RICOSTRUZIONE SULMONA: ARCHITETTI E INGEGNERI A CASINI, ”RITARDI NON DIPENDONO CERTO DA NOI”

27 Luglio 2017 17:32

L'Aquila -

SULMONA – “Molti componenti dell'attuale Giunta comunale di Sulmona, erano presenti anche nelle precedenti amministrazioni e quindi hanno anche loro responsabilità sui ritardi della ricostruzione”.

A sostenerlo il presidente dell’Ordine degli architetti della Provincia dell’Aquila Edoardo Compagnone, che così replica al sindaco di Sulmona Annamaria Casini, che nell’intervista ad Abruzzoweb di ieri, sulla clamorosa situazione di stallo dell’Ufficio sisma della città peligna, dove giacciono centinaia di pratiche inevase, ha affermato che “stiamo ponendo rimedio ad una situazione di stallo che si trascina dal 2009, per responsabilità di chi ci ha preceduto in Comune. E lo stiamo facendo velocemente”.

La Casini in un passaggio dell'intervista resa a margine dell’incontro con il sottosegretario Paola De Micheli, dove illustra le mosse fatte e imminenti, per dotare finalmente l’Ufficio sisma del personale in numero adeguato, e per sbloccare i lavori di di messa in sicurezza sismica ha anche ricordato “agli ordini professionali che ci criticano che anche loro hanno responsabilità di ciò che si è verificato negli anni passati”.

Affermazioni che non sono piaciute nè all’Ordine degli architetti, né  al componente del consiglio dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Aquila Carlo Maria Speranza, che rispnde anche lui con una nota molto dura.

“L’Ordine che io rappresento – afferma Compagnone – rigetta le dichiarazioni fatte dal sindaco di Sulmona, Annamaria Casini, addebitando le responsabilità dello stallo di tutta la macchina amministrativa, in tutti i settori, ai suoi predecessori ed agli Ordini Professionali. Faccio presente che molti componenti della sua Giunta (Mario Sinibaldi, Maria Assunta Iommi, Paolo Santarelli, Cristian La Civita) oltre a diversi consiglieri della maggioranza (Luigi Santilli, Alessandro Pantaleo, Mauro Tirabassi, Roberta Salvati e Angelo Amori) erano presenti anche nelle precedenti amministrazioni e quindi, a suo dire, non sollevati da eventuali colpe”.





“L’Ordine degli Architetti sin dalla Giunta Federico – incalza Compagnone- per passare a quella guidata da Ranalli e per finire all’Amministrazione Casini, si è sempre reso disponibile al colloquio e alla collaborazione, al fine di dare un contributo costruttivo in tutte quelle problematiche tipiche della professione di architetto. Lo dimostra il fatto che questo Ordine, anche con l’Amministrazione Casini ha più volte richiesto di voler riprendere il colloquio interrotto dalla caduta dei due precedenti Sindaci, richiesta questa, caduta nel vuoto”.

“Inoltre, vorrei ricordare – prosegue Compagnone – che le soluzioni prospettate, sono state suggerite da questo Ordine circa sei mesi fa, ed in passato, ai suoi predecessori anche dall’Assessore Sinibaldi, allora Consigliere dell’Ordine degli Ingegneri”.

L’ordine degli architetti spemsisce poi la notizia, riportata da Abruzzoweb, su fonte della stessa amministrazione comunale, della presenza degli architetti all’incontro con la De Micheli.

“Posso affermare con assoluta certezza che nessuno dei nostri rappresentanti era presente in quanto tutti, nessuno escluso, impegnati nelle attività Consiliari a L'Aquila, e non invitati all’incontro. Quindi non capisco a quali “rappresentanti” si faccia riferimento. In conclusione esprimo al Sindaco i migliori auguri di buon lavoro, auspicandole di voler risolvere veramente i problemi di questa città, restando sempre a disposizione per una fattiva collaborazione, qualora la nostra professionalità sia riconosciuta e la nostra presenza gradita”.

Dello stesso tenore la nota di Carlo Maria Speranza.





“In merito alla dichiarazione rilasciata a margine della visita nella Città di Sulmona del sottosegretario Paola De Micheli – esordisce Speranza – chiedo, nella mia qualità di componente del Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Aquila, che il sindaco Casini esprima con chiarezza e senza imbarazzo i nomi dei soggetti membri di Consigli di Ordine oppure dei professionisti iscritti agli Ordini, che abbiano messo in atto azioni ostative e di intralcio, evidenziando, per chiarezza e trasparenza, quali siano state o siano dette attività. La responsabilità che ognuno di noi accetta nel rappresentare categorie o gruppi sociali, impone l’assunzione di attribuzioni e funzioni che corrispondano, essenzialmente, ai valori di fedeltà alla verità e di lealtà nei confronti dei rappresentati, per cui, se il Sindaco ha prove a sostegno dell’affermazione”.

Speranza ricorda poi a Casini che è “in capo alla Sua autorità l’obbligo di denunciare pubblicamente i nomi dei professionisti, evidenziando a corredo le circostanze dell’attività ostativa e frenante; in caso contrario siamo dinanzi ad una dichiarazione denigratoria con profili di calunnia, che intende colpire indiscriminatamente intere categorie di professionisti che nella fattispecie, e fino a prova contraria hanno, invece, avuto continuamente e costantemente un atteggiamento collaborativo, di piena corretta e doverosa cooperazione, finalizzata a rimuovere le cause del malfunzionamento di un intero sistema amministrativo sul quale lo svuotamento dell’Ufficio Sisma operato da questa Amministrazione non ha certo esercitato spinta a favore di efficienza, efficacia e performance”.

Speranza si attende dunque che “il signor sindaco rettifichi l’infondato, improvvido, ingiusto ed offensivo virgolettato, ovvero chiarisca con nomi e fatti la sua dichiarazione in modo che i Consigli di Disciplina dei singoli Ordini, possano esercitare le funzioni assegnate di controllo della condotta deontologica dell’iscritto, comminando le sanzioni dovute per continuare a garantire una classe di professionisti responsabili ed onorabili e che mai con il proprio operato possano concorrere a mettere in pericolo la popolazione ovvero a gravare sull’Erario con spese indebite”.

“Ricordo, infatti, – conclude Speranza – che la ricostruzione, la riparazione dei danni, ed il miglioramento sismico, sono elementi del più esteso concetto di 'messa in sicurezza', che non è valore appartenente all’edilizia, ma diritto garantito dallo Stato alla popolazione attraverso la catena della sussidiarietà di cui il Comune è il fondamentale e primo essenziale ganglio innervato che non può coprire le eventuali proprie inadempienze e ritardi costruendo un muro di gomma ed accendendo la macchina del fango”.

 

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