GIANNI DI PANGRAZIO, ''VALUTEREMO PROGRAMMI. MIO FRATELLO? SCELTA RISPETTABILE MA IO MAI COL PD''; GEROSOLIMO E' FUORI MA CANDIDA ZUFFADA NELL'UDC; TOTO, DE SANTIS E D'AMBROSIO CON LEGNINI

REGIONALI: DOPO RITIRATA DI STEFANO E’ TANA LIBERA TUTTI NEL CARTELLO DELLE CIVICHE

di Marco Signori

10 Gennaio 2019 12:30

Regione - Politica

L'AQUILA – Con l'uscita di scena di Fabrizio Di Stefano, l'ex parlamentare di Forza Italia che ha ritirato la sua candidatura alla presidenza della Regione a quattro giorni dalla presentazione delle liste, è un tana liberi tutti nei movimenti civici che erano pronti ad appoggiarlo.

I vari protagonisti dell'ampio raggruppamento sono in cerca di una collocazione, tra chi salta nel centrosinistra, raccogliendo anche l'appello ai centristi del candidato presidente Giovanni Legnini, come Daniele Toto, e chi cerca ospitatlità nelle liste del centrodestra guidato da Marco Marsilio, con il quale si è invece schierato prima di tutti Gianluca Zelli con la sua Azione Politica, la più strutturata delle forze che inizialmente supportavano Di Stefano.

Si è sciolto come neve al sole, poi, quell'”esercito di amministratori” sbandierato ai quattro venti da Andrea Gerosolimo, il consigliere di Abruzzo civico che dopo lo strappo con l'allora governatore Luciano D'Alfonso ha provato a entrare nella lista dell'Udc ma, per il veto della Lega, è stato costretto a fare un passo indietro: da quanto si apprende candiderà nel raggruppamento centristra costituito da partito della Vela, Dc e Idea, Ernesto Zuffada, presidente del Consorzio di bonifica Aterno-Sagittario.





“Abbiamo tutti la testa sopra le spalle, quindi adesso guarderemo i programmi dei singoli candidati e sceglieremo con chi stare, anche se qualcuno di noi sarà candidato nelle liste civiche, che possono essere sia del centrodestra, sia del centrosinistra”, dice ad AbruzzoWeb Gianni Di Pangrazio, ex sindaco di Avezzano (L'Aquila) animatore di Abruzzo al Centro, un'altra delle componenti che era al fianco di Di Stefano, che allo stesso tempo afferma che “siamo organizzati, quindi sosterremo unitamente un candidato”.

“Facevamo parte delle Civiche d'Abruzzo, quel raggruppamento che pensava nella candidatura di Fabrizio assieme a tante altre liste civiche di tutto Abruzzo, quel progetto, essendo venuta meno la candidatura, continuerà, riprenderemo tutto il lavoro dal 12 febbraio”, assicura Di Pangrazio, che a un certo punto aveva dato vita ad Avanti Abruzzo, cartello durato il tempo di un mese, insieme a Italia dei valori e Partito socialista, ora tornati nel centrosinistra, e LiberalAbruzzo di Daniele Toto. “Non ci fermiamo – aggiunge – riteniamo che oggi gli steccati centrodestra e centrosinistra siano superati, c'è bisogno di chi vuole laorare per l'Abruzzo, mettendo a disposizione le proprie competenze a difesa dei nostri territori”.

“Guarderemo con attenzione ai programmi e quelli che più saranno attinenti alle tematiche che ci stanno a cuore, come la difesa dei servizi essenziali, della sanità, dei trasporti, dei piccoli comuni e delle aree interne, saranno decisivi per compiere una scelta, sia mia che di tutto il gruppo che crede ancora in un progetto di allargamento civico”, continua l'ex sindaco di Avezzano.

Di Pangrazio, che auspica la fine “di tutto il caos che si è verificato, sia nazionale sia locale, caratterizzato da forti contraddizioni con un'alleanza di governo diversa dalle alleanze locali”, rimarca poi le distanze dal Partito democratico, di cui il fratello Giuseppe è esponente di spicco e presidente uscente del Consiglio regionale.





“Il legame familiare è solido e importante”, dice, “ma io ho avuto troppe delusioni dal centrosinistra che ha governato sia a livello nazionale che locale, sono deluso dal Pd che tende solo a risse e tensioni interne e poco alle cose concrete”.

“Ho scelto un percorso diverso rispetto ai partiti – ricorda Gianni Di Pangrazio, che ha guidato il Comune di Avezzano a capo di una coalizione di centrosinistra ma molto allargata – mio fratello ha un profilo istituzionale, la sua scelta è rispettabile ed è una delle poche persone che può distinguersi, tra l'altro non ha fatto attività di gestione ma prettamente istituzionale, subendo molti sgambetti nonostante la sua autorevolezza riconosciuta da tutte le compagini che siedono in Consiglio regionale”.

“Non sono mai stato iscritto al Pd, non ho nulla a che vedere con il Pd”, insiste.

“Sono a disposizione per suggerimenti sui programmi di chiunque me lo chiedesse, mettendo a disposizione la mia esperienza anche tecnica”, conclude Di Pangrazio, dirigente pubblico a lungo direttore generale della Provincia dell'Aquila.

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