parte dell'allora presidente del consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio, del Partito democratico, che indicò come “priorità assoluta” un provvedimento volto ad aiutare il mondo dell'informazione abruzzese, in profonda crisi a causa della flessione della vendita dei quotidiani cartacei, dell'asfitticità del mercato pubblicitario, che non compensa gli altri costi di gestione delle testate, in particolare quelle televisive. Un settore gravato poi dalla piaga del precariato, e dei bassi compensi. 

Ne e' seguita la presentazione di ben due progetti di legge, uno a firma della presidenza del Consiglio, l'altro a firma di Maurizio Di Nicola, consigliere regionale di Centro democratico. Testi più o meno simili. A seguire discussioni e audizioni, rimaneggianti e distinguo, e infine l'accorpamento dei due testi. E' andata a finire che la legislatura è scivolata via, con la legge che è rimasta un pezzo di carta, conservato sopra qualche scaffale. Il vero problema era in realtà la mancanza di coperture economiche, o meglio la decisione, tutta politica, di destinare le risorse a disposizione per altri fini e ad altri beneficiari.

Nuova leglislatura, nuovo giro di giostra: a febbraio di quest'anno, ad una manciata di giorni dalle elezioni regionali, i candidati del centrosinistra, Giovanni Legnini, e del centrodestra, Marco Marsilio, hanno solennemente sottoscritto l'impegno nei confronti dell'Ordine dei giornalisti di calendarizzare nel primo anno della legislatura, una legge regionale di sostegno all'editoria. Partendo dal presupposto che “l'Abruzzo è una delle poche regioni italiane, se non l'unica, a non avere oggi una normativa che, nell'aiutare un settore – pilastro della convivenza democratica – ristabilisca regole premianti per aziende virtuose e consenta la tutela e il rafforzamento dell'occupazione, contrasti la deregulation e il lavoro nero che stanno distruggendo l'economia del settore”.

A non firmare, per la cronaca, la candidata presidente del Movimento 5 stelle, Sara Marcozzi, e di Casapound, Stefano Flajani.





Legnini ha mantenuto l'impegno, anche se non è diventato presidente della Regione. E nel suo pdl è prevista una copertura di due milioni di euro nel biennio, piu o meno in linea con quanto disposto nelle altre regioni.

Tocca vedere se Marsilio a sua volta, presenterà entro dicembre, come da impegno assunto, un testo targato centrodestra, o convergerà su quello di Legnini.

La seconda ipotesi è quella auspicata da Pallotta.

“L'auspicio è che anche la maggioranza appoggi il testo già presentato in commissione, magari a seguito di modifiche e integrazioni”. E aggiunge, “l'informazione non può più attendere un sostengo di carattere strutturale. Il mondo dell'informazione è un bene strategico, non solo per la società e la democrazia, ma anche per i livelli produttivi, lì dove c'è cultura, c'è ricchezza”.

COSA PREVEDE IL PDL LEGNINI 

Il progetto di legge regionale, “Misure a sostegno del pluralismo dell’informazione e della comunicazione istituzionale“, è a firma di Giovanni Legnini e Americo Di Benedetto (Legnini presidente), Silvio Paolucci Dino Pepe (Partito democratico) e Sandro Mariani (Abruzzo in Comune),

Per prima cosa si stabilisce chi sono i potenziali beneficiari: “emittenti radiofoniche e televisive”, via etere e digitale terrestre, compresi i soggetti che trasmettono esclusivamente via web, streaming, applicazione on demand iOs/Android/Windows o con trasmissione del segnale con tecnologie satellitari, poi le “imprese e organismi di informazione”, “stampa quotidiana o periodica a mezzo cartaceo” e “testate giornalistiche online”, “agenzie di stampa quotidiana via telematica e web”, “iniziative di informazione e comunicazione attivate dalla Regione e dagli enti locali dell’Abruzzo”, escluse le convenzioni con le agenzie di stampa per la diffusione di notiziari regionali in favore delle imprese editoriali della regione. Tutte ovviamente con sede operativa nell’ambito del territorio regionale, e che realizzano e diffondono notiziari informativi con contenuti a valenza regionale. 

Il pdl prevede che possono beneficiare degli interventi, solo chi si avvale per l’attività giornalistica, di “personale iscritto all'albo dei giornalisti, con rapporto di lavoro disciplinato secondo la contrattazione collettiva nazionale ed aziendale del settore giornalistico o retribuito mediante equo compenso”, nonché “pubblicisti e praticanti dipendenti con rapporto di lavoro regolato dai contratti nazionali di lavoro regolato del settore giornalistico, ed in regime di regolarità retributiva e contributiva”.

E ci sono anche importanti esclusioni: le emittenti televisive ed i fornitori di contenuti sanzionati dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) per violazione delle disposizioni in materia di tutela dei minori, compiuta successivamente alla entrata in vigore della legge.

Escluse anche le imprese editoriali non in regola con i pagamenti delle spettanzedel personale e dei relativi oneri previdenziali ed assistenziali, attestati mediante certificazione di regolarità contributiva rilasciata dall’Inpgi, l'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani. E' possibile però accedere ai benefici con il versamento della prima rata, salvo revoca d’ufficio, con obbligo di restituzione integrale nel caso di mancato adempimento dei successivi pagamenti.





La prima misura prevista per le imprese editoriali è quella di “contributi per l’occupazione”, con una copertura prevista in 500 mila euro per il 2020 e 500 mila euro per il 2021.

In particolare sono previsti 10 mila euro di contributo per ciascuna nuova assunzioni di personale giornalistico, tecnico, amministrativo con contratto a tempo indeterminato, e di 4 mila euro per l'assunzione e a tempo determinato, anche a tempo parziale non inferiore al 50 per cento, nonché la trasformazione dei rapporti di lavoro part-time a tempo indeterminato in rapporti di lavoro a tempo pieno. Nel caso di contratti a tempo parziale, gli importi sono proporzionalmente ridotti.

Ci sono poi i “contributi per l’innovazione tecnologica”, in conto capitale o in conto interessi per l’acquisto di dotazioni strumentali e mezzi di produzione finalizzati all’innovazione tecnologica e destinati alla diffusione delle notizie e delle pubblicazioni, nonché alla produzione editoriale e alla filiera della distribuzione. In questo caso la copertura è di 250.000 nel 2020, e poi anche nel 2021.

Un sostegno indiretto è rappresentato dal “credito di imposta per investimenti pubblicitari”, di cui possono beneficiare le imprese. 

Si precisa che “gli investimenti ammessi ad usufruire del credito di imposta sono quelli relativi all’incremento rispetto alla media degli investimenti effettuati nel biennio precedente. Il credito di imposta sarà pari ad una percentuale del valore incrementale degli investimenti pubblicitari effettuati nell’anno di riferimento, e potrà essere fatto valere esclusivamente sull’Irap”. 

Dovrà essere la giunta regionale con un regolamento attuativo, a stabilire la percentuale per l’attribuzione del credito di imposta, e le modalità di accesso nel loro dettaglio. La copertura è prevista in 250 mila euro per il 2020 e 250 mila euro per il 2021.

Ci sono infine i “contributi ai piccoli comuni” per le spese di gestione relative alla informazione e comunicazione istituzionale, per una quota del 50 per cento.

I contributi sono destinati ai comuni con popolazione pari o inferiore ai cinquemila abitanti, che realizzino le attività in forma associata, ed ai comuni con popolazione da cinquemila a quindicimila abitanti, in forma singola o associata. 

In questo caso la copertura sarà stabilita in base alle domande pervenute.

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