PESCARA: ISTITUTO DE CECCO, DELUSIONE DOPO IL VERTICE IN COMUNE

3 Settembre 2015 17:35

Pescara - Politica

PESCARA – Grande delusione e rabbia tra gli oltre duecento lavoratori dell'Istituto Alberghiero 'De Cecco' che hanno partecipato all'assemblea presso la sala consiliare del Comune di Pescara: i docenti e gli altri lavoratori speravano nell'annuncio di qualche miglioramento rispetto alla situazione dello scorso anno, invece, anche per l'anno scolastico che sta per aprirsi, il destino dei professori del più grande e complesso Istituto della regione sarà quello di migrare per tutta la città.





“Tre, infatti, sono le sedi messe a disposizione dalla Provincia – si legge in una nota – per recuperare le 21 aule mancanti: Manthonè, Di Marzio e Piazza Grue (ma al momento la delibera non è stata approvata e si paventa addirittura l'Alessandrini). A queste vanno aggiunte le sedi di via dei Sabini, Via Italica e via Tirino. Conclusione: sei sedi in tutto! La possibilità di utilizzare gli spazi occupati dalla scuola materna Fellini non è stata neanche presa in considerazione, nonostante fosse una soluzione auspicata l'anno scorso dallo stesso Consiglio Comunale”.

“A questo punto – si prosegue nella nota – appaiono chiare le responsabilità anche dell'Amministrazione cittadina che – come è accaduto per il possibile uso della scuola media Carducci – mostra di aver paura di prendere qualsiasi decisione impopolare, infischiandosene delle responsabilità che ha nei confronti dei problemi di una scuola che tanto ha dato e continua a dare alla città”.





“Nessuna risposta, inoltre, dalla Provincia sui motivi della lunga sospensione dei lavori per la costruzione dei nuovi laboratori, solo la promessa di riprenderli al più presto. Buio pesto, invece, sulle migliorie necessarie per riaprire la palazzina A di via dei Sabini, inagibile perché la scala antincendio non sarebbe a norma”. “Tutto ciò – affermano i lavoratori – nonostante l'impegno e lo sforzo che sta mostrando la nuova dirigente scolastica – ci costringe a proclamare uno stato di agitazione permanente che porterà presto alla convocazione di un'assemblea pubblica con i genitori dei quasi 1.800 studenti e alla richiesta al Ministero di un fondo straordinario per dare finalmente all'Alberghiero una sede adeguata”. Se poi, entro la fine di settembre, non saranno ripresi i lavori in via dei Sabini e se permarrà la incredibile situazione di una scuola divisa in sei plessi, allora i lavoratori assicurano azioni clamorose, come lezioni davanti al Comune, alla Provincia e alla Prefettura. “Rimarremo – concludono i docenti – una scuola di alta qualità anche nella lotta. Come abbiamo dimostrato negli anni passati, le difficoltà non ci hanno impedito far raggiungere ai nostri studenti risultati straordinari. Stiano tranquilli i genitori, perché la nostra battaglia è sì tesa a migliorare le nostre condizioni di lavoro, ma soprattutto ha come obiettivo quello di migliorare sempre di più il livello della formazione professionale, civile e umana dei nostri ragazzi”.

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