SANITA’: NUOVO SCONTRO IN MAGGIORANZA, ABRUZZO CIVICO IMPALLINA IL PIANO PAOLUCCI

16 Giugno 2016 13:10

Regione -

PESCARA – Scoppia la polemica nella maggioranza di centrosinistra che guida la Regione, dopo che l'assessore alla Sanità Silvio Paolucci ha presentato il Piano di riqualificazione del servizio sanitario regionale 2016-2018.

Un Piano che “non è stato esaminato e discusso né in sede consiliare né con la maggioranza politica della nostra regione”, accusano i consiglieri iscritti al gruppo di Abruzzo civico ma appartenenti al neonato Movimento civico abruzzese Mario Olivieri, che è anche presidente della Commissione Sanità, e Andrea Gerosolimo, assessore, e Maurizio Di Nicola di Centro democratico.

“Non è assolutamente ipotizzabile che si concepisca una sanità di livello elevato per alcuni territori della Regione e, invece, si pretenda di propinare servizi sanitari di livello inferiore in altri ambiti del territorio regionale, così come non è accettabile che alcune aree possano essere condannate alla totale marginalizzazione”, accusano in una nota di fuoco i tre che lo scorso agosto hanno aperto una crisi nella maggioranza, rientrata solo dopo la nomina ad assessore di Gerosolimo.

Una posizione rimbeccata dai difensori del centrosinistra, i tre capigruppo all’Emiciclo Sandro Mariani (Partito democratico), Lucrezio Paolini (Italia dei valori) e Mario Mazzocca (Sinistra ecologia libertà) che replicano ai “ribelli” affermando che il piano è stato condiviso e affermare il contrario “non è nella deontologia politica”.

L'onda lunga delle polemiche investe anche lo scontro in vista dei ballottaggi di Sulmona ( L’Aquila), dove la candidata Annamaria Casini, candidata sindaco con la coalizione “Noi per Sulmona”, che fa riferimento all’assessore regionale Gerosolimo, non perde l’occasione per accusare il suo rivale candidato sindaco del Pd Bruno Di Masci, della civica  “La città che vogliamo”,  di aver appoggiato il demansionamento dell’ospedale sulmontino previsto dal Piano, in “combutta” con il commissario Luciano D’Alfonso e l’assessore Silvio Paolucci, di cui Di Masci sarebbe stato consulente.

IL PIANO

PAOLOCCI: “L'ULTIMO ATTO, POI SI ESCE DAL COMMISSARIAMENTO”

“Questo piano rappresenta l'ultimo atto prima dell'uscita dal commissariamento della sanità abruzzese. Abbiamo adempiuto alle ultime prescrizioni e adesso, in qualsiasi momento, il consiglio dei ministri può adottare la delibera tanto attesa”, ha detto Paolucci presentando il Piano insieme al direttore del Dipartimento Angelo Muraglia, il direttore dell'Agenzia sanitaria Alfonso Mascitelli, il sub-commissario Giuseppe Zuccatelli e un'ampia rappresentanza di dirigenti del settore.

“Per la prima volta, con un punteggio pari a 163, a fronte di una soglia minima di 160 punti, risultiamo pienamente adempienti sull'erogazione dei Livelli essenziali di assistenza – ha proseguito Paolucci – Inoltre siamo riusciti a garantire un equilibrio finanziario che ha visto passare il risultato di esercizio da meno 164 milioni di euro nel 2007 a più 7,1 milioni di euro nel 2015”.

L'assessore alla Sanità ha affermato che “il comparto sarebbe dovuto cambiare in ogni caso e noi procederemo attraverso una politica di contenimento dei costi, ma anche di nuovi investimenti. Non necessariamente dovremo chiudere in attivo – ha rimarcato Paolucci – ma allo stesso tempo non bisognerà pescare nelle tasche dei cittadini”.

Per contenere i costi si interverrà principalmente sulla farmaceutica e sulla voce beni e servizi, mentre sono già nel piatto una parte delle risorse che verranno investite per la realizzazione di cinque nuovi ospedali.

