MUSICA: IL JAZZ HA FINALMENTE LA SUA ‘PERLA’ ”CANTAVO DA SOLA, ORA SONO USCITA DAL GUSCIO”

di Sara Ciambotti

23 Novembre 2013 08:02

Teramo -

L’AQUILA – Il suo nome è Perla, e la sua vita è il jazz. Bastano queste poche parole per riassumere un’esistenza fatta di musica, con la passione che traccia una sottile linea rossa in tutto quello che lei fa e che dice. E nelle sue ambizioni.

Non tiene segreto il suo nome, ma non ama neanche dirlo, “io sono Perla, mi conoscono tutti così, non ha senso che si sappia il mio nome di nascita”, e così Perla è diventata una delle più grandi jazziste abruzzesi, conosciute dai monti al mare e che sta, piano piano, sdoganando anche nel resto dell’Italia.

Nata a Teramo 30 anni fa, il jazz è sempre stato nelle sue corde, ma non l’ha mai praticato, “per insicurezza, pensavo di non essere abbastanza capace”, fino a quando, però, non è stato lui a emergere e a portarla a partecipare prima alle jam session e poi a cantare su un vero e proprio palco.

Non è solita usare il suo nome anagrafico, per tutti lei è Perla. Perché?

Perla è il nome che ho adottato quattro anni fa, è il mio tatuaggio, risultato di un cambiamento importante nella mia vita. Se potessi, cancellerei il mio nome vero lo farei, appartiene alla mia vecchia vita, sta solo sulla mia carta d’identità.

Lei canta sin da quando era bambina, ma professionalmente solo da poco tempo.

La passione per il canto è nata con me, ma ho iniziato a cantare davanti al pubblico solo nel 2010. All’inizio non ambivo a farne la mia professione, era una passione che tenevo per me, cantavo spesso da sola e mi soddisfava.

Fino al 2010…





Inizialmente ho iniziato a fare molte jam session, i miei amici mi chiamavano e io andavo a cantare ovunque potessi. Poi ho conosciuto un chitarrista e abbiamo iniziato a suonare insieme, era una musica nuda, molto sintetica, si instaurava un rapporto intimo col pubblico e provavo un’emozione molto forte, come se stessi sognando. Poi la band ha iniziato ad allargarsi, e ha iniziato a far parte del gruppo un sassofonista. Io amo profondamente il suono del sax. E più facevo esperienza più avevo il desiderio di aggiungere altri strumenti, e un po’ alla volta sono arrivati altri strumenti, la tastiera, il basso e la batteria. Da poco tempo c’è anche un organista Hammond.

Nel 2013, la svolta.

A gennaio di quest’anno c’è stato il primo concerto di Perla and Jazzmen. Ero molto preoccupata perché i ragazzi li avevo conosciuti l’estate prima e non avevamo avuto tantissimo tempo per provare. Ero spaventata, avevo paura del giudizio delle persone, i musicisti con cui sto lavorando sono professionisti molto talentuosi con alle spalle esperienze grandiose, e io, invece, mi sentivo un pesciolino fuor d’acqua. Poi è sparito tutto ed è venuto fuori il nostro grandissimo feeling che ci ha portato a continuare a suonare insieme.

Chi sono gli jazzmen?

Sono Arturo Valiante alla tastiera, Walter Monini al basso, Bruno Marcozzi alla batteria, Sabatino Matteucci al sax, Abramo Riti all’organo Hammond.

Che musica fate? Il nome del gruppo già dà un’idea…

Varia dal jazz al blues al soul, non propongo mai lo stesso repertorio. Non amo dare un’etichetta al genere che faccio. Ai musicisti do i brani ma non dico mai quello che voglio, non metto legge, lascio che loro si esprimano e viene fuori qualcosa che non si può catalogare. Ci lasciamo molto guidare dall’istinto.

Il jazz è il filo conduttore di tutta la sua carriera, perché proprio questa scelta?

Il jazz per me è la libera espressione e non crea muri come il pop o il rock. Non sono stata io a scegliere lui ma è stato lui a scegliere me. Non c’è una strada da seguire, lo suoni e lo vivi lì sul palco.





Suona anche con altre persone?

Collaboro con altri musicisti, il progetto che sto seguendo adesso è From Billy to Janis, nel quale suono con gli “jazzmen”, appunto, che sono sia il gruppo fisso che altri musicisti.

Spesso, però, la accompagna sul palco anche un’artista particolare.

Si, Eka, all’anagrafe Erika Belardo. È un’artista di send art, e mentre io canto, lei disegna con la sabbia e interpreta i miei brani.

Ha pubblicato qualcosa?

Non ho ancora inciso niente di mio, sto lavorando a testi che ho scritto io insieme al mio compagno Eder. Invece, ho registrato cover già esistenti, sono, però, rivisitati a modo nostro.

Progetti per il futuro?

Io vivo sempre il momento, guardare indietro o avanti è deleterio. Una cosa è certa, però, che  parteciperemo al Premio Pigro (dedicato a Ivan Graziani, ndr), indetto dalla Cantina Tollo e canteremo al Teatro Comunale di Teramo il 29 novembre.

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