PROPOSTA ALLA REGIONE, REVOCA DELLA CASA POPOLARE AGLI AUTORI DI MALTRATTAMENTI

25 Maggio 2016 10:45

Regione -

L'AQUILA – “Serve una legge regionale per la decadenza dell'assegnazione dell’alloggio di edilizia residenziale pubblica per chi è stato condannato per violenza e maltrattamenti in famiglia”.

È la proposta del consigliere comunale straniero dell'Aquila, Gamal Bouchaib.





“La violenza contro le donne è fenomeno ampio e diffuso. Sei milioni 788 mila donne – ricorda Bouchaib in una nota – hanno subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale, il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni: il 20,2% ha subìto violenza fisica, il 21% violenza sessuale, il 5,4% forme più gravi di violenza sessuale come stupri e tentati stupri”.

“L’indagine sulla Sicurezza delle donne, condotta dall’Istat tra maggio e dicembre 2014 permette di aggiornare i dati relativi al fenomeno della violenza contro le donne tenendo conto della componente sommersa non rilevabile attraverso le denunce o altre fonti di dati sulla violenza”.

“Purtroppo l’Abruzzo si attesta tra le regioni con percentuali più alte insieme a Lazio, Campania, Liguria, Emilia Romagna e Toscana, ma vi è di più, l’Abruzzo ha un primato, purtroppo in negativo, in quanto negli ultimi 12 mesi ha la percentuale più alta rispetto alle altre regioni italiane”, aggiunge.





“Il principio  di evitare che di un alloggio, acquistato o costruito con denaro pubblico e destinato a fini di pubblico interesse, come accade con le case popolari, possa farsi un uso contrario alla legge, trasformandolo di fatto in mura di una prigione all’interno della quale si consuma violenza ai danni del coniuge e dei figli, perché è paradossale che il condannato rimanga nella casa e le vittime vengono allontanate o trasferite in centri antiviolenza come accade oggi giorno”.

“In alcune regioni – spiega Bouchaib – una legislazione come quella auspicata a livello nazionale è già una realtà. Come in Emilia Romagna dove è previsto l’allontanamento dalla casa familiare 'per fatti riconducibili a violenza domestica', e l’assegnazione dell’alloggio sospesa fino alla definizione del procedimento penale. In altre Regioni, come nel Lazio, in Puglia, in Basilicata le norme per la decadenza dell’assegnazione, che pure esistono, hanno una motivazione ('per attività illecite e immorali') ben più generica”.

“Chiederò con una mozione alla nostra Regione di dotarsi una nuova norma regionale civile per decadenza dalla assegnazione dell’alloggio di edilizia residenziale pubblica per chi sia stato condannato per violenza e maltrattamenti in famiglia”, conclude.

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