REGIONE: GIUNTA A LAVORO MA AL PRIMO CONSIGLIO MAGGIORANZA GIA’ A RISCHIO

di Marco Signori

9 Marzo 2019 21:00

Regione -

L'AQUILA – Potrebbe essere una maggioranza già azzoppata quella che si presenterà martedì alla prima seduta del Consiglio regionale dell'undicesima legislatura: lo strappo di Azione Politica, che si è detta fuori dal centrodestra dopo l'estromissione dall'esecutivo, unito al fatto che l'Udc è stato sin dalla campagna elettorale dichiarato fuori dalla coalizione, potrebbe infatti portare il presidente, Marco Marsilio, a dover fare i conti sulla presenza dei singoli consiglieri anche solo per mantenere autonomamente il numero legale.

I diciassette consiglieri di maggioranza più il governatore, potrebbero diventare quindici, di fatto un caso di pareggio in aula se ai tredici delle minoranze, composte dai 6 rappresentanti del centrosinistra e dai 7 del Movimento cinque stelle, si aggiungessero Roberto Santangelo, eletto con Azione Politica, e Marianna Scoccia, della lista Udc-Dc-Idea, già “scomunicata” perché inserita in lista all'insaputa dei partiti alleati, che su di lei avevano messo il veto in quanto moglie dell'ex assessore di centrosinistra Andrea Gerosolimo.





Eppure, secondo i retroscena di palazzo, non è affatto detto che Santangelo segua l'indicazione del movimento, fino a martedì scorso guidato da Gianluca Zelli, che dopo aver abbandonato il tavolo con gli altri coordinatori dei partiti che ha dato vita alla giunta, si è defilato lasciando il testimone ad Angelo D'Ottavio, amministratore di lungo corso da sempre molto legato al centrodestra partitico e che ha ritrovato nuova linfa nella lista civica.

“Azione Politica è fuori dalla maggioranza di centrodestra”, è questa la determinazione a cui è giunto il coordinamento riunito venerdì a Pescara, dopo lo strappo di Zelli che mercoledì in conferenza stampa non ha risparmiato critiche a Marsilio e al sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, che si sarebbe fatto garante dell'accordo, poi tradito, che prevedeva appunto la presenza di Azione Politica in giunta.

Le attenzioni sono dunque ora tutte concentrate sul consigliere aquilano, che forse non a caso resta defilato senza neanche rispondere ad AbruzzoWeb, che potrebbe costituire il vero ago della bilancia.





Ne è consapevole lo stesso governatore, che al termine della lunga giornata in cui si è composta la giunta, martedì scorso, a tarda sera gli ha telefonato per offrirgli la vice presidenza del Consiglio, come ha svelato lo stesso Zelli, l'indomani in conferenza stampa.

Una proposta che non è stata digerita dal gruppo civico, che infatti in una nota ha precisato come “nessun contatto è avvenuto tra coordinamento e presidente o partiti di maggioranza e che nessuno, oltre il coordinamento, può esprimere l'indirizzo del movimento”. Un messaggio chiaro che sembra rivolto anche allo stesso Santangelo, tentato dal seguire la maggioranza senza farsi troppi scrupoli nei confronti di un movimento che sì, lo ha portato all'Emiciclo, ma con il quale in fondo non ha poi troppo da spartire.

Sulle scelte di Santangelo – che nel caso sarebbe fuori da Ap secondo quanto si apprende – potrebbe inoltre pesare la geografica politica aquilana. Il suo gruppo, L'Aquila Futura, anche dopo le mosse del sindaco Biondi che hanno dapprima svuotato Forza Italia e poi rafforzato la sua Fratelli d'Italia, appare meno determinante di prima in Consiglio comunale. Senza contare che, nonostante quello tra i Santangelo – Roberto e il fratello Salvatore, vero protagonista delle scelte seppure negli ultimi anni senza ruoli pubblici – e Biondi non sia mai stato un rapporto particolarmente affiatato, i due sono riusciti a piazzare la sorella Alessandra alla guida dell'azienda municipale delle farmacie (Afm) e a recitare complessivamente un ruolo non scontato per una piccola lista civica.

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