OMICIDIO PESCARA: ASSASSINO TEMEVA DI ESSERE RAPINATO, ”VIOLENZA INAUDITA”

25 Gennaio 2016 13:39

Pescara - Cronaca

PESCARA – Temeva di essere rapinato, Maksym Chernysh, il 26enne ucraino che ieri, a Pescara, ha ucciso un 23enne polacco, Arkadiusz Miksza, e sua madre Krystyna Miksza​ (54).

Il duplice omicidio si è verificato in casa della giovane vittima, in via Tibullo, dove l'omicida si era trasferito temporaneamente proprio ieri mattina.

I due, al momento dei fatti, erano sotto l'effetto di sostanze stupefacenti e all'origine della discussione, secondo gli inquirenti, potrebbero esserci questioni legate proprio alla droga. Nel bilocale, una mansarda al secondo piano, sono ora al lavoro i Carabinieri del Ris, arrivati stamani per gli accertamenti del caso.

Le profonde ferite che l'omicida presenta – il giovane ha riportato la lacerazione dei tendini di una mano – secondo il medico legale sono compatibili con lesioni da difesa.





Le armi utilizzate sono uno o più coltelli ed una mazza da baseball; tutto il materiale è stato rinvenuto è sottoposto a sequestro. Stando a quanto emerso dall'ispezione cadaverica, il 23enne è stato colpito da almeno due bastonate al capo e da fendenti non letali, mentre la 54enne è stata uccisa con diverse coltellate, tra cui una importante al collo.

In sede di interrogatorio, al pm Salvatore Campochiaro l'omicida ha detto che temeva di essere rapinato; nel suo portafoglio sono stati trovati dei contanti. Prima del litigio lui avrebbe assunto metadone e marijuana e la giovane vittima eroina e cocaina. Il reo confesso ha aggiunto di essere stato aggredito per primo mentre stava riparando un mouse da computer rotto; poi la situazione sarebbe degenerata. 

La donna, che conviveva con un uomo nel centro di Pescara, è arrivata a casa del figlio in un secondo momento, al culmine della discussione. L'omicida ha riferito anche di essere stato colpito dalla 54enne e di aver reagito.

Poi la fuga, portando via tutte le sue cose e le armi utilizzate. Nella corsa ha abbandonato in strada un borsone contenente, tra l'altro, la mazza e un coltello, e si è nascosto nel locale di servizio di un condominio, dove è stato catturato; con sé aveva un altro coltello ed uno zainetto contenente effetti personali e il portafoglio della vittima.

Elementi utili a capire la dinamica dei fatti dovrebbero arrivare dai risultati degli accertamenti che i Carabinieri del Ris stanno eseguendo sulla scena del crimine. In giornata, inoltre, l'autopsia sul corpo delle vittime.





“Violenza e crudeltà espresse in maniera inaudita, scena del crimine degna di un film splatter, con sangue dappertutto”, dicono gli investigatori.

I dettagli della vicenda sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa in questura, presenti il questore Paolo Passamonti, il comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Paolo Piccinelli, il dirigente della squadra Mobile, Pierfrancesco Muriana, e il comandante dei Carabinieri del Nucleo investigativo, maggiore Massimiliano Di Pietro.

Le indagini iniziali e le attività che hanno portato all'arresto dell'assassino sono state portate avanti congiuntamente da Carabinieri e Polizia, mentre dei successivi accertamenti si occuperanno i militari dell'Arma.

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