RUZZO RETI DAL BARATRO AL RISANAMENTO FORLINI, ”MENO DEBITI E PIU’ DEPURATORI”

di Filippo Tronca

27 Luglio 2016 08:00

Teramo - Politica

TERAMO – “Il mio obiettivo resta quello di far uscire la Ruzzo Reti dall’emergenza finanziaria cronica, e utilizzare nel miglior modo e speditamente le risorse economiche disponibili per migliorare la rete idrica e intervenire sugli impianti di depuratori mal funzionanti”.

Questo in sintesi il programma di mandato di Antonio Forlini, confermato presidente della società che gestisce il ciclo idrico nel Teramano. Manager di lungo corso dell'Amadori, Forlini è stato rieletto nei giorni scorsi dall’assemblea dei 36 sindaci dei Comuni soci, a stragrande maggioranza.

Della vicenda la stampa teramana si è occupata soprattutto per evidenziare le manovre e le alleanze dietro le quinte dell'elezione del Consiglio d'amministrazione, che alla Ruzzo come altrove ha anche soprattutto una valenza politica.

Forlini è stato appoggiato in primis dai sindaci del centrosinistra, e a monte dall’asse trasversale costituito dal deputato del Partito democratico Tommaso Ginoble e dal capogruppo dem in Regione Sandro Mariani da una parte, e dal consigliere regionale di Forza Italia Paolo Gatti dall’altra. Alleanza che ha fatto tramontare l’ipotesi di cambio al vertice, sostenuta da Sinistra Italiana e in particolare dal consigliere comunale centrista di Teramo Dodo Di Sabatino, che ha sostenuto a spada tratta la candidatura di Giancarlo Di Lucanardo, ex sindaco di Cortino ed ex presidente dell'Ambito territoriale ottimale (Ato).

Sono entrati poi nel Cda della Ruzzo Alfredo Grotta, l'ex consigliere comunale di Montorio al Vomano, in quota centrodestra, e Alessia Cognitti, segretaria del circolo del Partito democratico Teramo centro, in quota centrosinistra, sostenuta da Ginoble e Mariani, ma non dal presidente della Regione Luciano D'Alfonso e dell'assessore regionale all'agricoltura Dino Pepe.

Questioni su cui però il presidente Forlini preferisce non esprimersi, limitandosi a far notare che “io sono stato eletto dai sindaci quasi all’unanimità, sono loro gli azionisti a cui devo rendere conto, e a nessun altro”.

Certo è che il compito di Forlini non è affatto facile, e il presidente non lo nasconde.





“La Ruzzo si porta dietro un debito accumulato negli anni di 97 milioni di euro – ricorda Forlini – un debito provocato da investimenti inadeguati, che si potevano evitare, ma anche dalla difficoltà, riscontrata anche ora, ad incassare le fatture, che pone un problema di liquidità. È ovvio che se da una parte viene a mancare l’incasso, e dall’altra parte si devono pagare i debiti, una società non può non andare in difficoltà”.

“Il percorso di risanamento avviato – aggiunge – ha iniziato a dare i suoi frutti ma è una strada lunga e ancora piena di insidie. Il sostegno delle banche, a tale proposito, rimane indispensabile anche se, purtroppo, è sempre più difficile ottenerlo”.

Dall’analisi del bilancio di esercizio, approvato venerdì scorso dall’assemblea dei soci, si evince infatti una perdita d’esercizio pari a 750.777 euro, pari dunque a circa un quinto di quella registrata nel 2014 (3.750.975 euro). Se è vero che permane una cronica crisi di liquidità, diminuiscono di 1.284.000 euro i debiti verso fornitori e banche (18.868.000 nel 2014, 17.584.000 euro nel 2015). 

La Ruzzo Reti a maggio si è adeguata a una normativa dell’Authority e rinnovato non solo il documento cartaceo spedito nelle case dei clienti: è scomparso il vecchio anticipo sui consumi, sostituito dal deposito cauzionale. Inoltre la fattura è stata rinnovata nella grafica, ed è ora più facile da leggere, perché sono meglio visualizzati i dettagli del contratto di fornitura, ovvero la lettura, consumi, modalità di pagamento.

Resta il fatto che  tra gli oltre 73mila utenti della Ruzzo, ancora altissimo è il numero di chi non paga, e complice è anche la crisi economica che ha messo in ginocchio tante famiglie e aziende.

Trovare una soluzione sarà decisivo i destini della fornitura idrica nel teramano. Altro nodo ancora da risolvere è quello della governarne e dell’organizzazione della Ruzzo. Per Forlini un'altra eredità di una malagestio del passato.

“È evidente che in una fase della gestione della Ruzzo non sono state rispettate le procedure di evidenza pubblica nelle assunzioni, e questo ha nuociuto in particolare sulla qualità del personale. Ovvero sono stati assunti troppi impiegati e pochi operai e tecnici. I dipendenti sono ora 249 compresi quelli a tempo, e a ben vedere non sono troppi, sono solo male assortiti”.

Ecco perché la Ruzzo deve ora indire concorsi, questa volta pubblici, per assumere figure necessarie non presenti in organico, e sta procedendo ad una riorganizzazione interna, con spostamenti di personale, che hanno creato molte fibrillazioni e ostilità.





“La sfida più importante – spiega a tal proposito il presidente – è che i dipendenti remino tutti nella stessa direzione, ovvero quella indicata dal consiglio di amministrazione. Devo dire che c’è anche chi è rimasto ad attendere sulla sponda del fiume aspettando il passaggio del mio cadavere. Attesa inutile, ora a queste persone dico che è giunta l’ora di rimboccarsi le maniche e collaborare”.

A proposito di fiumi: tra le priorità resta quella dell’intervento sui depuratori malfunzionanti, che contribuiscono a inquinare il mare della costa teramana.

“La Ruzzo negli ultimi tre anni ha effettuato molti i depuratori in ultimi tre anni abbiamo fatto molti interventi straordinari di manutenzioni delle fosse imhoff e ora la situazione rispetto ad altri territori è sotto controllo. Mentre permane una situazione critica per quanto riguarda i depuratori di Tortoreto e di Alba adriatica. Il primo è ai limiti della sua capacità di carico, e va anche delocalizzato, perché ora è in area alluvionale. Quello di Alba va potenziato”.

Per questo intervento sono già disponibili fondi Fas per circa 25 milioni, a cui si aggiungono anche le risorse economiche del Masterplan per il sud. Certo è che servirebbero anche i soldiper intervenire sulla rete fognaria, della costa in particolare.

“Il problema principale – conferma Forlini – è la separazione delle acque nere da quelle bianche, per ridurre il carico sugli impianti di depurazione, ma per fare questo occorrebero ingenti risorse economiche”.

Altra priorità di mandato Forlini la individua nel è potenziamento della rete idrica.

“Abbiamo a disposizione 30 milioni di euro dello sblocca Italia, per realizzare finalmente una nuova adduttrice per la costa, lungo il fondo valle del Tordino, a partire da ponte Vomano, per consentire di aumentare la portata d’acqua a Giulianova e sulla costa”.

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