SAN BERNARDINO: RIDOTTE MACCHIE UMIDITA’; RESTAURI COMPLETI A BREVE

di Eleonora Marchini

2 Gennaio 2018 07:00

L'Aquila -

L’AQUILA – Dopo un monitoraggio costante durato più di un anno ad opera del Centro ricerca per lo studio dei materiali cementizi e dei leganti idraulici dell’Università di Padova, in collaborazione con il Consiglio nazionale delle ricerche, sono attesi a breve i risultati ufficiali circa la natura delle effluorescenze ovvero le macchie di umidità comparse in diversi punti della cupola della Basilica di San Bernardino all’Aquila, dopo poco più di un anno e mezzo dalla fine dei lavori di restauro post-sisma costati circa 13 milioni di euro.

Il fenomeno era stato documentato, a ottobre del 2016, proprio da AbruzzoWeb, mostrando i segni di presunte infiltrazioni e antiestetiche macchie giallastre nelle zone del timpano di una finestra della cupola sul lato sinistro, della modanatura che separa la cupola stessa dall’arco sotto il quale si trova l’altare principale, del rinfianco di quell’arco e su altre strutture verticali della cupola.

“Abbiamo già i dati ufficiosi risultanti dallo studio – riferiscono fonti interne al Provveditorato alle Opere pubbliche, committente dei lavori di restauro della Basilica – Sono state inserite delle sonde nella muratura della cupola, sia all’esterno che all’interno per rilevare il movimento dell’umidità”. 





Oggi, la maggior parte di quei segni evidenti, che avevano fatto temere lavori eseguiti male dalle ditte esecutrici, la Donati Spa e la Eme Spa, o materiali scadenti, è scomparsa o quasi del tutto attenuata.

“Una postazione meteo esterna per la raccolta di campioni di acqua piovana è stata collocata in corrispondenza del campanile. Questo per confrontare la composizione chimica dell’acqua raccolta con le tracce affiorate all’interno ed escludere la presenza appunto di infiltrazioni dall’esterno”, viene spiegato. 

Tecnicamente, i lavori di ristrutturazione della Basilica hanno comportato, come spiegano ancora dal Provveditorato, iniezioni di boiacca di cemento nella cupola, materiale che ha una componente di acqua. 

“La componente di acqua delle iniezioni di cemento ha provocato quelle che definiamo delle effluorescenze, ovvero delle risalite di umidità dovute alla normale evaporazione. Un fenomeno che comunque abbiamo monitorato e analizzato con estrema attenzione per escludere errori nella realizzazione dei lavori o infiltrazioni dall’esterno. Lo spessore delle murature presenti ha di fatto rallentato questo processo di 'asciugatura' che durerà ancora per qualche tempo, potrebbero volerci anche anni”, precisano dal Provveditorato. 





Inoltre, “le temperature elevate dell’estate appena trascorsa hanno comunque aiutato molto”.

Intanto sono in fase di ultimazione i lavori di restauro degli apparati decorativi delle cappelle laterali, appaltati all’impresa Sacaim di Padova, per un importo di 2 milioni 166 mila euro. 

Il restauro, oltre le cappelle, ha interessato la pala attribuita ai Della Robbia e l’affresco della cappella del Santo e la fine dei lavori è stimata per la fine del prossimo mese di marzo. 

“A quel punto sarà possibile anche ricollocare tutte le tele rimosse dalla basilica e attualmente conservate nel deposito della Soprintendenza, a Celano” concludono dal Provveditorato.

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