“Occorrono 371 milioni di euro per realizzare le nuove strutture sanitarie a Sulmona (L'Aquila), Avezzano (L'Aquila), Lanciano (Chieti), Vasto (Chieti) e Giulianova (Teramo) – ha sottolineato l'assessore – Abbiamo già sbloccato 102 dei 228 milioni di euro di provenienza statale, presto arriveranno le altre risorse e la parte mancante sarà coperta della Regione. Inoltre c'è sempre in ballo – ha ricordato Paolucci – anche il project financing per la realizzazione del nuovo ospedale clinicizzato di Chieti”.

“Il tasso di ospedalizzazione, che nel 2009 era pari a 186 per 1.000 abitanti, è sceso a 153,7, nel rispetto della soglia massima nazionale equivalente a 160 – ha rimarcato Paolucci – e anche la soglia relativa all'appropriatezza dei ricoveri, che non deve superare il tetto del 21% nel rapporto tra ricoveri a rischio inappropriatezza e ricoveri non a rischio inappropriatezza, è scesa al 15%”.





A fronte di segnali incoraggianti, permangono però alcune criticità: “Il tasso di ospedalizzazione per gli anziani con più di 75 anni è in continua diminuzione, ma è pari a 368,1 mentre il riferimento nazionale è quota 351,7. Inoltre il numero di posti letto equivalenti per l'assistenza agli anziani con più di 65 anni in Abruzzo si attesta sui 7,09, mentre la soglia minima nazionale è di 9,8”.

Per questo Paolucci spiega di voler puntare “sull'assistenza domiciliare, in particolare per i pazienti cronici, limitando i ricoveri ospedalieri, ma anche sulla riqualificazione della rete ospedaliera, sugli investimenti in selezione, formazione e valutazione delle risorse umane, sull'accelerazione degli investimenti in infrastrutture e tecnologie, sul contatto diretto con il paziente, sulla certificabilità dei bilanci e della qualità del sistema sanitario regionale, e sulla tempestività e correttezza nel rapporto con i fornitori”.

Proprio il miglioramento dell'assistenza domiciliare rappresenta la chiave per decongestionare gli ospedali e accrescere la qualità complessiva del servizio sanitario. 

“Ogni ospedalizzazione inappropriata deve essere percepita come una sconfitta – ha concluso l'assessore – e per contrastare questa tendenza promuoveremo un nuovo modello di assistenza domiciliare, completandola con una rete residenziale che garantisca alle famiglie momenti di sollievo, potenziando l'integrazione della medicina di base e investendo in prevenzione”.

LE REAZIONI

I RIBELLI: “UN PIANO SENZA CONFRONTO CHE NON CI PIACE”

“Spiace dover rilevare che su uno dei temi più importanti per l’azione di governo, quale quello della sanità, la nostra posizione sia diversa da quella del commissario ad acta Luciano D'Alfonso”, scrivono nella nota Olivieri, Di Nicola e Olivieri.

“Ci sono territori della nostra regione che, con il piano di riqualificazione del servizio sanitario regionale, adottato dal commissario ad acta, peraltro senza alcuna possibilità di confronto in sede politica, non vedono in alcun modo garantito il diritto alla salute, tutelato dalle norme fondamentali dell’ordinamento”, aggiungono. 

“Il contenuto del piano non corrisponde alle finalità della nostra azione politica e non collima con i principi che presiedono alla nostra visione dell’attività amministrativa, preordinata alla garanzia degli interessi generali della comunità regionale. Auspichiamo, pertanto, che si apra un confronto costruttivo con il commissario ad acta, al fine di garantire a tutti i territori ed a tutti i cittadini abruzzesi pari diritti e pari opportunità”, concludono.

I DIFENSORI PD-IDV-SEL: ''PIANO NON CONDIVISO? NON E' VERO''

“La riqualificazione del servizio sanitario abruzzese era ed è un cardine del programma dell’intera coalizione di centrosinistra per il governo della Regione Abruzzo, con il solo e unico scopo di garantire un’adeguata, tempestiva e soprattutto omogenea, risposta alle esigenze assistenziali dei nostri concittadini”.

