BUSSI SUL TIRINO – Per l'espletamento della gara per la bonifica delle aree inquinate di Bussi sul Tirino (Pescara) mancano 1,2 milioni di euro (come ampiamente svelato nei retroscena di AbruzzoWeb) e occorre che i terreni della Solvay passino al Comune: quelle che fino ad ora sembravano delle elucubrazioni e che hanno fatto perdere altro prezioso tempo lungo la strada dell'agognato risanamento ambientale, sono state sancite in una riunione tecnica convocata d'urgenza nei giorni scorsi dal Ministero dell'Ambiente, al quale hanno partecipato Comune, Arta e Regione Abruzzo.
“La gara è stata bandita a dicembre 2015 senza integrale copertura degli importi”, si legge nel verbale dell'incontro, che non sarebbe un problema visto che quella somma verrebbe recuperata con il ribasso d'asta, ma a livello procedurale è essenziale che siano inizialmente, almeno sulla carta, disponibili. È per questo che la dirigente Laura D'Aprile, dall'agosto scorso incaricata di gestire la delicata vicenda al posto del commissario Adriano Goio (deceduto a marzo 2016 ma che sarebbe cessato dalle funzioni il 30 giugno), ha chiesto e ottenuto dalla Regione una integrazione di risorse a valere sui fondi Fsc (Fondo sviluppo e coesione).
Il Comune, intanto, non ha ignorato le manifestazioni d'interesse a investire sul sito industriale presentate dalla società che fa capo a Carlo Toto, con cui anzi ha tuttora in atto una interlocuzione, ma la sua proposta si “autosclude” dal momento che – spiega il sindaco Salvatore Lagatta ad AbruzzoWeb – “avevano proposto di far chiudere tutto per effettuare la bonifica, cioè sarei passato alla storia come quello che chiudeva le aziende che erano rimaste”.
“Toto – ricorda Lagatta – ha partecipato ad un avviso di manifestazione fatto nel 2011 dalla passata amministrazione, che ha fatto un bando di gara solo ed esclusivamente per lui, nel senso che saputo che era interessato e ha fatto un bando dove ha risposto solo Toto. Essendo l'unico che ha risposto alla manifestazione d'interesse il progetto è stato esaminato dal Ministero, dalla Regione, dal Comune e dal commissario Goio – spiega il sindaco – questo percorso è durato un paio d'anni ed è finito ad aprile 2015 perché Toto, pur essendo stato più volte invitato a presentare un progetto, anche se preliminare, ha sempre rinviato ad una bonifica che si sarebbe dovuta fare e per la quale si è sempre proposto”.
Quando a giugno del 2013 è subentrata la nuova amministrazione, “siccome non c'era un piano e la bonifica per legge è legata alla reindustrializzazione – continua Lagatta – dopo aver chiesto al Ministero ho pubblicato un nuovo avviso”.
Stavolta rispondono in 22, ma, racconta Lagatta, “Toto non stava presentando la manifestazione d'interesse, affermando che lo aveva già fatto, fui io a sollecitarlo quando stavano per scadere i termini e all'ultimo minuto l'ha mandata”.
Quando a gennaio 2014 il Comune di Bussi scrive alle aziende per chiedere la conferma del proprio interesse, attraverso la richiesta di presentazione di un progetto di merito, a rispondere sono appena in sei, tra cui Toto.
“Ad aprile 2014 il Comune stabilisce i criteri per la scelta dell'azienda – continua Lagatta – tra questi quello fondamentale è il mantenimento dei livelli occupazionali, e il progetto di Toto in questo caso viene automaticamente escluso essendo previsto che gli impianti si chiudano per consentire la bonifica dell'intera area, sia quella esterna che il sito industriale, e solo dopo si sarebbe verificavata la disponibilità di fare un cementificio”.
“Ecco perché Toto viene escluso e vengono scelte le imprese che si impegnavano a presentare un progetto aggiuntivo, tra questi l'unico era Filippi”, dice il sindaco.
“Avendo un progetto di reindustrializzazione soddisfo il primo requisito previsto dalla legge, per la quale la bonifica è finalizzata alla reindustrializzazione – continua – la bonifica si può fare se c'è il piano di caratterizzazione, che abbiamo approvato a febbraio 2015. A giugno di quell'anno Goio presenta il progetto di bonifica esterna e messa in sicurezza interna. Avendo piano di caratterizzazione e progetto di bonifica io predispongo il famoso accordo di programma, poi saltato”.
Goio, ricorda però Lagatta, “aveva già avviato la gara a cui Toto non ha mai risposto, però a luglio manda al Ministero questa richiesta, solo al Ministero, e la usa per opporsi alla gara e fare ricorso al Tar, cerca di coinvolgere il Comune e mette in discussione anche l'accordo che il Comune ha fatto con Regione e Filippi, che ricordo riguarda un terreno estrapolato dal Sin quindi di proprietà del Comune”.
“Non abbiamo preclusioni, se hanno un progetto credibile lo presentino e sarà esaminato”, dice Lagatta che tra la fine di gennaio e l'inizio di febbraio ha avuto tre incontri con uno dei manager della Toto Holding, che dice di aver ribadito l'interesse della società ad investire.
“A Bussi si può fare immediatamente la produzione di prefabbricati in cemento – dice – ma il cementificio non si può fare perché servirebbe un'estensione troppo grande dell'area, adesso occupata da Todisco, e poi perché è legato alla cava che gli è stata negata dalla commissione Via della Regione visto che insiste su bacino idrico, quindi ho suggerrito di individuare un'altra area altrimenti nessuno gli darà mai il permesso”.
Nei prossimi giorni, annuncia infine Lagatta, sarà sottoscritto l'accordo di programma tra Comune, Regione, Ministero e Solvay dove si sostanzia il passaggio dei terreni al Comune, anche se diventerà efficace al termine della bonifica: un passaggio senza il quale non si può espletare la gara, dal momento che i fondi pubblici non possono essere utilizzati su un'area privata.
“La società proprietaria ha più volte ribadito – si legge poi nel resoconto della riunione dell'1 febbraio scorso – di non prestare acquiescenza all'iniziativa commissariale (la gara per la bonifica, ndr) senza che l'area passi alla disponibilità pubblica”.
Download in PDF©