PENNE: 26 COLTELLATE E BRUCIA VITTIMA, PROCESSO ENTRA NEL VIVO

10 Ottobre 2016 17:14

Chieti - Cronaca

CHIETI – Ammissione delle prove e rinvio al 12 dicembre prossimo per l'audizione di 12 testimoni e la discussione finale. È quanto avvenuto questa mattina, davanti alla Corte d'Assise di Chieti presieduta dal giudice Geremia Spiniello, nell'ambito del processo a carico di Mirko Giancaterino, 37 anni, pregiudicato e tossicodipendente, accusato dell'omicidio di Gabriele Giammarino, 80 anni, ex maresciallo dell'aeronautica, trovato morto il 13 settembre scorso nella sua abitazione, in via Bernardo Castiglione, a Penne (Pescara).

L'imputato è accusato di omicidio volontario con l'aggravante della crudeltà e di incendio doloso in quanto, secondo la ricostruzione del pm Mirvana Di Serio, avrebbe colpito la vittima con violenti pugni e 26 coltellate, riducendola in fin di vita, per poi appiccare il fuoco al materasso posizionato sopra il corpo di Giammarino.





Ciò avrebbe ridotto l'ex maresciallo “in uno stato di sopore post traumatico”, cagionandone la morte “per arresto cardio respiratorio da insufficienza respiratoria per inalazione di fuliggine a elevata temperatura”.

L'avvocato Melania Navelli, che assiste Giancaterino, ha presentato istanza di ricusazione e nei prossimi giorni, con le stesse argomentazioni, depositerà un ricorso in Cassazione.

La difesa contesta infatti al giudice di avere espresso un giudizio di colpevolezza nei confronti dell'imputato, in quanto al momento della richiesta delle misure cautelari non si sarebbe limitato a pronunciarsi sulla personalità di Giancaterino, ma sarebbe entrato nel merito della sua condotta.





Secondo l'accusa, a inchiodare Giancaterino, che avrebbe agito per derubare la vittima, sarebbero i video registrati dalla telecamera di una tabaccheria che si trova nei pressi della casa dell'ex maresciallo, le tracce di sangue rinvenute sulle scarpe da tennis e sui pantaloni della tuta dell'imputato e le dichiarazioni di una testimone avrebbe visto il presunto assassino uscire dall'abitazione dell'ottantenne.

Le parti offese, la sorella della vittima, Pasqualina Giammarino, e i due nipoti dell'ex maresciallo, si sono costituite parte civile tramite l'avvocato Federico Squartecchia.

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