LA PROCESSIONE DI SAN DOMENICO CANDIDATA A PATRIMONIO UNESCO E QUEL CATTIVO PRESAGIO DEL 1984 CHE PRECEDETTE IL TERREMOTO

SUPERSTIZIONE E SPERANZE DI BUONI AUSPICI NEL RITO MILLENARIO DEI SERPARI A COCULLO

di Eleonora Marchini

25 Aprile 2016 08:30

L'Aquila - Cultura

COCULLO – Il passaggio centrale della famosa processione dei “Serpari” che ,come ogni anno, si tiene a Cocullo (L’Aquila) il primo maggio, è in un momento di respiro trattenuto e di silenzio, rotto infine da un fragoroso applauso. È il momento in cui la statua di San Domenico viene portata fuori dalla chiesa di Santa Maria Maggiore mentre sul sagrato attendono impazienti i serpari per addobbarla con un groviglio di rettili, animali catturati nei giorni precedenti la festa nelle campagne dei dintorni. 

Un silenzio di superstizione che va oltre la religione e le tradizioni: si attende il muoversi scomposto dei serpenti. Se gli animali copriranno il volto del Santo allora sarà un cattivo presagio, come successe nel 1984, raccontano i più anziani, quando ci fu il terremoto che mise in ginocchio l’Alto Sangro.

La devozione a San Domenico è frutto della trasformazione di antichi riti pagani, legati ai Marsi e alla dea Angizia, per esorcizzare il male rappresentato simbolicamente dal serpente. Ancora oggi, vincere il ribrezzo per i rettili, durante la processione, è un po’ vincere questa specie di paura ancestrale. 





Intorno all’anno 1000 il Santo pellegrino è a Cocullo e opera miracolose guarigioni su uomini morsi da serpi velenose o, si racconta, su donne alle quali, dormendo all’aperto, i serpenti avevano succhiato il latte. 

Dal 2012 la festa si tiene il 1° maggio invece che il primo giovedì del mese, mentre da quest’anno è candidata ufficialmente come patrimonio dell’Unesco.

Per sostenere questa candidatura, oltre alla firma di un protocollo di intesa tra i paesi del comprensorio, il Comune di Cocullo ha avviato un programma di controllo sulla cattura dei serpenti, per fugare ogni dubbio circa presunti maltrattamenti agli animali: i serpari vengono seguiti da esperti che attraverso l’impianto di un microchip nei rettili sono poi in grado di controllare gli animali nelle loro fasi di sviluppo.





Da alcuni anni il giorno precedente la festa è organizzato un convegno che affronta tematiche legate al significato antropologico del rito.

Il tema di questa edizione, che si terrà il 30 aprile, è “il percorso della devozione a San Domenico: dalla tradizione la modernità”.

Prenderanno parte al dibattito il vice presidente della Regione Giovanni Lolli, in qualità di coordinatore nazionale dei cammini devozionali, Mauro Buschini assessore ai rapporti con il Consiglio della Regione Lazio e Domenico Di Nunzio consigliere della Regione Molise.

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