SISMA E DIGHE: VERTICE A ROMA, DELRIO ”NO CRITICITA’ MA PIU’ CONTROLLI”

23 Gennaio 2017 20:16

Regione -

ROMA – “I gestori delle dighe hanno segnalato l'assenza di criticità rilevanti, ma sono stati invitati a tenere sempre molto alta la guardia vista la frequenza degli eventi sismici”.

Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, al termine della riunione convocata per fare il punto sulla sicurezza delle dighe dell'Italia centrale.

Sarà aumentato il monitoraggio, ha aggiunto Delrio: “Le verifiche si fanno ogni due anni per legge, ma in caso di scosse saranno fatte con più frequenza”.

In una nota il presidente della Regione, Luciano D'Alfonso, ha svelato i partecipanti al vertice con lui e Delrio, c'erano anche Fabrizio Curcio, capo dipartimento della Protezione civile, e Gabriele Scarascia Mugnozza, vice presidente della commissione Grandi rischi.

Per il ministero erano inoltre rappresentati dai massimi dirigenti il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, il Dipartimento Infrastrutture, la Direzione generale per la vigilanza sulle Dighe e le Infrastrutture idroelettriche e idriche, insieme al Provveditorato interregionale per la Toscana, le Marche e l’Umbria-Ufficio Dighe.

Erano presenti, per le Regioni, con i dirigenti dei settori protezione civile o infrastrutture delle Regioni, oltre a D'Alfonso, l’assessore della Regione Lazio Fabio Refrigeri, la vice presidente e assessore ai Lavori pubblici della Regione Marche Anna Casini, l’assessore all’Ambiente per l’Umbria Fernanda Cecchini.

Hanno partecipato inoltre i rappresentanti dei Concessionari Grandi Dighe: Enel produzione, Consorzio Bonifica Marche, Erg Hydro, Acea s.p.a, Consorzio di Bonifica Centro Saline Alento Foro, Azienda speciale servizi municipalizzati Tolentino, Consorzio Bonificazione Umbra.





D'ALFONSO, “NON EVIDENZIATE CRITICITÀ NELLE ZONE SISMICHE”

“L’incontro ha consentito di fare un punto della situazione rispetto ai controlli e alle misure adottate dopo le scosse sismiche del 24 agosto e 30 ottobre 2016 e rispetto alla più recente del 18 gennaio”, ha scritto D'Alfonso sulla propria bacheca Facebook.

“Gli enti gestori, in particolare Enel per quanto riguarda le dighe di Campotosto, hanno confermato che non sono state evidenziate criticità sia nei controlli ordinari, sia in quelli scattati, come da procedura, dopo i terremoti recenti – ha sottolineato – Il ministro ha sollecitato una prosecuzione del monitoraggio e una condivisione delle informazioni con un aggiornamento puntuale con il territorio”.

“Il lavoro continuerà nei prossimi giorni a livello tecnico tra i soggetti presenti al tavolo”, ha concluso.

PROTEZIONE CIVILE: “E' GIA' SOTTO OSSERVAZIONE”

“La diga di Campotosto è un impianto importante. Già dopo il terremoto del 2009 è stata oggetto di valutazioni. Esiste una procedura che dopo ogni sisma richiede controlli, ed è avvenuto ogni volta. L'allarme generato da alcune dichiarazioni del presidente della commissione Grandi rischi ci ricorda che il problema esiste e che si deve continuare a tenere sotto osservazione questa criticità”.

Lo ha spiegato la responsabile dell'Unità di Emergenza della Protezione civile, Titti Postiglione, in un punto stampa tenuto alla Dicomac di Rieti.

“In linea teorica, se si dovesse svuotare velocemente comporta effetti importanti – ha aggiunto – ma questo è uno scenario di riferimento e, come ha detto la Commissione, non si tratta di un allarme immediato”.





“Enel ha inteso procedere con un ulteriore svuotamento dell'invaso nell'ambito di questo contesto emergenziale”, ha annunciato.

L'ESPERTO: “PUO' RESISTERE A MAGNITUDO 7”

La diga di Campotosto, così come le 541 grandi dighe italiane, è progettata per resistere a terremoti fino a magnitudo 7. Secondo l'ingegnere esperto di costruzioni idrauliche Francesco Napolitano, dell'università Sapienza di Roma, la presenza di una faglia a 300 metri dalla diga non costituisce un pericolo e ricorda che il terremoto dell'Aquila nel 2009 ha avuto un epicentro più vicino rispetto a quelle degli ultimi mesi.

“Dopo il terremoto del 2009 all'Aquila – ha spiegato Napolitano – le verifiche indicarono l'esistenza di una faglia che correva a 300 metri dalla diga di Campotosto, ma si tratta di una distanza di sicurezza. Anche in caso di movimento di quella stessa faglia, la diga non correrebbe pericoli”.

Tutte le dighe italiane sono infatti progettate per resistere a terremoti anche con magnitudo 7 e i versanti sono monitorati per evitare possibili 'effetti Vajont'.

“Ho letto in questi giorni – ha aggiunto Napolitano – che secondo alcuni colleghi non si possano escludere fagliazioni superficiali che possano interessare il corpo della diga”, ossia 'diramazioni secondarie' della faglia che vadano a creare una crepa esattamente sotto la diga.

 “Ma su questo non si sa nulla di certo, non conosco studi a questo proposito”, ha concluso.

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