MEDICINA: ABOLITO NUMERO CHIUSO, ANZI NO, ”E’ OBIETTIVO MEDIO TERMINE”

16 Ottobre 2018 12:47

Regione -

ROMA – “Si abolisce il numero chiuso nelle Facoltà di Medicina, permettendo così a tutti di poter accedere agli studi”. 

È quanto annunciato al termine del Consiglio dei Ministri di ieri tra le norme del disegno di legge relativo al Bilancio di previsione dello Stato per il 2019. 

“Decisione folle. Nella Legge di Bilancio, tolto il numero chiuso a Medicina”, afferma Walter Ricciardi, presidente dell'Istituto superiore di sanità (Iss), in un tweet.

“Si abolisce il numero chiuso nelle Facoltà di Medicina, permettendo così a tutti di poter accedere agli studi”, si afferma nel comunicato diffuso al termine del Consiglio dei Ministri che ha varato il decreto fiscale e la manovra 2019.  





“Sarò franco con voi. Non mi risulta”: risponde il ministro dell'Istruzione, Marco Bussetti, a Venezia ai giornalisti che gli chiedevano dell'abolizione del numero chiuso per la facoltà di Medicina, inserita nel comunicato stampa di questa notte del consiglio dei Ministri.

E, in una nota congiunta, Bussetti e la collega del ministero della Salute Grillo spiegano di aver chiesto, in sede di Consiglio dei ministri, di “aumentare sia gli accessi sia i contratti delle borse di studio per Medicina. È un auspicio condiviso da tutte le forze di maggioranza che il governo intende onorare”. 

Interviene, alla fine, palazzo Chigi: “Si tratta di un obiettivo politico di medio periodo per il quale si avvierà un confronto tecnico con i ministeri competenti e la Conferenza dei Rettori delle università italiane, che potrà prevedere un percorso graduale di aumento dei posti disponibili, fino al superamento del numero chiuso”.

Sulla decisione interviene anche il consigliere comunale dell'Aquila, Leonardo Scimia, capogruppo di Azione Universitaria Cnsu: “Come un fulmine a ciel sereno così il governo giallo-verde decide di abolire il test di Medicina”.





“Tutto è avvenuto nella scorsa notte nel corso del CdM in cuiLega e M5S hanno deciso di cambiare radicalmente il sistema di selezione degli aspiranti medici nel modo più semplice: non applicando alcuna scelta – spiega Scimia – Una decisione che va totalmente a sposare le idee dei sindacati studenteschi e centri sociali evidenziando ancora una volta come il governo gialloverde abbia moltissimo di sinistra e veramente poco di destra”.

“Ebbene io non mi sorprendo affatto di questa decisione, davanti ad un movimento5 stelle che preferisce i like e i fan dei social network a tutto il resto, c’era da aspettarsi che per accaparrarsi i voti degli studenti per le prossime elezioni europee sarebbero stati disposti a prendere scelte assurde per tutto il sistema universitario”, aggiunge il capogruppo di Au. 

“Con ogni probabilità tutto questo non si verificherà mai perché loro stessi sono ben consapevoli che questa è solo un proposta spot del tutto inapplicabile, specialmente se scritta in tre righe – prosegue – Un approccio che troverà favorevoli migliaia di ragazzi rimasti esclusi dal test e farà sentire presi in giro quelli che sono rientrati nella selezioni ma, in questo caso, il ragionamento deve andare oltre l’interesse personale perché il danno sarà a carico di tutti: questa 'soluzione' non è altro che una cura del sintomo ma non della malattia, oggi l’Italia ha bisogno di medici specializzati, ma questa qualifica si consegue dopo la laurea, l’abilitazione e dopo aver passato la selezione nazionale per le scuole di specializzazione che sono a numero chiuso e minori del numero totale di laureati di ogni anno”.

“Sono moltissimi i medici laureati e abilitati che non riescono ad accedere alla specializzazione: aumentando il numero di laureati e non il numero di posti per le scuole di specializzazione non facciamo altro che acuire l’imbuto a cui sono soggetti i laureati di oggi e del futuro, un danno per loro e per lo stato intero. L’augurio è che la Lega si faccia da garante dei valori della destra universitaria e degli ultimi accenni di meritocrazia in questo paese”, conclude Scimia. 

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