SULLA VICENDA DELL'AGGREGATO ''PIAZZA PALAZZO'' A L'AQUILA PERENTORIO INTERVENTO VERTICE GSA. RISCHIO CONTENZIOSI TRA IMPRESE E PROPRIETARI

RICOSTRUZIONE, ”POZZETTI DA MARCIAPIEDE”: ”SANARE IRREGOLARITA’ O STACCHIAMO ACQUA”

di Filippo Tronca

10 Agosto 2018 09:07

L'Aquila -

L'AQUILA – “I proprietari sollecitino la ditta a sanare la grave irregolarità rappresentata dai misuratori di utenza idrica collocati dentro pozzetti lungo il marciapiede pubblico, per non costringerci a staccare la fornitura”.

L’ultimatum, pronunciato con decisione e senza troppi giri di parole, è lanciato dall'avvocato Fabrizio Ajraldi, presidente della società pubblica che gestisce il ciclo idrico integrato nell’Aquilano, in riferimento allo strano caso dei contatori dell’acqua potabile dell'aggregato “Piazza Palazzo”, nel cuore del capoluogo, collocati non dentro l’edificio da poco ristrutturato, o nelle sue pertinenze, ma addirittura dentro pozzetti lungo il marciapiede pubblico, di proprietà del Comune, che costeggia piazza Palazzo.

Il messaggio è diretto anche al consorzio Di Vincenzo &Strever, che ha seguito il restauro e il consolidamento dell’aggregato, riconsegnato a marzo del 2017, per un importo dei lavori di circa 18,5 milioni di euro, imprese che non sono esposte direttamente perché proprietari ed affittuari, quest’ultimi sono commercianti tornati nel centro storico con notevoli sacrifici e coraggio, nella maggior parte dei casi, hanno firmato il contrattto con la Gsa assumendosi ogni responsabilità. 

Per questo la situazione potrebbe diventare esplosiva ed innescare contenziosi a catena. 

La società pubblica ha ribadito quindi per bocca del suo vertice l'irregolarità della scelta denunciata per primo a questa testata da un gruppo di condòmini, insieme ad altre questioni.

La vicenda crea imabarazzo e crescente irritazione, da parte della società pubblica Gran Sasso acqua, visto che la stessa sull’affaire pozzetti, aveva già il 20 ottobre scorso, a firma dell’allora direttore tecnico, Aurelio Melaragni, inviato una perentoria lettera al settore Ricostruzione del Comune dell'Aquila e, per conoscenza, al sindaco Pierluigi Biondi, al presidente del Consorzio Elide De Andreis, al direttore dei lavori Vinicio Polidori e alla Soprintendenza.





Il gruppo di condòmini, che ha anche segnalato dettagliatamente i fatti alla Soprintemdenza, essendo lo stabile vincolato, ha posto l’accento anche su altri, presunti e gravi difetti costruttivi e anomalie, in particolare nella parte di aggregato coincidente con il settecentesco palazzo Palitti, a cominciare dalla presunta scomparsa di pietre nobili. 

I ricorrenti hanno puntato il dito contro la ditta, che ha realizzato l'intervento post-simsico, sul già citato consorzio Di Vincenzo &Strever: il titolare della Di Vincenzo, Gianni, è il fratello di Roberto, presidente della Camera di commercio di Chieti, e fondatore dalla casa editrice ed agenzia di comunicazione Carsa, che ogni anno nel capoluogo organizza Officina L’Aquila, il grande evento incentrato sulla ricostruzione post-sismica e le nuove frontiere dell’edilizia.

Proprio in occasione di questa kermesse l’aggregato in questione è stato meta di visite didattiche e quindi esmpio di buoi e pratiche nell’ambito delle giornate dei “Cantieri del restauro”. 

Nella lettera di ottobre 2017, la Gsa aveva denunciato l'anomalia dei pozzetti, solecitando di sanarla entro fine aprile scorso.

