OSPEDALI ABRUZZO: PETTINARI VS PAOLUCCI ”FALLIMENTO DEL PD!”, ”IGNORI LA MATERIA!”

22 Ottobre 2017 09:00

Regione - Politica








PESCARA  – ‘Duello’ politico in Abruzzo tra spiegato Domenico Pettinari, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle e vice presidente della commissione sanità, e Silvio Paolucci, assessore regionale alla Sanità. 
 
Pettinari questa mattina in conferenza stampa ha definito un “fallimento” il riordino della rete ospedaliera e “folli” le “soluzioni a targa Partito democratico”, nell’analisi sui dati dei servizi ambulatoriali pubblici.
 
“La sanità pubblica è in pericolo”, l’allarme di Pettinari, cui ha risposto, piccato, Paolucci, affermando che l’esponente grillino dovrebbe “leggere meglio le delibere di Giunta”.
 
“Saranno 97 i nuovi presidi privati a pagamento, abilitati da Regione Abruzzo, per offrire prestazioni di specialistica ambulatoriale, visite specialistiche, laboratorio analisi, diagnostica e riabilitazione – ha dichiarato Pettinari –  Lo scopo, a nostro avviso, è cercare di colmare il disastro effettuato dal governo Pd con il riordino della rete ospedaliera pubblica. Un fallimento che, numeri alla mano, ha portato l’Abruzzo ad avere un esubero di cure non garantite dal sistema sanitario regionale pubblico che ammonta a quasi 3 milioni di  prestazioni che non si riesce a soddisfare, costringendo i cittadini a rivolgersi fuori regione, a rinunciare alle cure o ad intasare i pronto soccorso con codici bianchi”. 
 
“Più che strumentali, questa volta le dichiarazioni del consigliere Domenico Pettinari sono frutto di totale ignoranza, tanto da apparire lunari”, ha ribattuto in una nota il piddino Paolucci.
 
LA NOTA COMPLETA DI PETTINARI
 
Saranno 97 i nuovi presidi privati a pagamento, abilitati da Regione Abruzzo, per offrire prestazioni di specialistica ambulatoriale (visite specialistiche, laboratorio analisi, diagnostica e riabilitazione). 
 
Lo scopo, a nostro avviso, è cercare di colmare il disastro effettuato dal governo Pd con il riordino della rete ospedaliera pubblica.
 
Un fallimento che, numeri alla mano, ha portato l’Abruzzo ad avere un esubero di cure non garantite dal sistema sanitario regionale pubblico che ammonta a quasi 3 milioni di  prestazioni che non si riesce a soddisfare, costringendo i cittadini a rivolgersi fuori regione, a rinunciare alle cure o ad intasare i pronto soccorso con codici bianchi.
 
Dalla Deliberazione di Giunta regionale 28 luglio 2017, n. 417 si evince che in Abruzzo abbiamo avuto una richiesta totale di prestazioni annue pari a n. 19.514.028, per un costo totale di euro 211.479.738,00, con un costo medio pro-capite per cittadino di euro 159,40.
 
In Abruzzo, sempre dal Documento, si rileva che abbiamo n. 95 erogatori privati che forniscono prestazioni ambulatoriali insieme alle Aziende Sanitarie pubbliche, di cui n. 54 sono laboratori di analisi, n. 9 sono case di cura, n. 20 sono studi di radiologia e n. 5 sono branca a visita, tutti suddivisi nei territori di competenza della Asl. 
 
Si evince, inoltre, che sono state erogate n. 19.514.028 prestazioni a carico del Ssr, di queste prestazioni n. 16.598.919 sono state erogate tramite l'offerta pubblica, mentre n. 2.915.109 tramite l'offerta privata, ad un costo più elevato rispetto a quella pubblica, in particolare per la “Medicina fisica e riabilitativa Fkt”.
 
Pertanto possiamo riscontrare facilmente che ci sono una serie di servizi ambulatoriali che le Asl non riescono a garantire creando un fabbisogno aggiuntivo di prestazioni che deve essere colmato. 
 
Complici di questa “domanda inevasa” sono i depotenziamenti degli ospedali minori e dei rispettivi reparti, la chiusura dei distretti sanitari e la diminuzione delle guardie mediche. Un riordino dei reparti che, quindi, lascia “a piedi” migliaia di cittadini costringendoli a rivolgersi agli erogatori privati a pagamento, o a Asl fuori regione o addirittura a rinunciare alle cure. Tutto questo si traduce in una fallimentare gestione della sanità pubblica abruzzese”. 
 