Lo scrivono in una nota tre capigruppo del centrosinistra all’Emiciclo, Sandro Mariani (Partito democratico), Lucrezio Paolini (Italia dei valori) e Mario Mazzocca (Sinistra ecologia libertà) replicando ai “ribelli” di Abruzzo civico e Centro democratico che hanno bocciato il piano illustrato oggi dall’assessore competente Silvio Paolucci.

“Con il decreto 55 del 10 giugno 2016, arriviamo all’esito di un percorso difficile che ci vede in dirittura d’arrivo per la piena riappropriazione della gestione della sanità nella nostra regione, che diventerà effettiva con la deliberazione da parte del Consiglio dei Ministri per l’uscita dal commissariamento – scrivono i ‘difensori’ – Era il 13 ottobre 2015, quando dedicammo un Consiglio regionale straordinario alla trattazione di questi argomenti ed era il 29 ottobre, sempre dello stesso anno, quando in quinta commissione si discusse del nuovo piano sanitario e degli aggiornamenti provenienti dal tavolo di monitoraggio, predisposto dai ministeri affiancanti il piano di rientro”.





“Non è nella deontologia politica dunque, nemmeno delle minoranze, affermare che non vi sia stata condivisione di un percorso, che, lacrime e sangue, ci consente oggi di impostare un nuovo corso per la sanità abruzzese, attraverso una profonda riorganizzazione dell’intero settore – proseguono – I princìpi ispiratori del documento, quali lo spostamento del baricentro dell’assistenza dagli ospedali al territorio, l’assistenza domiciliare, l’adeguamento della risposta al mutamento delle domanda di salute verso le fragilità e le cronicità, l’aggregazione dei servizi, il merito degli esiti delle cure e l’eccellenza per gli acuti, trovano piena rispondenza nel Patto per la Salute e nelle indicazioni programmatiche, espresse dall’azione politica di tutta la maggioranza”.

Secondo Mariani, Paolini e Mazzocca “vanno dunque in questo senso, le indicazioni e gli obiettivi esplicitati nel piano di riqualificazione, che tengono conto delle prescrizioni del decreto ministeriale 70 e che vedono una totale revisione delle reti ospedaliere, affinché in ogni punto del territorio, qualunque cittadino, sia nella possibilità di accedere tempestivamente ad una vero e proprio percorso sanitario, che va dalle cure di base fino all’accesso alle discipline di secondo livello, ugualmente e coerentemente diffuse nella regione”.

“Non esistono una sanità di serie A e una di serie B nel nuovo piano sanitario, quanto piuttosto le linee guida per attuare una profonda revisione del sistema e garantire servizi di maggiore qualità ed appropriatezza – concludono – Il dialogo e il confronto non mancheranno nelle sedi opportune, perché riteniamo che sia di fondamentale importanza condividere con i territori e i loro rappresentanti, l’articolazione delle discipline e dei servizi che faranno degli stessi, la più efficace risposta alla necessità di salute cui intendiamo dare forza”.

I FORZISTI: “IL SEGRETO DI PULCINELLA”

Strali al governo regionale anche da Forza Italia, per la quale è stato “presentato in pompa magna il segreto di Pulcinella!”.

“Una grande parata, con i partecipanti vestiti a festa, come del resto si fa per un funerale che in questo caso è quello della sanità abruzzese con la distruzione della rete ospedaliera e della rete di emergenza-urgenza”, scrivono in una nota i consiglieri azzurri, che mettono poi il dito nella piaga: “All’incontro con la stampa mancavano però il presidente della V Commissione Sanità Olivieri e soprattutto il presidente D’Alfonso, ufficialmente assente per impegni istituzionali ma che probabilmente vuol far credere agli abruzzesi che questo piano non sia opera sua”.

