SVILUPPO ITALIA ABRUZZO: DE MONTE A FEBBO, ”I LAVORATORI SARANNO SALVATI”

13 Gennaio 2017 12:07

Regione - Cronaca

L'AQUILA – “Non è assolutamente veritiero che è la Regione che ha deciso di mettere in liquidazione la società e di alienare il patrimonio immobiliare di Sviluppo Italia Abruzzo e 'per compensare le perdite derivanti dalla pessima gestione di Abruzzo sviluppo', né è assolutamente veritiero che la Regione Abruzzo ha deciso di 'lasciare a piedi e senza futuro ben 17 famiglie'”.

Lo dice in una nota il presidente di Abruzzo Sviluppo Spa, Manuel De Monte, rispondendo alle accuse del consigliere regionale di Forza Italia Mauro Febbo e annunciando che non c'è “nessuna volontà di mandare a casa i lavoratori ma solamente la necessità di prendere atto di una situazione ormai non più sostenibile”.

“Nonostante tutto, la Regione Abruzzo e Abruzzo Sviluppo Spa hanno cercato nel rispetto delle regole e della normativa vigente, di salvaguardare le professionalità esistenti”, dice, ipotizzando “soluzioni percorribili perché si possa garantire il mantenimento dei livelli occupazionali compatibilmente con le risorse regionali a disposizione e attraverso nuove forme contrattuali”.

“In realtà la difficile situazione economico-finanziaria di Sviluppo Italia Abruzzo, come risulta dai passati bilanci, è strutturale e gestionale e non è assolutamente legata alle vicende di Abruzzo Sviluppo Spa – spiega – . È appena il caso di precisare che quest’ultima, nell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2015, ha presentato ed approvato un bilancio sano riportante un utile di 9.926 euro ante imposte”.

“In realtà la vendita degli incubatori di Sviluppo Italia Abruzzo, da parte degli attuali liquidatori – aggiunge De Monte – si rende necessaria ed indispensabile per ripianare i cospicui debiti accumulati, sia di natura tributaria, sia verso fornitori tra i quali anche Invitalia e sia verso l’Inps, che impongono rapide e veloci soluzioni per evitare maggiori ed ulteriori problematiche”.





LA NOTA COMPLETA DI DE MONTE

La società Sviluppo Italia Abruzzo, negli ultimi anni ha sempre svolto attività per conto di Sviluppo Italia Spa prima e per Invitalia Spa successivamente: in particolare essa svolgeva servizi di assistenza ai progetti presentati a valere sul D.LGS 185/2000.

Senza voler ripercorre l’iter che ha indotto il Ministero dello Sviluppo economico al riordino delle società partecipate da Invitalia Spa e le motivazioni di cessione 'pressoché gratuita' delle partecipazioni nelle società regionali, occorre prendere atto che la società Sviluppo Italia Abruzzo, come risulta dagli ultimi bilanci, ha sempre avuto grosse difficoltà economico-finanziare proprie. 

Il bilancio di esercizio chiuso al 31 dicembre 2010 ha registrato una perdita pari a 819.101 euro, il bilancio di esercizio chiuso al 31 dicembre 2011 ha registrato una perdita pari a 93.207 euro, il bilancio di esercizio chiuso al 31 dicembre 2012 ha registrato una perdita pari a 622.257 euro, il bilancio di esercizio chiuso al 31 dicembre 2013 ha registrato una perdita pari a 268.718 euro, il bilancio di esercizio chiuso al 31 dicembre 2014 ha registrato un 'utile' pari a 51 euro.

Per quanto attiene al bilancio di esercizio chiuso al 31 dicembre 2015,  la società Sviluppo Italia Abruzzo ha registrato una perdita pari a 454.193 euro e con una esposizione debitoria assai rilevante di circa 2.400.000 euro. Nel corso nel 2016, considerando la riduzione di oltre un terzo del capitale sociale, la mancanza di continuità di esercizio per effetto della cessazione dell’affidamento delle commesse da parte di Invitalia Spa e la costante perdita derivante dalla gestione dei 3 incubatori (i cui costi sono notevolmente maggiori rispetto ai ricavi), si è resa necessaria e indispensabile, nel rispetto delle norme civilistiche, la messa in liquidazione della società Sviluppo Italia Abruzzo.

Se è questa la situazione della società, non è assolutamente veritiero che è la Regione che ha deciso di mettere in liquidazione la società e di alienare il patrimonio  immobiliare di Sviluppo Italia Abruzzo e “per compensare le perdite derivanti dalla pessima gestione di Abruzzo sviluppo”, né è assolutamente veritiero che la Regione Abruzzo ha deciso di “lasciare a piedi e senza futuro ben 17 famiglie”.





In realtà la difficile situazione economico-finanziaria di Sviluppo Italia Abruzzo, come risulta dai passati bilanci, è strutturale e gestionale e non è assolutamente legata alle vicende di Abruzzo Sviluppo Spa. È appena il caso di precisare che quest’ultima, nell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2015, ha presentato ed approvato un bilancio sano riportante un utile di 9.926 euro ante imposte.

In realtà la vendita degli incubatori di Sviluppo Italia Abruzzo, da parte degli attuali liquidatori, si rende necessaria ed indispensabile per ripianare i cospicui debiti accumulati, sia di natura tributaria, sia verso fornitori tra i quali anche Invitalia e sia verso l’Inps, che impongono rapide e veloci soluzioni per evitare maggiori ed ulteriori problematiche.

Nessuna volontà, da parte di Abruzzo Sviluppo Spa e della Regione Abruzzo, di mandare a casa i lavoratori , ma solamente la necessità di prendere atto di una situazione ormai non più sostenibile sotto ogni profilo e incapace di generare una inversione di tendenza.

Nonostante tutto, la Regione Abruzzo e Abruzzo Sviluppo Spa, considerando la complessiva difficoltà occupazionale ed economica che investe le imprese ad ogni livello dimensionale, in ambito nazionale e regionale, non hanno affatto abbandonato i dipendenti di Sviluppo Italia Abruzzo al loro destino, ma, al contrario, hanno cercato nel rispetto delle regole e della normativa vigente, di salvaguardare le professionalità esistenti.

Ancora oggi, nonostante l’avvio della descritta azione giudiziaria nei confronti di Abruzzo Sviluppo Spa e di Invitalia da parte dei dipendenti di Sviluppo Italia Abruzzo, la Regione e la sua società in house hanno ipotizzato soluzioni percorribili perché si possa garantire il mantenimento dei livelli occupazionali compatibilmente con le risorse regionali a disposizione e attraverso nuove forme contrattuali.

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