MAP TOUR/BAZZANO: I RESIDENTI, ”SIAMO SOLI, CI ARRANGIAMO”

di Federica Tazza

18 Gennaio 2012 08:14

L'Aquila - Gallerie Fotografiche

I Map, Moduli abitativi provvisori, ospitano i cittadini che hanno la casa distrutta o inagibile in tutti i comuni del “cratere”.

Sono stati tirati su anche per gli abitanti delle frazioni dell’Aquila che avevano la loro abitazione classificata “E”, “F” o in “zona rossa”.

Vere e proprie casette a uno, massimo due piani, realizzate in legno e altri materiali dalle ditte più disparate e da una pluralità di enti finanziatori, costituiscono tutt’oggi un rifugio molto importante per oltre 7 mila persone.

Come si vive nei Map? Dopo aver indagato su usi e costumi assunti dai cittadini terremotati nei 19 nuclei del progetto C.a.s.e., AbruzzoWeb comincia questo nuovo viaggio all’interno delle altre casette provvisorie.

Un “Map Tour” per capire cosa va e cosa non va, dove si potrebbe migliorare e quali sono gli aspetti positivi. Buona lettura.





L’AQUILA – “Bisogna sapersi arrangiare”. È questa la chiave per sopportare lo shock di un cambiamento improvviso, come può essere la perdita di una casa costruita con quarant’anni di duro lavoro.

C’è chi si lamenta degli spazi piccoli e chi della mancanza di un punto di ritrovo, ma comunque, ai 42 alloggi dei Map (Moduli abitativi provvisori) di Bazzano (L’Aquila), tutti ringraziano il cielo per aver ritrovato, dopo svariati mesi di tenda, un tetto stabile.

“Io non mi lamento perché hanno fatto anche troppo – dice Nicolina Tarquini – c’è solo un problema: siamo soli”.

La signora, di una certa età, lamenta la scarsa manutenzione degli edifici. “Dal soffitto cade la sabbia – spiega Nicolina – le porte e le finestre si chiudono male e il pavimento (finto parquet) si rialza. Addirittura a un signore del piano di sopra piove dentro casa. Si è rotta la caldaia e ho dovuto pagare io. Paghiamo tutto, acqua, metano, gas, luce, solo della spazzatura ancora non ci è arrivata in bolletta, mentre sappiamo che al progetto C.a.s.e. non le pagano le utenze”.

“Io qui sto bene – spiega Nicolina Aquilio – Certo, stiamo stretti, ma ci arrangiamo. Abbiamo adattato la stanza di mio nipote a sgabuzzino e quando torna per le vacanze dorme tra gli utensili e le riserve, su un letto dove sotto ci sono le pentole”.

“Forse le case non sono state costruite benissimo – prosegue – è bastata una forte folata di vento a far alzare la guaina del tetto, ed abbiamo chiamato il tecnico, prima di natale, ma ancora non si è visto nessuno”.





“Non lo so che fine facciamo qui – è l’allarme di Bernardina Risdonni – Casa è piccola, ma non stiamo male, anche perché il terremoto si è preso la nostra abitazione. Il problema risiede solo sulla costruzione degli edifici: i muri sono troppo sottili e il pavimento si deforma”.

“Entra aria dalla porta – lamenta Sante Panniccia – e dal soffitto piove sabbia. Le persiane si staccano da sole improvvisamente perché i ganci non sono stati saldati ma fissati a pressione, quindi temiamo che da un momento all’altro qualcuno di noi finisca con una legnata in testa, e qui siamo tutti anziani”.

“Ogni guasto viene rimediato con i nostri mezzi, siamo poco seguiti – continua la signora Tarquini – Il giardino costeggiato dai Map lo curiamo noi. Non è mai venuto un giardiniere inviato dal Comune. Siamo noi che cerchiamo di tenerlo in ordine. Non c’hanno lasciato né un rubinetto né una pompa dell’acqua per innaffiarlo. Quindi abbiamo provveduto da soli prendendo l’acqua dal ruscello qui vicino e, con una periodica colletta ‘condominiale’ (25 euro), compriamo la benzina per alimentare il taglia erba”.

“Ci manca una ‘casina’ dove riunirci per parlare dei problemi dei condomini – prosegue – per aiutarci a vicenda. L’abbiamo chiesta al Comune, previa raccolta firme, che ci ha risposto che non c’era spazio, quando invece ci sarebbe il giardino, poi alla Caritas, che ci ha detto che era tutto pronto, ma ancora non si è visto nessuno, e non si vedrà”.

“Qua ci sono tre Map da una persona che non sono stati affidati a nessuno – auspica Nicolina – perché non ce ne danno uno per la nostra sala riunioni?”.

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