LETTERA AL PREFETTO DENUNCIA INTIMIDAZIONI E ANOMALIE NEGLI UFFICI

RICOSTRUZIONE: URAGANO SUL ”CRATERE”! ACCUSA DIPENDENTI, INGERENZE POLITICHE

di Alberto Orsini e Berardino Santilli

23 Novembre 2014 01:16

L'Aquila -

L’AQUILA – Gravi ingerenze, a volte intimidazioni, della politica nella gestione dell’attività di ricostruzione post sisma del 6 aprile 2009 nei comuni del “cratere”, anche per far passare avanti le pratiche di famiglie influenti con le conseguenti liquidazioni, e la condizione di incompatibilità del coordinatore dei sindaci delle aree omogenee, Emilio Nusca, progettista di alcuni interventi di recupero di immobili in quel territorio.

Oltre all’indicazione, puntuale, di fatti dai risvolti penali in un quadro di disorganizzazione e caos.

È un vero e proprio tsunami quello che si abbatte sull’attività di ricostruzione della zona montana che comprende i comuni di Rocca di Mezzo, Lucoli, Rocca di Cambio e Ovindoli: i cinque dipendenti dell’ufficio territoriale per la ricostruzione (Utr) numero 9 hanno preso carta e penna e hanno scritto una durissima lettera di denuncia che tratteggia una situazione davvero poco edificante e che ha già creato imbarazzo e preoccupazione.

Anche se le accuse sono tutte da dimostrare, la missiva, fatta recapitare in questi giorni, getta ombre molto fosche sull’intera attività post-sisma dei 56 comuni del “cratere”, visto che c’è il sospetto, forte, che le dinamiche denunciate caratterizzino anche il modus operandi delle altre aree omogenee.

Oltretutto l’uragano si scatena in un momento storico di particolare incertezza sui fondi e sulle regole segnato dalla vacatio della figura governativa destinata alla gestione della ricostruzione ormai in atto da tempo dopo le dimissioni di Giovanni Legnini, eletto vice presidente del Consiglio superiore della magistratura.

I cinque dipendenti, che fanno parte della grande infornata fatta con il famoso “concorsone”, danno l’idea di fare sul serio: il grave atto di accusa è stato inviato, oltre ai sindaci dell’area omogenea 9, al prefetto dell’aquila, Francesco Alecci, e al titolare dell’ufficio speciale per la ricostruzione del “cratere”, Paolo Esposito.

Secondo quanto si è appreso, Alecci si è già attivato, tra le altre cose incontrando lo stesso Esposito per avere i primi ragguagli sulla vicenda.

LA DENUNCIA

I dipendenti rivendicano “gravi e continue ingerenze politiche in spregio alla distinzione tra politica e amministrazione”, fatti gravi denunciati in modo senz’altro anomalo che potrebbe spingere Alecci a inviare tutta la documentazione alla procura della Repubblica.

Secondo gli insorti, le ingerenze si concretizzano in “disorganizzazione, forzatura dei procedimenti amministrativi, mancato rispetto dell’ordine di protocollo nell’istruttoria delle pratiche e nell’attività di liquidazione”, in particolare favorendo con insistenza e addirittura intimidazioni la liquidazione di una pratica legata alla famiglia di un amministratore pubblico di un Comune vicino.





Gli Utr sono le strutture nate a seguito di un’ordinanza della presidenza del Consiglio dei ministri, la numero 4013 del 2012, con una convenzione tra i Comuni di ogni area omogenea, per accelerare e snellire il processo di esame delle richieste di contributo per la ricostruzione degli immobili privati ricompresi nei piani di ricostruzione.

La lettera è firmata dai tecnici istruttori Enrico Bianchi, Gianfranco Stallone, Agostino Padovani, Vanni Ranieri e Alessandro Da Ros.

Sotto accusa tra gli altri il responsabile dell’Utr 9, Raffaele Iacovitti, ma anche il coordinatore dei sindaci Nusca, ingegnere che esercita l’attività di progettista privato, incompatibile con cariche pubbliche come prevede la cosiddetta “legge Barca”.

Anche in considerazione della sua carica sul territorio, alle elezioni regionali del 25 maggio Nusca è stato candidato in deroga come esponente del Partito democratico nella lista civica in appoggio al candidato presidente Luciano D’Alfonso, mancando l’elezione a palazzo dell’Emiciclo.

Nelle scorse settimane, tra l’altro, per un voto contrario su un provvedimento legato al fotovoltaico, Nusca, che era vice sindaco, è stato rimosso dalla Giunta dal primo cittadino Mauro Di Ciccio, suo ex delfino.

