SANITA’: CHIRURGIA ORTONA, LETTERA DI RINGRAZIAMENTO DI UNA RAGAZZA AQUILANA

31 Gennaio 2019 19:47

L'Aquila -

L'AQUILA – “Sono una ragazza dell'Aquila che ha subito un intervento di colecistectomia laparoscopica presso il reparto di Chirurgia generale dell'ospedale 'G.Bernabeo' di Ortona. Vorrei ringraziare pubblicamente tutti i medici del reparto per il grande esempio di professionalità e umanità, di 'buona sanità'”.

Inizia così il messaggio di F.D.F. che, attraverso AbruzzoWeb, invia una lettera di ringraziamento ai medici e agli infermieri del reparto di Chirurgia diell'ospedale di Ortona. Di seguito la lettera integrale.

“Spesso fatichiamo a trovare le parole giuste per dimostrare la nostra gratitudine verso qualcuno; viviamo d’altronde in un’epoca in cui si scrive sempre meno… Ma accade a volte che un gesto, un pensiero, un’attenzione che riceviamo siano talmente toccanti ed importanti che sentiamo improvviso e dovuto il bisogno di dire grazie e farlo sentire davvero”.





“Grazie è una parola comune che racchiude in sé molti sentimenti e qualità positivi. Sentimenti di accoglienza e disponibilità che ho riconosciuto ed apprezzato nel reparto di Chirurgia generale dell’ospedale Gaetano Bernabeo di Ortona dove, il 3 agosto 2018, sono stata sottoposta ad un intervento di colecistectomia laparoscopica e colangiografia intraoperatoria”.

“Il reparto di Chirurgia generale di questo ospedale rappresenta la buona sanità che opera in silenzio, con dedizione. Sono presenti bravi medici impegnati giornalmente con grande umanità, serietà e capacità. E’ l’emblema di una società veramente accogliente nei confronti della vita perchè riconosce che essa è preziosa. La vita, spesso, ci riserva situazioni difficili ma ci affianca persone speciali che ci aiutano a superarle”. 

“Persone speciali come la dottoressa Maria Marino ed il dottor Fabio Francesco Di Mola. Ricordo ancora, una volta giunta nel nosocomio di Ortona a fine luglio 2018, l’umanità e la delicatezza di una giovane dottoressa, dalle spiccate doti professionali ed umane che ha saputo prendermi a cuore in un momento di fragilità”.

“Ricordo ancora il colloquio informativo pre-operatorio che ho avuto con il dottor Fabio Francesco Di Mola, vice primario Ospedale Santissima Annunziata di Chieti, che mi ha fornito delucidazioni, con attenzione e chiarezza certosine, inerenti l’intervento, che non ricordo di aver ricevuto in altre realtà. Un sentito grazie va anche all’anestesista, la dottoressa Ingrid Torelli, che con dolcezza rassicurante mi ha accompagnata nella delicatissima fase di sua competenza. Con lei ho scambiato poche parole, prima dell’intervento, quando ero ormai già in sala operatoria e raccontando delle mie vicissitudini familiari, con l’attenzione di chi considera il paziente una persona e non un numero, ha sicuramente dato il suo contributo affinché il dottor Di Mola prendesse la decisione di eseguire anche una biopsia epatica”.





“Il dottor Di Mola e la dottoressa Rossana Percario, con l’ausilio dell’anestesista Torelli, degli infermieri Gianni Cappabianca ed Emanuela Filippone e della strumentista Anna Salerno, con la bravura e le capacità che li contraddistinguono, hanno realizzato un vero e proprio capolavoro. I segni dell’intervento sono pressoché invisibili, non ho accusato dolore post-operatorio ed ho avuto una breve convalescenza”. 

“Posso dire, citando Madre Teresa, che sono stati 'una matita nelle mani del Signore'. Un grazie va anche a tutti i medici presenti in reparto che sono stati sempre gentili e scrupolosi, alla Caposala, donna di straordinaria dolcezza ed umanità ed a tutto il personale infermieristico che quotidianamente accoglie e si fa carico di ogni esigenza dei pazienti. A voi tutti auguro di continuare a conciliare professionalità ed umanità che possono e devono convivere soprattutto in ospedale”.

“A tutta quella malasanità, di cui spesso si sente parlare, vorrei dire che ascoltare, aiutare, essere attenti nei confronti di un paziente sono verbi che non bisogna dimenticare. Un medico dovrebbe tenerli sempre a mente quando svolge la propria professione”. 

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