ANNUNCIO DEL SINDACO DI CHIETI CHE DENUNCIA, ''FONDI 2018 MAI EROGATI E NEPPURE MAI ISCRITTI IN BILANCIO''; MARCOZZI (M5S), ''NEGLIGENZA TARGATA PD''

NIENTE FONDI: GIU’ IL SIPARIO DEL TEATRO MARRUCINO, E’ BUFERA SULLA REGIONE

24 Settembre 2018 17:42

Chieti - Cronaca

CHIETI – Sabato 29 settembre, dopo che avrà ospitato i numerosi appuntamenti della “Notte dei Ricercatori”, il Teatro Marrucino di Chieti chiuderà i suoi battenti a causa dei mancati trasferimenti economici da parte della Regione.

Lo ha annunciato stamattina in conferenza stampa il sindaco Umberto Di Primio.  

“Ad oggi”, ha spiegato il primo cittadino affiancato dal presidente del consiglio d'amministrazione, Cristiano Sicari, e dal direttore amministrativo, Cesare Di Martino, “nonostante le promesse a più voci dei rappresentanti politici regionali, il presidente D’Alfonso prima e l’assessore Paolucci e il presidente reggente Lolli dopo, manca il trasferimento economico di 500 mila euro da parte della Regione Abruzzo in favore del Teatro Marrucino che, vista l’oggettiva difficoltà, non può più garantire il suo funzionamento”.

“Senza questi fondi, ovvero 300mila euro di contributi ordinari e 200mila euro legati agli eventi del Bicentenario – ha evidenziato Di Primio – il finanziamento comunale di circa 400mila euro non è sufficiente a garantire la sopravvivenza del Teatro, pregiudicando inoltre lo stesso stanziamento economico (a consuntivo) da parte del Ministero dei beni e delle attività culturali per la realizzazione delle opere liriche. Un danno di enorme portata per l’intera regione e per la produzione culturale italiana”.   

“In questo momento – ha aggiunto il sindaco – non mi sento di accettare le dimissioni del presidente del Cda Cristiano Sicari, anche perché il rappresentante espresso dalla Regione all’interno del consiglio di amministrazione è Paolo De Cesare, ma non volendo esporre le persone che lavorano all’interno del Teatro al dileggio della Regione ho deciso per la sua chiusura sabato 29 settembre. Non si può sottostare alle promesse di un governo regionale che non è in grado di mantenere quel che dice non solo ai cittadini ma alle Istituzioni”. 





“Il Comune – ha concluso Di Primio – finora ha anticipato tutte le somme ma in un bilancio che si regge per contribuzione, quale quello del teatro, la continuato erogazione degli stanziamenti determina l’impossibilità di andare avanti e quindi il rischio di sopravvivenza per la stessa deputazione teatrale”.

Sicari, rimarcando il rischio per gli accordi di coproduzione di due opere liriche con altri teatri italiani, capofila lo Sferisterio di Macerata, “la cui mancata realizzazione creerà problemi ai partner ai quali abbiamo promesso il nostro operato”, ha poi sottolineato che “i contributi promessi dalla Regione, relativi all’anno 2018, non solo non sono stati erogati ma mai neppure iscritti in bilancio. Una situazione mai verificatasi fino ad ora e che ci preoccupa fortemente perché non riusciamo a capirne il motivo”.

“Ci spiace per i 12 dipendenti e i due direttori che vedranno bloccati i loro contratti – ha aggiunto il presidente del cda – ma mantenere aperto il Teatro oggi significherebbe esporlo solo ad azioni legali”.

Sfuma così il cartellone per la stagione 2018/2019 del Teatro Marrucino di Chieti, uno dei 28 Teatri lirici di Tradizione d'Italia che negli ultimi 8 anni grazie ad una gestione oculata, aveva visto il risultato del bilancio in pareggio rispetto ai quatto milioni di impegno ereditati.

“L'ultimo finanziamento risale al 2017: senza considerare gli incassi intorno ai 55 mila euro, oggi solo la minusvalenza diretta – ha spiegato il direttore amministrativo Cesare Di Martino – ammonta a 675 mila euro: 500 mila euro li deve la Regione tra contributo ordinario di 300 mila euro e lo straordinario di 200 mila euro. 125 mila euro dovrebbero essere erogati dal Ministero”.

Immediata la reazione del Movimento cinque stelle, che per bocca della consigliera regionale e candidata presidente della Regione Sara Marcozzi, in una nota afferma che “il sipario sul Teatro Marrucino non può chiudersi in questo modo vergognoso”.





“La superficialità e la mancanza di attenzione di questo Governo regionale verso l’offerta culturale e la storia bicentenaria del teatro teatino e della nostra regione è allarmante. Questa è l'attenzione che il Governo D’Alfonso-Lolli, l’assessore Paolucci e la loro maggioranza hanno riservato alla cultura e, in particolar modo, a Chieti: zero. Lolli e tutti i tecnici della struttura si mettano al lavoro immediatamente per trovare le risorse necessarie e riparare i danni causati a Chieti e al teatro”.

“Se non sarà risolta questa grave negligenza della Regione a targa Pd sarà vano persino l’impegno del Ministero che aveva aumentato i fondi da destinare al Teatro Marrucino. Eppure il Governo regionale e tutta la maggioranza sono da anni a conoscenza della situazione e delle esigenze del teatro che proprio quest’anno ha festeggiato il suo bicentenario. Il M5S è già al lavoro per riformare questo importante comparto, è nostra intenzione reperire fondi strutturali per un sistema, quello della cultura, che deve diventare un volano per l’Abruzzo e che non merita la mortificazione e l’umiliazione dei tanti addetti ormai da tempo costretti a chiedere favori col cappello in mano al politico di turno per ottenere risorse che dovrebbero spettargli di diritto”, conclude la Marcozzi.

Secondo il sottosegretario ai Beni culturali Gianluca Vacca, del Movimento cinque stelle, “questa istituzione culturale è stata troppo spesso utilizzato dalla politica locale come strumento di consenso, mentre l’assenza di una progettualità a lungo termine ne ha pregiudicato la valorizzazione. La realtà sotto gli occhi di tutti è deprimente: quando i partiti si occupano del Teatro Marrucino fanno danni, quando se ne dimenticano, come in questo caso, idem”.

“C’è bisogno di un cambio di mentalità: l’offerta culturale ed i luoghi della cultura vanno liberati dalla politica. Quello culturale è un patrimonio dei cittadini; per questo l’azione del M5s, anche in Regione Abruzzo, è sempre stata volta a rendere i fondi strutturali e non derubricati ad interventi a discrezione del politico di turno”, aggiunge.

“Sarà compito del governo del cambiamento, di cui faccio parte, estirpare la politica dalle istituzioni culturali e dello spettacolo. È giusto che lo Stato e i cittadini finanzino le istituzioni culturali del paese, ma è doveroso che queste istituzioni operino senza interferenze di partito e di appartenenza politica”, conclude Vacca.

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