CAOS E POLEMICHE, NECESSARIO INTERVENTO CARABINIERI. SEDUTA RIMANDATA FUORI TEMPO UTILE APPROVAZIONE QUESITO REFERENDARIO. CENTRODESTRA CERCA DI RIAPRIRE PARTITA, OPPOSIZIONE, ''NON LEGITTIMO RIAVVIARE I LAVORI''

REFERENDUM: BLITZ M5S-PD, COMMISSIONE RINVIATA AL PRIMO OTTOBRE, E’ BAGARRE

25 Settembre 2019 16:25

Regione - Politica

L'AQUILA – È stato necessario l'intervento dei carabinieri, a colloquio con alcuni consiglieri, per sedare gli animi in una giornata campale per la Lega in Regione Abruzzo.

Caos e polemiche nella Commissione bilancio che nel pomeriggio era chiamata ad esaminare il quesito referendario voluto dal carroccio per varare il sistema elettorale maggioritario: con un perentorio blitz, il vice presidente della prima commissione consiliare regionale, “Bilancio, Affari Generali e Istituzionali”, Sara Marcozzi, del Movimento Cinque Stelle, ha aperto e chiuso nel giro di pochissimo tempo la seduta, approfittando dell’assenza del centro destra, in particolare del presidente leghista Vincenzo D’Incecco che però è arrivato cinque minuti dopo.

L’operazione rapidissima ha spiazzato D'Incecco e gli altri commissari di centrodestra. Sarebbero volate anche parole grosse tra lo stesso e la Marcozzi, da qui l'intervento dei carabinieri.

I lavori sono stati rinviati al primo ottobre prossimo, fuori tempo utile per l'approvazione della proposta di referendum abrogativo per modificare la legge elettorale nazionale per la quale cinque consigli regionali italiani devono pronunciarsi positivamente entro il 30 settembre prossimo.

L'operazione scompagina i piani della maggioranza di centrodestra che sia pure non compatta avrebbe voluto esaudire il desiderio espresso dal coordinatore regionale salviniano, Giuseppe Bellachioma, che nei giorni scorsi aveva annunciato la volontà che l’Abruzzo fosse regione apripista.





“È molto semplice spiegare cosa sia accaduto questo pomeriggio nel corso della I Commissione di Regione Abruzzo. In qualità di Vice Presidente della Commissione, constatando l'assenza in aula del Presidente, ho aperto la seduta. Vista la mancanza del numero legale, ho rimandato la Commissione al primo ottobre. Queste sono prerogative che dà il regolamento in determinati frangenti e seguirlo alla lettera è un dovere di un buon rappresentate delle istituzioni”, spiega Marcozzi.

“Ci sono dei precedenti nella passata legislatura che confermano la bontà dell'azione svolta. La sola differenza rispetto al passato è che non c'era stata alcuna forzatura nel tentativo di riaprire una Commissione che, come confermano gli atti, era già stata chiusa. Gli esponenti della maggioranza di centro destra possono solo recriminare contro sé stessi per non essere stati presenti in aula con puntualità”.

“Ciò che mi sento di dire, arrivati a questo punto, è che la loro improvvisazione e impreparazione mi lascia, sinceramente, molto preoccupata per il futuro dell'Abruzzo. Il MoVimento 5 Stelle, dall'opposizione, continuerà a lavorare col solo scopo di difendere i diritti dei cittadini e ristabilirà sempre le priorità nelle discussioni, proprio come avvenuto in questo caso. È evidente che la sola urgenza nell'analizzare un quesito referendario sulla legge elettorale nazionale, già dichiarato inammissibile da numerosi costituzionalisti, dipendeva dai diktat arrivati dal vertice del partito”. 

“Mi auguro che, da adesso in poi, Marsilio e la sua Giunta inizino a mettere in cima alla loro agenda solamente il futuro dell'Abruzzo, puntando su una sanità che funzioni, un trasporto pubblico efficiente, un reale sviluppo economico da qui ai prossimi 50 anni. Non possono più perdere tempo”, conclude Marcozzi.

La commissione, già rinviata da ieri, avrebbe dovuto esaminare proprio l'istanza su cui la Lega sta giocando la partita della vita, per ordini di scuderia che arrivano direttamente da Roma. Già ieri Movimento Cinque Stelle e centrosinistra, con la presentazione di oltre 2mila emendamenti, erano riusciti a far slittare la discussione a oggi, tenendo bloccati i lavori di commissione fino alle 22 sul tema del finanziamento da un milione alla Saga e su norme per le Ater.

Il consiglio convocato per ieri ma mai riunitosi è stato rinviato a domani pomeriggio.





Ora la maggioranza, all'interno della quale è esploso lo scontro, sta provando a riaprire i lavori della prima commissione. Infatti dopo il blitz tutti i commissari, compresi quelli di centrodestra, sono rimasti in Commissione dove si tenta di capire, alla luce dell'accaduto, come uscire da quello che sarebbe un bel guaio per gli equilibri della maggioranza.

“Ormai mi vergogno anche stando all’opposizione di far parte di questo Consiglio regionale tanto è l’approssimzione, il dilettantismo e l’inadeguatezza della maggioranza di centrodestra – commenta il consigliere Sandro Mariani, di Abruzzo in comune, ex capogruppo del Pd, che ha affiancato Marcozzi nel blitz di oggi – Il centrodestra che era assente alle 15,30 ora sta cercando di recuperare ma ogni iniziativa di riaprire la commissione sarebbe illegittima e rischierebbe di invalidare la stessa proposta referendaria”. 

“Il centrodestra non riesce a Governare la Commissione e rischia di far naufragare il referendum elettorale leghista”, così i consiglieri del gruppo del Partito democratico in Regione Abruzzo.

“Una coalizione inesistente, prona ai diktat di Matteo Salvini e Giuseppe Bellachioma, che non riesce a garantire neanche il regolare svolgimento della Prima Commissione, chiamata oggi a decidere sulla proposta di referendum alla legge elettorale voluta da Salvini ed indigesta persino alle altre forze di centrodestra, vista la spaccatura”.

“Dopo aver constatato l’assenza della maggioranza, la vicepresidente Sara Marcozzi (M5S) alle 15.34 ne assume la presidenza stabilendo un rinvio al primo ottobre. In queste ore, invece, quei Commissari assenti stanno tentando di forzare le norme regolamentari facendo finta che il rinvio disposto dalla vicepresidente non esista, nonostante la registrazione. Di tali assenze erano testimoni Silvio Paolucci (PD), Marianna Scoccia (UDC) e Sandro Mariani (Abruzzo in comune)”, continua il Pd.

“Se dovesse passare l'intenzione di calpestare il Regolamento, ricorreremo in tutte le sedi deputate impugnando il provvedimento amministrativo di proposta del referendum sostenendo il grave vizio di legittimità da cui verrebbe travolto. Nel frattempo constatiamo che per questa destra le urgenze e le questioni dell’Abruzzo e degli abruzzesi vengono dopo, molto dopo le convenienze politiche di Salvini e Bellachioma. Una giunta lenta e assente non soltanto per l'Abruzzo, ma anche per gli interessi di partito e per Salvini”.  

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