SULMONA: M5S, ”SOLIDARIETA’ A SADIO, IL SUO GESTO DI SCONFORTO”

14 Febbraio 2020 13:43

L'Aquila - Cronaca

SULMONA – “Esprimiamo massima vicinanza umana a Sadio Camara, il ragazzo che tempo fa era balzato alle cronache per un presunto atto razziale nei suoi confronti avvenuto a Sulmona. Esprimiamo vicinanza come la esprimemmo nei giorni in cui avvenne il fatto, perché ci eravamo subito resi conto, andando direttamente nei luoghi dove era stato accolto Sadio, delle condizioni reali in cui viveva, segnale di un possibile disagio umano”





Così in una nota, il Meet Up Amici di Beppe Grillo Sulmona, rifendosi alla vicenda che ha come protagonista il 28enne senegalese che lo scorso luglio aveva detto di essere stato aggredito lungo la strada di campagna da due italiani che l’avevano prima malmenato e quindi accoltellato con un colpo sferrato alla gola mentre tornava nel centro di accoglienza di Pettorano sul Gizio. Per poi confessare di essersi accoltellato da solo. La svolta è arrivata dopo settimane di accertamenti è un racconto che non convinceva e così, messo alle strette, il senegalese ha rivelato tutta un’altra storia giustificandola con un momento di sconforto.

“Fu, purtroppo, un gesto di sconforto quello di Sadio – si legge nella nota, per sua stessa ammissione, come si evince dalle indagini risoltesi in queste ore. Una coltellata con la quale quasi si tolse la vita. Dunque il movente razziale non solo era falso, ma era stato strumentalizzato, con atteggiamento assolutamente deprecabile, da alcuni esponenti politici, per fini che nulla hanno a che vedere con la vera comprensione della realtà sociale vissuta da Sadio e da chi, come lui, è costretto ad affrontare ostacoli spesso insormontabili.





“Vogliamo essere vicini a Sadio come fratelli e non soltanto come un paese che ospita uno straniero, abbandonandolo a sé stesso e gli saremo vicini cercando di capire come aiutarlo davvero, con l’ascolto, condividendo le sue sofferenze e facendole un po’ nostre, perché è questo l’unico modo di crescere e migliorare. Scambio e condivisione, per fargli sentire che anche un paese lontano può diventare la sua casa”, conclude la nota. 

 

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