LA STRUTTURA DONATA DAL COMUNE DI SEGRATE NEL 2011 ANDO' IN FUMO IL SINDACO FENEZIANI, ''NON CI SONO SOLDI, CI ARRANGIAMO CON L'EX SCUOLA''

QUEL SOGNO BRUCIATO DI CASTELNUOVO, CENTRO DA 1 MILIONE MAI RICOSTRUITO

di Alberto Orsini

7 Febbraio 2016 08:30

L'Aquila - Gallerie Fotografiche

L’AQUILA – Cinque anni dopo, non c’è rimasto quasi più nulla sul terreno dove si trovava il centro polifunzionale bruciato e mai ricostruito di Castelnuovo, frazione nel comune di San Pio delle Camere (L’Aquila).

Nata nel post-terremoto e costata 1 milione di euro, con 500 mila di donazioni dalla cittadina lombarda di Segrate, a un anno e mezzo dall’inaugurazione la struttura venne rasa al suolo da un incendio dovuto un po’ alla sfortuna e un po’ all’incuria, un corto circuito nell’allaccio rimasto provvisorio con fili elettrici volanti.

L’edificio in legno, di 600 metri quadrati, comprendeva una biblioteca, sale per anziani, uffici attrezzati, zone studio e ricreazione e un bar, mai aperto, oltre a un asilo nido e spazio gioco per bambini.





Divenuti gelidi dopo quella figuraccia, i rapporti con Segrate si sono poi conclusi, anche perché il sindaco in carica ai tempi del rogo, Francesca D’Andrea, finita in polemica con il collega lombardo, Adriano Alessandrini, è caduta e per anni c’è stato un commissario prefettizio, prima dell’arrivo nel 2015 di Pio Feneziani, “anche lì è cambiata l’amministrazione, nel primo periodo ho provato con Alessandrini ma poi non c’è stato più nulla”.

Si era ventilata un’ipotesi di ricostruzione grazie ai cosiddetti “fondi Giovanardi” per il sociale, con la “scusa” dell’asilo nido, “ma di quei quattrini non si è vista l’ombra”, prosegue il nuovo sindaco che spiega come ora la comunità si debba arrangiare giocoforza con quello che ha.

“Non è stato fatto niente per rifare quel centro perché ci mandano i fondi, non credo che si ricostruirà mai – ammette – Resta molto rammarico, una struttura del genere non è facile realizzarla di nuovo visti i costi esorbitanti per un Comune come il nostro”.

La contromossa è “il vecchio edificio scolastico, già prima del terremoto era un circolo ricreativo, sistemeremo quello per creare un punto aggregativo anche se più piccolo. Le strutture – rileva – non sono mai sufficienti, soprattutto per aggregare le persone”.





Almeno comincia a sbloccarsi anche la ricostruzione. “Cerchiamo di andare avanti con le nostre forze e quello che ci mette a disposizione la legge – dice Feneziani – Al mio arrivo non c’era piano di ricostruzione, a giugno abbiamo approvato quello per il capoluogo e aspettiamo ritorno di Paolo Esposito alla guida dell’ufficio speciale per mandare avanti i primi progetti già istruiti”.

Quanto a Castelnuovo, “abbiamo ultimato gli studi sulle cavità ipogee, la settimana prossima mettiamo mano alla riperimetrazione per ripartire. La ricostruzione di cinque aggregati non interessati dalle cavità, comunque, era già stata finanziata, il primo di essi verrà riconsegnato a inizio marzo”, conclude.

Ma del sogno di Castelnuovo, relizzato con l’aiuto di Segrate, resta solo quel prato mezzo bruciacchiato, di proprietà del Comune, “bonificato e usato d’estate per manifestazioni all’aperto”.

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