Almeno fino a oggi, ha potuto mantenere la carica di coordinatore dei primi cittadini solo in virtù di una delega come consigliere comunale che il sindaco gli ha lasciato. Ma dubbi e incertezze sulla legittimità, dopo questa puntata, sono cresciute a dismisura.

Nelle “riunioni convocate e presiedute dall’ingegner Nusca”, come si denuncia nella lettera, “la commistione tra politica e amministrazione ha raggiunto il suo apice”, “tra generici complimenti alla nostra professionalità e puntuali attacchi alle inefficienze dell’ufficio”.

Rivendicazioni che rendono più chiara la scelta di Esposito di non partecipare alle riunioni tra sindaci se non quando chiamato come supporto tecnico, per mantenere rigida la separazione tra politica e amministrazione.

Quanto a Iacovitti, tra le bordate anche quella di essere “istruttore tecnico a tempo parziale Cat/C1” a fronte dei “4 istruttori direttivi a tempo pieno Cat/D1” vincitori del “concorsone”, per cui “un dipendente pubblico di categoria inferiore autorizza ferie e permessi e attribuisce la responsabilità di procedimenti a personale di categoria D, con grave violazione di ogni principio meritocratico”.

Le denunce di varie carenze nell’Utr 9 contenute nella lettera si affiancano a quelle che i dipendenti di tanti uffici fanno senza peraltro voler comparire per paura di ritorsioni della politica: il rilievo verte sulla mancata di estendere l’esperienza fatta in pochissime Utr da parte dei vertici di stipulare convenzioni tra strutture perché quelle che hanno poco lavoro diano sostegno a quelle in affanno per il troppo lavoro.





E in questo momento ci sono Utr dove ci si girano i pollici per via della scarsa attività con la ricostruzione che va avanti lenta.

L’AGGREGATO DELLA DISCORDIA

A scatenare la protesta, comunque, è stato un caso che AbruzzoWeb ha raccontato nelle scorse settimane, con un uomo pronto a incatenarsi al municipio di Rocca di Mezzo a causa della lentezza nell’istruire la sua pratica di ricostruzione.

“Si tratta di un caso molto semplice e con un ritardo non grave”, aveva tranquillizato Di Ciccio. Ma ora, alla luce delle nuove rivelazioni, i fatti assumono tutt’altri contorni.

La pratica, infatti, si denuncia nella lettera, è quella dell’aggregato 339 di Rocca di Cambio, presieduta da Roberto Morgante, che poi sempre per incompatibilità della legge Barca si è dimesso cedendo la presidenza dell’aggregato al fratello Franco Morgante, anche se, scrivono gli insorti, “la pratica continua di fatto a essere gestita da Roberto che chiede informazioni, produce e ritira documenti”.

A essersi incatenato è stato il padre dei due, Antonio Morgante, che alla fine ha desistito dalla protesta. A quel punto il responsabile Iacovitti, scrivono, avrebbe ordinato ai dipendenti “di restare in servizio oltre il normale orario per portare a compimento l’istruttoria dell’aggregato 339”, minacciando anche di predisporre “un ordine di servizio scritto” presso il Comune, “luogo fisicamente distinto dall’Utr 9”.

“Imporre lo straordinario per normali esigenze d’ufficio è illegittimo, ma ancora più grave è la minaccia di farlo, perché ciò costituisce un atteggiamento intimidatorio ed è questo stesso atteggiamento che porta a considerare un funzionario pubblico che riscontra un problema istruttorio non un lavoratore competente ma un cieco burocrate”.

Ma le fattispecie riscontrate dai 5 in rivolta sono molte altre. Dalla già detta incompatibilità di Nusca ad altre per la “presenza, sempre tra i progettisti privati, di titolari di contratti di collaborazione con i Comuni dell’area omogenea”.

E ancora ci sarebbe l’intimidazione di un tecnico privato, di cui non viene fatto il nome, con trascorsi in politica, che avrebbe paventato lo scioglimento dell’Utr “con la messa in mobilità dei suoi dipendenti” se “non avesse cominciato a lavorare in modo efficiente”.

Poi il fatto avvenuto a luglio, quando Iacovitti e Nusca avrebbero comunicato che “le ferie erano sospese fino al raggiungimento degli obiettivi prefissati” e che “le ferie non sono un diritto ma un premio”.

Ancora, “l’uso dell’autovettura di nostra privata proprietà per sopralluoghi o trasferte”, la mancata erogazione di “alcun trattamento economico accessorio” per anzianità o mansioni.

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