“Si è parlato di pareggio di bilancio che, è bene ricordarlo, era stato centrato grazie alla Giunta di Gianni Chiodi. Non è ancora chiaro però quando si concretizzerà l’uscita dal commissariamento che non vuole dire uscire dal controllo dei conti da parte del Ministero di Economia e Finanza. Anche per quanto riguarda i Lea la sufficienza era stata raggiunta e superata già nel 2014 e sempre sotto la Giunta Chiodi”.

“Sulla riorganizzazione della rete ospedaliera è stato confermato quanto da noi sempre denunciato. Malgrado il pareggio di bilancio e i tanti sacrifici sostenuti dagli abruzzesi, nonostante la percentuale dei posti letto sia ben al di sotto dei limiti stabiliti dal Decreto Lorenzin, le tasse invariate sempre al massimo, il disegno varato dal governo regionale di centrosinistra prevede: 4 presidi di primo livello (Hub) a L’Aquila, Teramo, Chieti e Pescara con gli ultimi due che solo formalmente andranno a costituire un presidio di II livello, solo per farsi approvare il piano; presidi di I livello (non Hub) a Lanciano, Vasto e Avezzano, mentre vengono declassati a ospedali di base, che tradotto vuol dire molti meno servizi degli attuali, Sulmona, Atri, Giulianova e Sant’Omero”.

“Saranno declassati di fatto a poli ambulatoriali di montagna, chiamati ospedali di aree svantaggiate, che saranno sprovvisti dei Pronto soccorso, Castel di Sangro, Popoli e Penne, così come Atessa e Ortona che a loro volta diventeranno dependance degli ospedali Chieti e/o Lanciano”.

“Per quanto riguarda le strutture di Tagliacozzo, Casoli, Pescina, Gissi e Guardiagrele, resta in vigore la programmazione varata dalla Giunta Chiodi con buona pace di tutti quei rappresentanti del centrosinistra che l’avevano critica e osteggiata – aggiungono i consiglieri forzisti – In sostanza si procede a un declassamento e particolare attenzione suscita un passaggio del piano (pag.23) in cui si indica come “un obiettivo della Regione far evolvere il sistema della committenza regionale verso un modello di collaborazione pubblico privato” e su questo vigileremo”.

“Per quanto riguarda l’edilizia ospedaliera – riprendono i consiglieri di Forza Italia – si fa ampiamente riferimento alle risorse reperite dalla Giunta Chiodi, destinate alla costruzione di 5 nuovi presidi (Lanciano, Vasto, Giulianova, Sulmona e Avezzano) e alla riqualificazione di Penne, ma non sappiamo come verranno utilizzati, non si indicano i luoghi e per questo restano sì i fondi ma soprattutto i sospetti. La Asl unica resta un’autentica sciocchezza visto che ovunque, nelle altre regioni, si torna indietro. In sostanza si vuole concedere un contentino ovvero controbilanciare la scelta di costituire un Dea di II livello a Chieti e Pescara con l’assegnazione della sede amministrativa Asl all’Aquila che poi, lo diciamo sin da ora, non passerà mai. Vogliamo ricordare all’assessore Paolucci che è già approvata in I Commissione Bilancio la Centrale unica di committenza che risolverà tutti i problemi su costi standard di beni e servizi: quindi nessuna riduzione considerevole di costi con la Asl unica”.

“Questo Piano sanitario è stato calato dall’alto, pensato ed elaborato da pochi senza nessun coinvolgimento dei portatori di interesse (comunità, operatori del settore, amministratori locali e regionali); saremo noi a riscriverlo e ci auguriamo di farlo con il contributo di quei Consiglieri regionali dell’attuale maggioranza che siamo certi, grazie a un moto d’orgoglio, vorranno sostenere le nostre tesi. Noi riteniamo che l’Abruzzo non sia costretto a operare tagli così pesanti che non fanno altro che penalizzare irrimediabilmente soprattutto le aree interne, aumentare la mobilità passiva verso le Marche e ridurre il diritto alla Salute”.

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