Come è stato calcolato il fabbisogno aggiuntivo di quasi 3 milioni di prestazioni non garantite dal sistema pubblico? 
 
Per calcolare il fabbisogno aggiuntivo a livello regionale si sono presi in esame nel Documento quattro parametri, quali:
 
• Mobilità passiva extra-regionale, ovvero tutti quei cittadini che decidono di curarsi fuori dai confini regionali.
• Prestazioni richieste ed in attesa di erogazione, ovvero tutte quelle visite che superano i 60 giorni di attesa;
• Prestazioni ambulatoriali derivate dagli accessi in pronto soccorso, tutti gli accessi in codice bianco al Pronto Soccorso che intasano terribilmente i soccorsi per i codici più urgenti e che potrebbero essere soddisfatte ambulatorialmente se i servizi fossero adeguati;
• Prestazioni erogate a totale carico del cittadino, ovvero tutti quei cittadini che decidono di rinunciare alle cure.
Dall’analisi di questi punti viene rilevato il numero enorme di  pazienti che non è riuscito ad avere un servizio adeguato dalla sanità pubblica abruzzese. 
A cosa punta la Regione Abruzzo? 
1) Favorire l'accesso dei cittadini alle prestazioni, specie per quelle persone dimoranti in zone limitrofe;
2) Abbattere i tempi di attesa;
3) Coniugare i volumi delle prestazioni con i requisiti di appropriatezza clinica ed erogativa.
E come intende farlo?
La soluzione dell'assessore Paolucci e del presidente Luciano D'Alfonso, prospettata con la Delibera 28 luglio 2017, n. 417, è quella di autorizzare in ambito regionale l’apertura di 97 nuove strutture private aggiuntive, rispetto alle 95 già esistenti, per erogare  prestazioni esclusivamente a pagamento.
 
LA RISPOSTA DI PAOLUCCI
 
Più che strumentali, questa volta le dichiarazioni del consigliere Domenico Pettinari sono frutto di totale ignoranza, tanto da apparire lunari. 
 
Egli non ha avuto neppure la capacità di leggere la delibera di Giunta regionale n. 417 del 28 luglio scorso che, al punto 3, chiarisce espressamente che l'area di attività sanitaria costituisce un fabbisogno teorico esclusivamente autorizzatorio e pertanto non suscettibile di accreditamento istituzionale o addirittura di contrattualizzazione. 
 
Sappia Pettinari che c'è una bella differenza tra autorizzazione e accreditamento, per i quali è normativamente previsto il ricorso a bandi. 
 
Quindi, per prima cosa, la delibera non comporta alcuna spesa aggiuntiva per le casse pubbliche: si tratta di un mero riconoscimento formale per chi vuole esercitare l'attività medica. Peraltro, anche nel caso di queste prestazioni a pagamento c’è priorità per le strutture pubbliche.
 
Era un obbligo per la Regione, visto che il decreto del presidente del Consiglio sui nuovi Lea (livelli essenziali di assistenza) demanda alle Regioni la disciplina sulle modalità di erogazione della Specialistica Ambulatoriale. 
 
Il precedente fabbisogno regionale, deliberato nel 2012 con Dca 67, aveva terminato la sua efficacia a completamento del triennio a fine 2015, e vi era quindi la necessità per la Regione di aggiornarlo proprio per non essere inadempiente e incorrere in facili contenziosi.
 
Pettinari confonde le mele con le pere, perché il fabbisogno non riguarda aree che sono state oggetto di riordino della Rete Ospedaliera e di quelli che lui chiama presunti smantellamenti e “dimentica” in maniera strumentale che la stima di questo fabbisogno è erogabile in via prioritaria dalle strutture pubbliche.
 
Credo, in conclusione, che questa volta Pettinari abbia sbagliato nello scegliersi i suggeritori, perché gli unici interessati alla mancata approvazione del nuovo fabbisogno autorizzatorio sono quelli interessati alla conservazione di monopoli nel privato.
 
Tanto rumore per nulla, o forse sono i prodromi della imminente campagna elettorale che qualcuno ritiene di poter portare avanti sostenendo che “gli asini volano”. 
 
Purtroppo oggi accade anche questo, perché si cerca il facile consenso senza alcun approfondimento di merito. 
 
Merito che invece ci è stato recentemente riconosciuto dal Ministero della Salute sugli obiettivi di salute raggiunti per la prima volta nella storia di questa regione. Questi sono fatti; il resto – per dirla con Jep Gambardella –  è “sedimentato sotto il chiacchiericcio e il rumore”.
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