SISMA: OBBLIGO DEL DURC CONGRUITA’ NEI CANTIERI DELLA RICOSTRUZIONE, E’ POLEMICA

di Alessia Centi Pizzutilli

3 Ottobre 2018 06:45

Regione -

L’AQUILA – È polemica sull’ordinanza numero 58 del 4 luglio 2018 del commissario straordinario alla Ricostruzione dei territori interessati dal sisma del Centro Italia, Paola De Micheli, che ha introdotto il Documento unico di regolarità contributiva (Durc) Congruità nei cantieri del terremoto.

Secondo gli Ordini professionali, infatti, il provvedimento ha attribuito, proprio attraverso il Durc Congruità, “incarichi e compiti ai direttori dei lavori che esulano dalle loro attribuzioni normative e che li espongono a conseguenze sanzionatorie ingiuste” e con un ricorso al Tribunale amministrativo regionale del Lazio hanno richiesto l’annullamento dell’ordinanza.

Ma alla base dello scontro, che vede professionisti da una parte, sindacati e alcuni rappresentanti politici dall’altra, c’è soprattutto l’obbligatorietà o meno del Durc stesso anche per altri crateri sismici, come quello del 2009 dell’Aquila.





Proprio nel capoluogo abruzzese le imprese impegnate nella Ricostruzione hanno avuto l’obbligo di presentare il documento fino al 31 dicembre 2016, poi, con una legge nazionale è stato varato il Durc on line (Dol), ma la Fillea Cgil è tornata a chiedere la reintroduzione dell’obbligatorietà di quello di Congruità, come “valido contrasto al lavoro nero, grigio e a tanta precarietà, fenomeni che nel cantiere più grande d’Italia sono molto preoccupanti”, come sottolineato due giorni fa dal segretario della Fillea Cgil della provincia dell’Aquila, Emanuele Verrocchi.

“Tutto questo è davvero assurdo, come Cgil stiamo combattendo per prevedere l’obbligatorietà anche nella ricostruzione del capoluogo abruzzese e nell’intero cratere 2009 e invece gli Ordini professionali fanno ricorso al Tar contro una decisione più che legittima del Commissario straordinario”, ha spiegato ad AbruzzoWeb la segretaria provinciale della Fillea Cgil, Cristina Santella.

“Fino al 2016 avevamo il Durc obbligatorio anche all’Aquila, poi per una pratica del Governo Renzi è stato abolito – ha aggiunto Santella – Si sono accorti che non era facile avere una trasparenza dei cantieri, ma il Commissario straordinario per il sisma 2009, Paola De Micheli, che è stata sempre presente sul territorio e si è resa conto degli alti livelli di lavoro a nero, non ha potuto reintegrare l’obbligatorietà non essendo più il nostro referente”.

“Ribadiamo, nonostante la presa di posizione dei professionisti, che nella provincia dell’Aquila e per tutti i territori colpiti dai terremoti che prevedono processi di ricostruzione, deve esserci l’obbligatorietà del Durc Congruità, è l’unico modo per blindare il lavoro regolare e non avere soggetti vittime di incidenti nei cantieri che non vengono neanche menzionati nelle statistiche degli infortuni, per questo è importante, si tratta di rendere le lavorazioni della ricostruzione più trasparenti. C’è ancora tanto da fare, la ricostruzione non è finita e senza questo documento ci sarà molto lavoro nero, non quantificabile”, ha concluso la sindacalista.





Dichiarazioni condivise dalla deputata dem, Stefania Pezzopane, responsabile nazionale Pd dipartimento Terremoti e Ricostruzione, che ieri in una nota è tornata sulla discussa misura che, secondo l’ex senatrice aquilana, “protegge i lavoratori e garantisce le imprese sane”.

“Ho ripresentato nel decreto terremoto a luglio e poi nel Milleproroghe apposito emendamento per reinserire il Durc ma l’emendamento è stato bocciato a causa del parere negativo del governo, con i parlamentari anche abruzzesi di Lega e Movimento cinque stelle allineati al Governo che lo hanno bocciato”, ha spiegato Pezzopane.

Sull'argomento sono intervenute in una nota anche le segreterie nazionali di FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil: “Il tentativo di alcune organizzazioni di bloccare i provvedimenti emessi per i cantieri della ricostruzione post-terremoto nel Centro Italia è da stigmatizzare senza alcuna esitazione. Attaccare e delegittimare un percorso virtuoso che ha come obiettivo la regolarità, la legalità e la sicurezza nei cantieri è sbagliato e dannoso, ci auguriamo che tutto si risolva in una bolla di sapone”, hanno dichiarato commentando l’impugnazione dell’ordinanza davanti al Tar.

“Ci affidiamo alla giustizia italiana, nella quale crediamo fortemente, e ribadiamo che le misure introdotte dall’ordinanza hanno un valore immenso nella lotta allo sfruttamento dei lavoratori nei cantieri edili e alla concorrenza sleale tra le imprese. In particolare l’ordinanza del Commissario di governo alla ricostruzione afferma il rispetto della congruità nei cantieri, vale a dire il calcolo dell’incidenza della manodopera rispetto al valore dell’opera, e l’impiego di addetti ai quali va applicato il contratto nazionale dell’edilizia, per evitare il fenomeno del cosiddetto dumping contrattuale. Queste norme, rappresentano una delle più avanzate e concrete esperienze di contrasto preventivo al lavoro nero e all’illegalità, come già avvenuto nella ricostruzione in Umbria. Si tratta di strumenti indispensabili per favorire i professionisti seri e le imprese più corrette, e per garantire i diritti dei lavoratori e la qualità della ricostruzione”, hanno concluso le sigle sindacali.

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