L'ultimatum, però, è caduto nel vuoto, la Gsa ha comunque proceduto all'allaccio, dopo aver fatto firmare una autodichiarazione di assunzione di responsabilita ai commercianti che hanno preso in affitto i locali del pianterreno dell'aggregato piazza Palazzo.

La pazienza e l'atteggiamento collaborativo della Gsa ora sta però per volgere al termine.

“Nel momeno in cui i cittadini affidano – osserva innanzitutto Ajraldi ad Abruzzoweb – i lavori di ristrutturazione e consolidamento sismico ad una ditta, devono anche assicurarsi che tutto venga eseguito secondo la normativa vigente, con tutte le autorizzazioni del caso. E cosa dice la normativa, per quanto riguarda l'acqua? Dice che i misuratori devono essere posti in apposite cabine immediatamente fuori dalla proprietà, per consentire in ogni momento al nostro letturista di registrare i consumi, e per permettere alle nostre squadre di staccare eventualmente l'utenza in caso di morosità”.





Si potrebbe osservare che i misuratori sono stati effettivamente collocati fuori il palazzo, appunto dentro pozzetti lungo il marciapiede, che –  questa la seconda anomalia – non è di proprietà del palazzo, ma del Comune, ovvero suolo pubblico. Aspetto che sottolinea Ajraldi, non è di competenza della Gsa, lo è invece eccome l'accessibilità di questi pozzetti.

“Il nostro letturista per prendere nota dei consumi, – spiega ancora il presidente della Gsa  – dovrebbe  predisporre un blocco del transito dei passanti per evidenti ragioni di sicurezza, ma non lo si può fare 'alla vogliamoci bene'. Il vero problema è che questa tipologia di intervento 
non è previsto dalle nostre procedure  e dai contratti dei nostri dipendenti. Di fatto non siamo ad oggi nelle condizioni di effettuare le letture dei consumi, come avviene in tutti gli altri edifici, con i misuratori collocati come detto in cabine apposite, accessibili in ogni momento dai nostri addetti. Di fatto nell'aggregato di piazza Palazzo sussiste ancora una situazione di infrazione”.

Per questa ragione la Gsa ha incontrato più volte i proprietari per sollecitarli a sanare nel più breve tempo possibile l’irregolarità, per non essere costretti a staccare l'acqua, mettendo nei guai le attività commerciali che hanno eroicamente aperto i battenti in una piazza desertificata da anni a seguito del terremoto, e poi dai cantieri della ricostruzione. Usufruendo anche dei fondi pubbici previsti dal bando Fare centro. 
Non si potrà però tergiversare per molto altro tempo ancora.

Nella lettera del 20 ottobre scorso, la società aveva evindenziato che l'alloggiamento dei misuratori di utenza idrica in pozzetti privati insistenti sul marciapiede pubblico, e' una scelta che “risulta essere non conforme ai fini della loro attivazione”. 

Si rende dunque necessario, conclude la Gsa, “da parte del consorzio operante l'intervento, il perseguimento di una soluzione tecnica volta a dare soluzione definitiva alla problematica emersa”.

L'allaccio come detto è stato comunque garantito, ma solo dopo che proprietari e affittuari dei locali commerciali, su richiesta della Gsa, hanno firmato un’auto-dichiarazione, con cui assumersi “la responsabilità civile e penale per ogni evento connesso all'utilizzo, alla manutenzione e alla gestione del pozzetto privato, realizzato sul marciapiede pubblico, destinato all'alloggiamento del contatore dell'utenza idrica.

Caduto nel vuoto il primo ultimatum della Gsa in cui si chiedeva di sanare la situazione entro il 30 aprile scorso, ora la vicenda diventa buio amente d’attualità per la presa di posizione della Gsa con sviluppi che si annunciano tutt’altro che ragionevoli. Ed i fari sono puntati sulle decisioni del Consorzio che tuttavia dopo la pubblicazione del primo articolo da parte di Abruzzoweb, aveva annunciato a voce attraverso un autorevole tecnico una replica per spiegare con tanto di dopcumenti le proprie ragioni che però non è mai arrivata.  

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