ANCORA POLEMICHE SU TUNNEL INTELLIGENTE: ASSE CENTRALE RESPINGE ACCUSA CHE SCAVI ABBIANO PROVOCATO ALTRI PROBLEMI A SEDE COMUNALE L'AQUILA. ''ALLARMISMO E VELENI, A CHI FANNO COMODO?''

SOTTOSERVIZI: SCARL, NO DANNI TORRE, BASTA CAPRO ESPIATORIO DI TUTTI I MALI

28 Settembre 2019 18:44

L'Aquila -

L'AQUILA – La notizia è emersa solo da poco: la trecentesca Torre civica di palazzo Margherita, fino al 6 aprile 2009 sede del Municipio dell’Aquila, ha danni ben più rilevanti di quelli finora accertati, anche per la complessità delle ispezioni. Tanto da richiedere una variante al progetto di restauro. 

Asse Centrale Scarl, il Consorzio che sta realizzando il tunnel dei sottoservizi, smentisce che quei danni possano essere legati ai lavori, circostanza emersa nell'ambito dell'inchiesta condotta dalla Procura sull'appalto, sebbene non come parte integrante del procedimento, ma solo come elemento collaterale raccolto dalle confidenze di alcuni tecnici. 

È la nuova puntata polemica legata ad una commessa, la più grande pubblica del post terremoto, che complessivamente ha un valore di circa 80 milioni di euro. Appaltati dalla Gran Sasso acqua, società pubblica del ciclo idrico integrato dell’Aquila, integrato, i lavori sono stati spesso al centro di critiche e di scontri, anche politici. 





Asse Centrale, formata dalle aziende Edilfrair, Taddei e Acmar, con una nota reagisce duramente a questo collegamento: “Non abbiamo mai ricevuto segnalazioni, né ufficiali né ufficiose – spiega l’ex presidente dei costruttori aquilani Gianni Frattale, patron di Edifrair e responsabile della commessa  – di danni rilevati sulla torre civica in occasione del passaggio del tunnel in piazza Palazzo. Sarebbe, d’altronde, un modo di procedere ben strano se si fossero attivate perizie di variante sui lavori in corso a Palazzo Margherita, attribuendo le cause di maggiori danni ai sotto-servizi, senza che queste fossero prima notificate al nostro Consorzio. Probabilmente, se varianti sono state chieste, avranno altre motivazioni”.

E qui l'affondo: “Asse Centrale non ci sta ad essere, ancora una volta, il capo espiatorio di tutti i mali della città. I puntellamenti, a dieci anni dal sisma e, per di più, con gli altri due terremoti del 2016 e 2017, hanno subito modifiche in molti edifici. Né possono, le ipotesi e le illazioni, essere riportate come certezze se non vengono prima verificate da periti esperti che valutano la reale concorrenza delle cause e dei nessi tecnici tra queste. Il ché è un iter lungo e ponderato. Scandalizza la leggerezza con cui si mettono in relazione eventi e apparenze individuando a priori i colpevoli senza preoccuparsi delle conseguenze che questo porta sul buon nome delle imprese, che stanno operando a regola d’arte, e sulla validità di un’opera di cui il capoluogo dovrebbe andare fiero, visto che pone la città tra le avanguardie tecnologiche. L’Aquila ha bisogno di ricostruirsi serenamente e non di detrattori pronti a rincorrere l’ultima boutade”.

“Ci chiediamo a chi faccia comodo – conclude la nota firmata da Gianni Frattale – affermare, senza nessun elemento di concretezza alla mano, che “la torre civica stia in piedi per miracolo”, seminando allarmismo e veleni che rischiano di riverberarsi anche sulla stampa nazionale infangando il capoluogo, la sua gente e la ricostruzione che stiamo portando avanti con grande impegno. Fonte di questa ultima fake news sarebbe, secondo chi la riporta, una voce di corridoio di professionisti confidenti, raccolta da storici nemici giurati dell’opera. Ora, in un clima in cui ognuno che passa vicino agli scavi si sente autorizzato ad azzardare ipotesi che da spifferi di corridoio diventano articoli di giornale e opinioni diffuse, noi andiamo avanti sereni, sicuri che con il tempo galantuomo chi si nutre quotidianamente di polemica e falsità sarà smentito giudizialmente e addebitato delle sue responsabilità morali nei confronti della città. Il tiro al piattello con bersaglio sottoservizi sembra ormai diventato ufficialmente lo sport cittadino… ma, si spera, ancora per poco”.





La Procura ha messo nel mirino l'appalto. Sotto inchiesta sono finite sette persone, tra imprenditori e tecnici sia della Scarl Asse Centrale, composta dalle imprese Edilfrair, Acmar e Taddei, che si è aggiudicata la commessa milionaria, sia della stazione appaltante, la società del ciclo idrico integrato dell’Aquila Gran Sasso Acque (Gsa). 

Si tratta dell’imprenditore Gianni Frattale, vice presidente di Asse centrale Scarl, proprietario della Edifrair ed ex presidente dell’associazione nazionale costruttori edili (Ance) della provincia dell’Aquila, del responsabile della sicurezza Aurelio Melaragni, ora in pensione dalla Gsa, Alessandra Marono, direttore dei lavori, Ares Frassineti presidente di Asse centrale Scarl fino al 2016, Luca Carosi, coordinatore sicurezza dopo Melaragani, il direttore operativo Mauro Covotta, assistente del direttore dei lavori, e Bruno Minghelli, presidente di Asse Centrale dopo Frassineti. 

Secondo gli inquirenti alcune opere sono state eseguite in assenza dei sistemi di protezione con grave rischio sia per l’incolumità degli addetti alla realizzazione delle opere sia per la sicurezza statica degli edifici. 

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