CIALENTE: ''UNA BUFALA, SOLO DIFFERENZE DI STIPENDI'', MA LE UNITA' SEMPLICI NON HANNO POSTI LETTO E SARANNO COLPITE LE ECCELLENZE DELL'OSPEDALE

SANITA’: RIVOLTA DEGLI AQUILANI IN RETE CONTRO LE FUTURE CHIUSURE DEI REPARTI

di Alberto Orsini

30 Aprile 2016 17:11

Regione -

L’AQUILA – È in corso una mobilitazione mediatica, e quindi probabilmente destinata a essere inconcludente, ancorché rumorosa, tra gli aquilani sulla rete sociale di Facebook contro il rischio che si voglia “chiudere e trasferire alcuni reparti del nostro ospedale a Chieti e Pescara”, con il sindaco, Massimo Cialente, che corre di bacheca in bacheca a rassicurare parlando di “bufala” e, in alcuni casi, più apertamente di “cazzata”.

Il messaggio allarmistico, che si diffonde viralmente, nasce interpretando alcuni articoli, molti dei quali anticipati da AbruzzoWeb, che hanno gettato luce sulla riforma del sistema sanitario condotta altrimenti all’oscuro dalla Regione Abruzzo e dall’Agenzia sanitaria regionale (Asr) per obbedire ai rigidi vincoli del decreto Lorenzin che taglia la sanità in tutta Italia, trasformandola definitivamente da servizio ad azienda.

In questo senso è prevista la riduzione dei reparti intesi come “unità complesse”, dotati, cioè, di primari al massimo livello e di posti letto.

È vero che non si tratta di chiusure totali, come dicono i cittadini sui social, ma comunque della riduzione di qualità delle prestazioni e della perdita di finanziamenti e di prestigio. Oltre che di posti letto, con la trasformazione dei reparti di degenza in “repartini” di diagnosi e cura.

Oltretutto, la “geografia” che si va delineando, almeno dalle prime bozze, sembra avvantaggiare la costa, e in particolare il tandem Chieti-Pescara, nella futura creazione di un ospedale “di secondo livello”, ovvero quello che, sulla base della riforma Lorenzin, avrà le specialità migliori e i finanziamenti più cospicui.





Con due-tre puntelli il nuovo presidio costiero sarà bell’e pronto mentre con i buchi che si vanno a creare L’Aquila non avrà chance neanche in caso di “alleanza” con Teramo, peraltro tutta da costruire.

È perciò riduttivo liquidare tutto, come fa Cialente, a dire: “Nessun reparto verrà chiuso… Si discute solo tra unità operative semplici e complesse. Vi è solo la differenza stipendiale di circa 250 euro per il primario”.

E ancora: “Chi sta facendo girare questo post sta abboccando come un merluzzetto o è in cattiva fede. In ogni caso è una bufala”.

Bufala o meno, ci sono eccellenze aquilane realmente a rischio, e gli scenari mutano di continuo anche perché le tabelle sono segrete e non ci sono state comunicazioni ufficiali in tal senso né spiegazioni dei criteri adottati per le scelte, al netto delle anticipazioni degli organi di informazione come quelle di questo giornale.

Non è un caso che la senatrice Stefania Pezzopane, dello stesso partito di Cialente, abbia scritto al presidente della Regione nonché commissario per la sanità, Luciano D’Alfonso, di non sacrificare alcune eccellenze aquilane: un appello che ricalca quello del consigliere comunale di opposizione Giorgio De Matteis, ma che viene da una esponente storicamente vicina al primo cittadino.





Una vera catastrofe in avvicinamento, che si incrocia con la lotta disperata per l’uscita dopo 8 anni dal commissariamento della sanità dell’Abruzzo imposto nel 2008 dal governo alle “Regioni canaglia” con debiti siderali, 4 miliardi quello di partenza nel caso di questa regione, dopo anni e anni di taglio e cucito sui conti.

Più lontana è un’altra vicenda pure accennata, quella della creazione di un’azienda sanitaria unica regionale, la Asu, il cui progetto di legge è stato redatto ma non depositato, dopo che il presidente D’Alfonso e l’assessore Silvio Paolucci, estensore della legge, hanno verificato i rischi troppo alti di una rivolta politica e popolare bipartisan: la svolta verrà quindi rimandata a fine legislatura.

IL POST DEGLI AQUILANI SU FACEBOOK

Carissimi tutti.. Non so se siete al corrente del fatto che vogliono chiudere e trasferire alcuni reparti del nostro ospedale a Chieti e Pescara. Ciò vuol dire che se devi fare una scintigrafia o ecografia o radioterapia… Etc… Devi andare a Pescara o Chieti… Gli aquilani dormono finché un bel giorno sarà troppi tardi.

Cmq ci si muoverà anche in modo drastico chiamando ad esempio striscia o le iene o qualsiasi fonte di informazione. Bisogna fare più rumore possibile… Purtroppo i politici in regione non sono aquilani e non hanno nessun interesse ad aiutare la nostra città e noi?

Divulghiamo il più possibile questa notizia perché c’è ancora chi non lo sa. Cerchiamo almeno di rendergli più difficile far diventare L’Aquila una città subordinata alle altre senza più dignità e solo un mucchio di rovine… Difendiamola… Difendiamoci.

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