IL PRELATO SI E' DIMESSO DAGLI INCARICHI, E RINUCERA' AI RISARCIMENTI

LOVE STORY CON DONNA SPOSATA: INTERVIENE LA CURIA AQUILANA, DON VITO E’ RIABILITATO

1 Agosto 2017 18:23

L'Aquila - Cronaca

L'AQUILA – Don Vito Isacchi, il sacerdote finito nella bufera per una storia d'amore con una donna sposata, scoperta e denunciata dal marito tradito, per la Chiesa è un sacerdote “recuperato”, quindi riabilitato a tutti gli effetti, ma nel frattempo si è dimesso da tutti gli incarichi che gli sono stati affidati e intende rinunciare al risarcimento, previsto dal dettato della sentenza.

Secondo quanto si è appreso, poi confermato da una nota della Curia, dal 2008 – ai tempi della relazione quando era vice parroco della parrocchia della chiesa di San Giustino a Roma – al 2011 quando è arrivato a L'Aquila, ha fatto “un percorso di discernimento vocazionale” per capire se rimanere nella chiesa oppure lasciare gli abiti talari.

Un cammino nel quale è stato seguito da monsignor Giovanni D'Ercole, ora vescovo di Ascoli Piceno, che lo ha portato con sé a L'Aquila quando è diventato ausiliare.

Don Vito Isacchi, di origini bergamasche e incardinato nella diocesi di Bergamo, da ruoli umili, gradualmente si è fatto apprezzare fino a diventare cerimoniere di D'Ercole e poi dell'attuale arcivescovo dell'Aquila, monsignor Giuseppe Petrocchi.

Stando a fonti interne alla curia aquilana, la decisione sul futuro del prelato da parte di monsignor Petrocchi che dovrà sentire anche la curia di Bergamo da cui dipende don Vito, non sarà esemplare, essendosi egli “pentito e redento”: per motivi di opportunità potrebbe vedersi avvicendato dal compito di cerimoniere, che poi equivale al ruolo di segretario particolare dell'arcivescovo.





Intanto, don Vito è rimasto a L'Aquila, anche se con la bocca cucita dopo l'uscita della notizia e la pubblicazione della sentenza.

LA NOTA DELLA CURIA

“Sulla vicenda di don Vito Isacchi, comparsa da alcuni giorni sulla stampa, è importante fare alcune precisazioni”, dice la Curia in una nota.
 
“Don Vito Isacchi è un sacerdote incardinato nella Diocesi di Bergamo e dipende a tutti gli effetti dal Vescovo di quella Chiesa.
La vicenda, a cui si fa riferimento, è accaduta circa dieci anni fa. Dalle informazioni raccolte, risulta che a suo tempo la questione fu esaminata attentamente dall’Ordinario della Diocesi di Bergamo che, insieme ai Suoi Collaboratori, prese decisioni ritenute utili al superamento del problema che era emerso”.

“Fu richiesto a don Vito di impegnarsi in un itinerario ascetico e spirituale, da compiersi in un specifico contesto di accompagnamento personale e comunitario. Tale percorso è stato regolarmente concluso, secondo i tempi previsti e le forme stabilite”.

“Nel 2010 don Vito giunse a L’Aquila, come membro di una Delegazione-Caritas, inviata dalla Diocesi di Bergamo, per portare conforto fraterno e aiuti materiali alla popolazione terremotata. Nel quadro di questa missione, incontrò mons. D’Ercole, che poi lo affiancò nel cammino spirituale e lo scelse come suo collaboratore. Gradualmente si inserì nella vita della Chiesa aquilana, impegnata a testimoniare la luce e la forza del Vangelo nella drammatica situazione provocata dal sisma”.

“Nel gennaio 2015 è stata sottoscritta una convenzione tra mons. Beschi, Vescovo di Bergamo, e mons. Petrocchi, Arcivescovo di L’Aquila, in forza della quale, per un triennio, è stato concesso a don Vito Isacchi di esercitare il ministero pastorale a servizio della Comunità ecclesiale aquilana”.





“Negli anni trascorsi a L’Aquila, don Vito ha dato prova di fattiva dedizione nel suo ministero e di efficace competenza nello svolgimento dei compiti che gli sono stati assegnati. Nelle parrocchie dove ha operato, si è guadagnata la stima e l’affetto della gente che ha incontrato. Mai si sono registrati problemi di ordine morale”.

“In data 01/08/17, a seguito dell’articolo comparso su un quotidiano, don Vito ha scritto una lettera all’Arcivescovo, mons. Petrocchi, nella quale, per evitare disagi alla Diocesi, si è dimesso da tutti gli incarichi che gli sono stati affidati”.

“In questa lettera, don Vito riconosce la sua responsabilità morale e chiede scusa per il turbamento e le sofferenze provocate alla Comunità ecclesiale e sociale. In particolare, precisa che intende rinunciare al risarcimento, previsto dal dettato della sentenza”.

“L’Arcivescovo, per ragioni di opportunità pastorale, ha deciso di sostituire don Vito Isacchi negli incarichi che rivestiva a livello diocesano; mentre lo invita a mantenere, per il momento, le attività nelle Comunità parrocchiali, al fine di assicurare continuità ministeriale”.

“L’Arcivescovo esprime profondo rammarico per l’accaduto e ricorda che la Chiesa esorta alla fedeltà, ma anche proclama la misericordia; conosce la fragilità umana, ma anche punta alla conversione suscitata dalla grazia; soffre per le ferite provocate dal male, ma anche gioisce per la “novità evangelica” che lo Spirito del Risorto può accendere nel cuore dei credenti”.

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