PROSTITUZIONE: VIZI COSTITUZIONALI, LEGGE BRACCO SI ARENA IN COMMISSIONE

27 Maggio 2016 00:13

Regione - Politica

L'AQUILA – “Tecnicismi da risolvere”, li definisce il consigliere regionale Leandro Bracco.

Di fatto, la sua proposta di legge che regolamenta la prostituzione prevedendo una tassazione per chi fa sesso a pagamento ha un vizio di fondo.





“La legge prevede l'istituzione di una nuova categoria professionale – spiega l'ex grillino oggi nel Gruppo Misto ad AbruzzoWeb – e non può essere una legge regionale a istituirla perché il tema è di competenza nazionale”.

La proposta, approdata così il prima Commissione Bilancio all'Emiciclo, si è così subito arenata.

“Ho spiegato i contenuti della proposta per dare quanti più elementi possibili di valutazione ai consiglieri, ma poi ho chiesto il rinvio della seduta perché nella scheda legislativa ci sono alcune questioni da risolvere”, aggiunge, dicendosi soddisfatto di aver ricevuto i complimenti di esponenti del centrodestra, come l'ex presidente della Regione Gianni Chiodi di Forza Italia e il consigliere di Abruzzo Futuro Mauro Di Dalmazio.





La proposta di legge si compone di otto articoli.

Nel primo si prevede che le Camere di commercio istituiscano il “Registro regionale degli esercenti l'attività di prostituzione”. L’iscrizione sarà gratuita, mediante una semplice autocertificazione, e darà diritto a ogni “esercente” alla fornitura gratuita di preservativi, pillole anti concezionali, prodotti per l’igiene, a visite mediche periodiche, ed anche all’assistenza psicologica in caso di gravidanza non desiderata. La tassa viene fissata in 1.500 euro all’anno, a prescindere dai proventi percepiti. Da versare alle Camere di commercio entro il 30 giugno di ogni anno. Spetterà alla Regione Abruzzo l’attività di accertamento e riscossione anche coattiva della tassa, l’invio della diffida in caso di mancato pagamento. (m.sig.)

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