IL CONSIGLIERE PENTASTELLATO RISPONDE ALL'APPELLO DI PANGRAZIO, ''NOI RESPONSABILI, MA D'ALFONSO SE NE VADA E SI TORNI AL VOTO, COSI' E' AGONIA''

REGIONE ABRUZZO: RANIERI, ‘ABBASSARE TONI? MOVIMENTO 5 STELLE NON FA FINTA DI NULLA…”

di Filippo Tronca

13 Marzo 2018 07:00

Regione - Politica

L'AQUILA – “Abbassare i toni in Consiglio regionale ed essere collaborativi? Come sempre siamo pronti a fare a nostra parte per il bene di cittadini, ma non si può far finta di niente davanti al comportamento inaudito del presidente Luciano D’Alfonso“.

Risponde così il consigliere regionale del Movimento 5 stelle Gianluca Ranieri all’appello rivolto a tutte le forze politiche dal presidente del Consiglio regionale abruzzese Giuseppe Di Pangrazio, del Partito democratico, a favore di un atteggiamento “responsabile e fattivo”, ora che si tornerà in aula dopo la lunga pausa elettorale, dove, assicura Di Pagrazio, è “possibile approvare ancora importanti provvediemnti a vantaggio dei cittadini”.

Un Consiglio che dopo quasi deu mesi di pausa, tornerà a riunirsi il voto del 4 marzo che ha segnato anche in Abruzzo il tracollo del Partito democratico, il trionfo del Movimento 5 stelle e anche della Lega, il risultato sotto le aspettative di Forza Italia, la debacle dei centristi e di Liberi e Uguali.

In uno scenario politico dunque molto diverso da quello pre-elettorale, per di più avvelenato dallo scontro sulle tempistiche con cui D’Alfonso, eletto senatore del Pd, si dimetterà da presidente.

Sia il centrodestra che M5s vogliono che siano immediate, per tornare al voto il prima possibile.

D’Alfonso vuole invece attendere la piena formalizzazione della sua nuova carica, da parte del nuovo parlamento, ovvero come ha dottamente spiegato il presidente, attendere il “determinarsi dell’inveramento delle condizioni per diventare senatore. Da quel momento scatta il dies a quo”.





Proprio ieri M5s con il consigliere regionale Domenico Pettinari ha bollato senza mezzi termini D’Alfonso “un'azzeccagarbugli alla ricerca di ogni appiglio burocratico pur di rimanere con i piedi in due staffe”, e che “dovrebbe liberare l’Abruzzo dalla sua asfissiante presenza”.

Non si respira insomma certo il clima di concordia fattiva auspicata da Di Pangrazio.

E questo ad AbruzzoWeb lo ribadisce anche Ranieri.

“Se davvero uno ci tiene all’Abruzzo come dice – incalza il consigliere – non dovrebbe arroccarsi come di fatto sta facendo D’Alfonso e il Pd, che giocano a rimandare il più possibile le elezioni, per intuibili ragioni. Come possiamo dunque noi far finta di niente, davanti ad un presidente che, senza nessuna fretta, sta abbandonando la Regione, in una situazione disastrosa? E in fondo anche il centrodestra – tiene a sottolineare Ranieri – ha  lo stesso interesse a fare melina, visto che ha problemi di leadership e di candidature in vista delle prossime regionali”.

M5s, di gran lunga primo partito abruzzese, invece scalpita per andare al voto, il prima possibile, forte del clamoroso risultato delle politiche del 4 marzo: il 39,8 per cento alla Camera e 39,3 per cento al Senato.

“E’ ovvio che noi del Movimento 5 stelle vogliamo andare a votare subito – ammette Ranieri senza giri di parole –  non tanto perché abbiamo, come si suol dire, il vento in poppa, ma perché non vogliamo rubare lo stipendio in Consiglio regionale, dove in questi mesi potremmo fare ben poco essendo impossibile una programmazione seria. Sarà solo un’agonia e allora è meglio per tutti staccare la spina, subito”.

Però, volenti o nolenti, ha fatto implicitamente notare il presidente Di Pangrazio, ci saranno altri Consigli regionali, probabilmente già a partire dalla prossima settimana.





Dunque riecco la domanda: “Cosa farà M5s? Solo ostruzionismo e muro contro muro, invocando le dimissioni del presidente e lo scioglimento del Consiglio?”

“Noi valuteremo come sempre le proposte nel merito – risponde aggiustando un po' il tiro Ranieri –  In questo momento la cosa più importante è accelerare ad esempio ventre a terra la spesa dei finanziamenti europei, che sono drammaticamente al palo, poi vanno approvati i rendiconti dei debiti e crediti passati, senza i quali la capacità di spesa e manovra della Regione è congelata. Si potrebbe pure approvare la rottamazione delle cartelle di Equitalia, ma detto questo restano fermi due punti: l'amministrazione non può arrogarsi il diritto di fare scelte che pregiudicheranno il futuro dell’Abruzzo, che a breve sarà governato da altri. Secondo: non abbiamo alcuna intenzione di fare il baratto dei nostri provvedimenti con i loro. Tanto, diciamoci la verità, questa maggioranza oramai al crepuscolo non approverà mai, per dirne una, la nostra legge per dimezzare vitalizi e stipendi dei consiglieri regionali, dunque non vale nemmeno la fatica di provare a presentarla in aula. Ripeto: bisogna staccare la spina il prima possibile e consentire al Movimento 5 stelle di governare questa regione”.

A tal proposito, alle domande “chi sarà il vostro candidato presidente?” e “si ricandideranno tutti i consiglieri uscenti?”, Ranieri come prevedibile risponde che “a decidere saranno i cittadini, con una consultazione on line, nel modo più democratico. Questo vale per il candidato presidente e anche per i candidati consiglieri, gli uscenti come me, se decideranno di ricandidarsi, si presenteranno al giudizio dei cittadini con il report di tutto quello che hanno fatto a palazzo dell’Emiciclo. E comunque ancor prima dovranno anche consultarsi con la base e i gruppi locali attivi in ciascun territorio”.

Passando alla situazione nazionale, in cui si è davanti ad un rompicapo per trovare la quadra per trovare una maggiornza, pare una missione impossibile dare un governo al Paese, Ranieri non nasconde la preoccupazione.

“E’ un situazione complicata – ammette il pentastellato – la cosa importante è capire se ci siano per noi le condizioni o meno per governare. Ed è chiaro che non possiamo allearci con chicchessia, perché abbiamo il dovere di realizzare il programma elettorale che abbiamo sottoposto al voto degli elettori. Il nostro appello va piuttosto a chi, eletto in parlamento con altre forze politiche, in coscienza avrà il coraggio di staccarsi dagli apparati di partito e di superare i vecchi schemi, a chi sente di poter avere le mani libere nell’interesse degli italiani”.

Questo in un mondo ideale.

In quello reale, alla domanda, “dovendo scegliere chi è preferibile per un eventuale alleanza, la Lega o il Pd?”, Ranieri risponde: “Nessuno dei due, ma semplicemente perché non hanno interesse a fare un percorso insieme a noi, non hanno a cuore l’interesse dei cittadini”.

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